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Fabrica Floridi – Moda e sostenibilità

Di Karin Piffer

Innovazione, crescita, profitto, esperienze e sostenibilità: queste le parole chiave su cui il filosofo Luciano Floridi ha posto l’accento trattando il tema della moda. Moda che ha sempre guardato al futuro, a nuovi sviluppi e tendenze e che è in continua trasformazione. Una costante evoluzione su diversi fronti, come quello, appunto, della sostenibilità. Ecco il nuovo episodio del web show

La moda italiana si afferma nel mondo per stile, creatività, intraprendenza, e per la svolta sostenibile (anche nel sociale) che ha saputo dare ai processi e alla rete. Con un occhio al pianeta e uno ai nuovi mondi, metaverso e Nft in testa. Moda e sostenibilità è il tema del nuovo episodio di Fabrica Floridi, il web show condotto dal filosofo Luciano Floridi. Ospiti della puntata nomi esperti e autorevoli come Carlo Capasa – presidente Camera Nazionale della Moda Italiana, Martino Scabbia Guerrini – vice presidente esecutivo VF Group, presidente dell’area EMEA di VF Corporation, Arianna Alessi – vice presidente OTB Foundation, Fondazione del Gruppo leader nella moda, Barbara Franchin – fondatrice e direttrice di International Talent Support (ITS), Giuseppe Montana – Head of International Wallapop, Fabio Salini – gioielliere indipendente e Antonio Squeo – chief Innovation Officer di Hevolus Innovation, leader internazionale nello sviluppo di tecnologie per customer journey phygital e immersive e nel mondo del Metaverso.

Su Formiche.net da lunedì 19 dicembre in streaming qui

Innovazione, crescita, profitto, esperienze e sostenibilità: queste le parole chiave su cui il filosofo Luciano Floridi ha posto l’accento trattando l’argomento moda. Moda che ha sempre guardato al futuro, a nuovi sviluppi e tendenze e che è in continua trasformazione. Una costante evoluzione su diversi fronti, come quello, appunto, della sostenibilità. La moda sostenibile, come sottolineato da Martino Scabbia Guerrini, VF Group, è una realtà, che evolve e inizia a prendere forma e consapevolezza. Secondo Scabbia Guerrini al centro del rapporto tra moda e sostenibilità, c’è il concetto di design: “Il design guida il processo di sostenibilità, in quanto non solo sceglie i materiali, ma spesso anche i percorsi di produzione, ed è quello su cui si può spingere per l’innovazione tecnologica, per promuovere processi circolari e raggiungere tutti gli obiettivi che le aziende e i sistemi si pongono”. Un’industria questa, purtroppo la terza più inquinante al mondo – ogni anno produce circa un quinto della plastica a livello globale e la sua attività di estrazione, lavorazione e produzione dei materiali rappresenta una delle parti di maggiore impatto inquinante in termini di emissione e di discarica -, che concentrandosi sul concetto di innovazione all’interno del design e sui processi di produzione e dove avvengono, può fare un primo grande passo verso la sostenibilità. Un impegno che deve essere realizzato in sinergia tra più attori, e quindi tra aziende, mercato, infrastrutture, e dall’intero sistema politico-sociale.

I progressi fatti in questa direzione si possono verificare anche dall’esperienza di Wallapop, la piattaforma leader nella compravendita di prodotti di seconda mano. Giuseppe Montana, Wallapop, ha evidenziato come l’aumento di consapevolezza nell’approccio al consumo sia esemplificato dall’utilizzo in ascesa di piattaforme di questo tipo e dall’interesse sempre maggiore per ciò che è di second hand. Nell’ultimo anno Wallapop ha registrato un trend in crescita per quanto riguarda la categoria moda, dimostrazione di un grande slancio verso il sostenibile.

Il legame tra moda e sostenibilità, è stato ripreso anche da Carlo Capasa, Camera Nazionale della Moda Italiana, che ha messo in luce come il prodotto italiano sia considerato il più sostenibile nel mondo – al secondo posto troviamo il Giappone. Secondo Capasa, nel campo della moda l’Italia occupa il primo posto per percezione di qualità, di creatività, e di sostenibilità: “Produciamo oltre il 70% della moda di alta qualità mondiale, e all’idea di bello e ben fatto tipicamente italiana, si è aggiunta anche l’idea che il prodotto sia sostenibile”. In Italia la moda è senza dubbio di casa, un modo per affermarci sui mercati internazionali. “Il prodotto Made in Italy – ha ripreso Capasa – è un po’ il fiore all’occhiello di qualsiasi brand di moda di alta qualità, anche nei prodotti di grandi brand stranieri troviamo il marchio Made in Italy, sinonimo di eccellenza.” Come espresso da Floridi, la moda italiana è quindi uno stupendo biglietto da visita per il nostro Paese.

E a quelli che affermano che la moda è solo estetica e immagine, Arianna Alessi, OTB Foundation, ha risposto che si sbagliano. La moda è infatti stata uno strumento per generare awareness rispetto a cause sociali importanti. Certo, si può fare sempre di più e meglio, ma attualmente questo ambito ha sicuramente raggiunto un livello di autocoscienza e attivismo importante. “La moda – ha affermato Alessi – non solo è consapevole della sua capacità di influenzare i costumi, la società e sensibilizzare verso tematiche importanti, ma è stata anche uno dei settori industriali più attivi su questo fronte”.

Non sono mancati momenti di “magia” con l’esperienza di Giuseppe Montana e il racconto del gioielliere Fabio Salini di un’asta milionaria a Sotheby’s Londra. Salini ha donato 53 pezzi di alta gioielleria a favore della Fondazione Make-A-Wish, che esaudisce desideri di bambini fortemente malati. Infine, Antonio Squeo, Hevolus, ha spiegato che l’ambito digital applicato alla moda può essere una grande risorsa: “Il poter condividere un capo, e fare in modo che su questo prodotto diverse persone in giro per il mondo con degli avatar possano, non dico toccarlo con mano, ma vederlo in tutti i suoi dettagli, guardarne le forme e poterle modificare, ha un impatto incredibile, anche dal punto di vista della sostenibilità. L’alternativa per avere quel tipo di esperienza era viaggiare.”

In chiusura, che cosa ci aspetta per il futuro? Barbara Franchin, International Talent Support (Its), il Contest nato nel 2002 per emergenti designer di moda, accessori e gioielli, che scopre e promuove il loro talento, ha lanciato l’idea di un futuro aperto, dove resteranno sicuramente i grandi “mostri sacri”, e allo stesso tempo ci saranno cambi generazionali importanti e nuovi piccoli brand autogestisti. Ma non abbiamo una sfera di cristallo, non ci resta quindi che aspettare.

La puntata di Fabrica Floridi sarà visibile in streaming da lunedì 19 dicembre sul sito di Forbes.it, Formiche.net e su Nuvolaverde.eu, la piattaforma della comunicazione responsabile realizzata in collaborazione con BFC Media e con il magazine tv&web Siamo Jedi, visibile su BFC Forbes (Sky 511, TivùSat61 e DT 260) e in streaming su bfcvideo.com e stream24.ilsole24ore.com. Partner di Fabrica Floridi è Generali Italia. Questa puntata è stata realizzata in collaborazione con Formiche.

Il web show è condotto dal filosofo di Oxford University e di Alma Mater Studiorum Università di Bologna Luciano Floridi, e propone incontri con i personaggi al vertice delle realtà istituzionali e di impresa che hanno grande influenza sui temi fondamentali del cambiamento tecnologico.

Fuori campo, a scandire tempi e modi della narrazione il presidente di Nuvolaverde, Enzo Argante.

La regia è di Giuseppe Scutellà (Teatro PuntozeroBeccaria). In redazione gli Jedi di Nuvolaverde (Karin Piffer, Ginevra Montano, Ettore Basilico), di Punto Zero Beccaria (Alessandra Turco, Enea Scutellà, Alex Simbana, Federico Frascella), di Fondazione Margherita Hack (Elisa Paolinelli). La produzione di Fabrica Floridi è coordinata da Lisa Mazoni del Teatro Puntozero Beccaria con i ragazzi dell’area penale interna ed esterna Ipm e Ussm Cesare Beccaria di Milano: Vanessa Costa, Federico F. Davide R.  Mattia Romeo, Alex Simbana, Alessandra Turco, Enea Pablo Zen.

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