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“Grano dall’Ucraina”. L’appello di Andriy Yermak, consigliere di Zelensky

Di Andriy Yermak

Formiche.net pubblica in esclusiva per l’Italia l’appello di Andriy Yermak, capo dell’Ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ai fondi internazionali, ai governi stranieri, alle organizzazioni benefiche e alle imprese private affinché acquistino il grano ucraino e aiutino i Paesi in via di sviluppo

Zufan ha 27 anni. Vive a Mekelle, la capitale della regione settentrionale del Tigray, in Etiopia, dove centinaia di migliaia di persone rischiano di morire di fame.

Zufan ha un Master in Project Management e, fino a poco tempo fa, un lavoro ben retribuito con l’intenzione di conseguire un dottorato di ricerca. Ora è stata costretta a vendere il suo corpo per sopravvivere a una carestia che ha già causato la morte di un genitore.

“Ho visto mio padre morire per malnutrizione”, ha detto Zufan in una recente intervista. “È morto tra le mie braccia. Mia madre è tutta ossa. Dopo aver perso mio padre a causa della fame, dovevo fare qualcosa per salvare la mia vita e quella di mia madre. La fame non ti dà tempo. Ho provato a chiedere l’elemosina. Ma non funziona perché ci sono molti mendicanti. Sono diventata una prostituta”.

Il mondo è in preda a una terribile crisi alimentare. Nel Tigray, quasi un bambino su tre sotto i cinque anni è malnutrito. Secondo l’ultimo rapporto del World Food Programme, 970.000 persone stanno affrontando livelli catastrofici di carestia, dieci volte in più rispetto a cinque anni fa.

Le guerre civili e anni di piogge insufficienti hanno contribuito a limitare l’approvvigionamento di cibo in Africa. Ma un altro fattore importante è la guerra di aggressione illegale intrapresa dalla Russia contro l’Ucraina. L’invasione ha sconvolto la nostra vasta industria agricola e rappresenta una minaccia diretta alla sicurezza alimentare globale.

L’Ucraina, conosciuta come il granaio d’Europa, detiene una quota di mercato globale significativa in termini di volume di diversi prodotti alimentari essenziali, come il mais (16,2%), il grano (11,6%), l’orzo (17,6%) e l’olio di girasole (50%) – secondo l’ultimo rapporto USDA prima della guerra.

Distruggendo le catene di approvvigionamento tradizionali, la Russia ha avvicinato alla fame almeno 70 milioni di persone nel mondo.

L’Etiopia, che si trova nel mezzo di una guerra civile, non è l’unico Paese in crisi. Nello Yemen, anche Hafsa Ahmed sta morendo di fame. La bambina di due anni è la più piccola di sei figli. Uno dei suoi fratelli è già morto per una grave malnutrizione.

Mohammed Hussein ha 49 anni ed è padre di cinque figli. Tre anni fa ha perso un figlio di nove mesi. Ora Hussein ha un bambino di un anno e uno di tre che stanno morendo di fame. “Non ci sono soldi e sono senza lavoro”, ha detto. “Potrebbero morire anche loro di fame”.

Gli yemeniti sono stati particolarmente colpiti dalla illegale invasione russa dell’Ucraina. Il grano è una parte molto importante della loro dieta e circa il 40% del grano veniva importato dall’Ucraina fino a quando la Russia non ha bloccato i nostri porti.

Più di mezzo milione di bambini nello Yemen è gravemente malnutrito e circa 2,2 milioni di bambini yemeniti soffrono la fame. Secondo le Nazioni Unite, quest’anno anche 1,3 milioni di donne incinte o che allattano soffriranno di grave malnutrizione.

L’Ucraina conosce meglio di altri l’impatto che ha una carestia devastante. Novanta anni fa, milioni di ucraini furono ridotti alla fame dall’Unione Sovietica in seguito a una serie di rivolte contadine. Dopo aver conquistato il nostro Paese – non per la prima volta – i russi non riuscirono a sottomettere il suo popolo.

Oggi, ancora una volta, la Russia cerca di distruggere l’Ucraina, come Stato indipendente, come nazione, come popolo libero. Ma ancora una volta, i tentativi del Cremlino di inghiottire il nostro Stato, pezzo per pezzo, come fece un secolo fa, stanno fallendo.

L’Ucraina è vittima di una guerra illegale di aggressione da parte della Russia e si trova in prima linea in un conflitto che plasmerà il XXI secolo.

Da settimane, con l’inverno alle porte, le forze armate russe stanno bombardando le infrastrutture energetiche civili dell’Ucraina con centinaia di missili. Un palese crimine di guerra.

Tuttavia, anche se il mio Paese sta lottando contro la scarsità di cibo, i terreni agricoli devastati e i blackout diffusi, non dimenticheremo mai il nostro ruolo di cittadini globali responsabili, soprattutto dopo aver vissuto come nazione la carestia. L’Africa ha un disperato bisogno di cibo e l’Ucraina è pronta a sostenere le persone vulnerabili nel momento del bisogno.

Abbiamo lanciato un nuovo programma alimentare umanitario, “Grano dall’Ucraina”, per alleviare la crisi della sicurezza alimentare globale. Lavorando con enti governativi, aziende private e Ong, il programma intende garantire il trasporto sicuro di grano e prodotti agricoli attraverso i porti ucraini e prevenire la carestia nei Paesi più vulnerabili dell’Africa.

L’Ucraina fa appello ai fondi internazionali, ai governi stranieri, alle organizzazioni benefiche e alle imprese private affinché acquistino il grano ucraino e aiutino i Paesi in via di sviluppo, sostenendo al contempo una delle colonne portanti dell’economia ucraina: i suoi agricoltori.

I primi risultati sono stati incoraggianti. La prima nave è arrivata al porto di Doraleh il 3 dicembre, consegnando 25.000 tonnellate di grano ucraino per l’Etiopia. Una seconda nave è stata caricata con 30.000 tonnellate di grano nel porto di Chornomorsk sul Mar Nero e si dirigerà in Etiopia in questi giorni.

Decine di partner hanno già promesso il loro sostegno, tra cui Unione europea, Regno Unito, Stati Uniti, Turchia, Qatar e Svizzera. Sono stati raccolti più di 180 milioni di dollari per sostenere il progetto che ha l’obiettivo di caricare e consegnare fino a 60 navi di grano entro la metà del 2023.

Ci auguriamo che questo progetto umanitario contribuisca a rafforzare i legami dell’Ucraina con l’Africa, un continente che per lungo tempo è stato vittima di prepotenze e manipolazioni da parte della Russia.

Speriamo che il Cremlino si renda conto degli errori commessi, ritiri le sue truppe dai nostri territori e cessi la sua campagna di terrore.

E speriamo, infine, che l’iniziativa “Grano dall’Ucraina” possa contribuire ad alleviare le inimmaginabili sofferenze di bambini come Hafsa, donne come Zufan e genitori come Mohammed.

(Foto: Twitter @AndriyYermak)

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