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Golden power, aiuti alle aziende colpite. Il Cdm dà l’ok al decreto

Il provvedimento prevede l’intervento di Cdp e Invitalia nei casi di veto. È stato fortemente sostenuto dal ministro Urso, impegnato a coniugare politica industriale e sicurezza nazionale davanti alle mire cinesi e russe

Il Consiglio dei ministri riunitosi ha approvato un decreto legge che prevede misure a tutela dell’interesse nazionale nei settori produttivi strategici. Il provvedimento, fortemente sostenuto da Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, si compone di due parti. La seconda prevede immediati interventi compensativi a sostegno delle imprese destinatarie di un veto per ragioni di sicurezza nazionale ai sensi della normativa golden power, ove le stesse ne facciano richiesta.

L’articolo 2 del decreto legge, infatti, riguarda le procedure per l’attivazione delle misure di sostegno della capitalizzazione dell’impresa idonee a consentire un rafforzamento patrimoniale ai fini dell’accesso agli interventi erogati dal patrimonio destinato (Cassa depositi e prestiti) e al Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione della attività di impresa (Invitalia) nonché ai contratti di sviluppo e agli accordi per l’innovazione (ministero delle Imprese e del Made In Italy).

Si tratta di quel “raccordo tra golden power e politica industriale” a cui faceva riferimento pochi giorni fa Roberto Garofoli, presidente di sezione del Consiglio di Stato e sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri del governo Draghi. “Un anello che va rafforzato”, aveva detto spiegando che nei casi di veto occorre che di quell’asset di cui è stata bloccata la vendita “qualcuno si occupi”. Durante il governo Draghi sono aumentati fortemente i casi di notifiche ai sensi della normativa Golden power ma anche gli interventi per bloccare operazioni ostili da società legati ai governi di Cina e Russia.

L’articolo 1, invece, riguarda il settore degli idrocarburi, alla luce della crisi energetica in corso, in casi di rischi di continuità produttiva idonei a recare pregiudizi all’interesse nazionale. A tal fine vengono definite le procedure di amministrazione temporanea anche nel caso in cui sia il governo a procedere d’ufficio, con decreto interministeriale del ministero delle Imprese e del Made in Italy di concerto con il ministero dell’Economia e dell’Ambiente e della sicurezza energetica, in caso di grave e imminente pericolo di pregiudizio all’interesse nazionale alla sicurezza nell’approvvigionamento energetico. Il commissario ministeriale, si legge nell’estratto, può avvalersi anche di società a controllo pubblico operante nel medesimo settore e senza pregiudizio della disciplina in tema di concorrenza. L’amministrazione temporanea è disposta per un periodo di massimo 12 mesi, prorogabile una solo volta fino a ulteriore 12 mesi. L’intera disposizione ha carattere temporaneo con validità sino al 30 giugno 2023. Si tratta di una decisione che riguarda la raffinirei Isab di Priolo.

Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, “esprime soddisfazione per l’approvazione in Consiglio dei ministri di un decreto legge a tutela dell’interesse nazionale nei settori produttivi strategici”, si legge in una nota. “Una norma con la quale il governo interviene, tra l’altro, per garantire la continuità del lavoro nella raffineria Isab di Priolo che impiega con l’indotto circa 10.000 persone. Scopo dell’intervento d’urgenza è tutelare al tempo stesso un nodo energetico strategico nazionale e i livelli occupazionali così significativi per la Sicilia e l’intera nazione”.



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