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Qatar, sulle interferenze si accende il faro del Parlamento europeo

Glucksmann, membro dei socialdemocratici, ha annunciato che la commissione speciale da lui presieduta, che si occupa di ingerenze straniere, si concentrerà sul QatarGate: “È giunto il momento di dimostrare che la democrazia non è in vendita”

Il cosiddetto QatarGate – denaro o regali in cambio per influenzare decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo – è uno scandalo ”molto grave”, “un caso da manuale di interferenza straniera e corruzione”, ha scritto Raphaël Glucksmann, europarlamentare francese, membro del gruppo dell’Alleanza progressista di socialisti e democratici (lo stesso dei politici coinvolti), presidente della Commissione speciale sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell’Unione europea, inclusa la disinformazione. La presunzione di innocenza deve ovviamente prevalere, ma la rete scoperta è sconcertante”, ha spiegato su Twitter sostenendo che “probabilmente è solo l’inizio”.

“Da quando presiedo la Commissione speciale contro le interferenze straniere, ho ripetutamente avvertito che la corruzione e la penetrazione di interessi stranieri riguardano tutti i Paesi europei e tutti i partiti politici. A destra e a sinistra”, ha continuato. “Il fatto che l’estrema destra europea sia stata finanziata da [Vladimir] Putin è noto a quasi tutti, ma non è l’unico. E dobbiamo avere il coraggio di portare alla luce tutti i casi di penetrazione e corruzione. Tutti. Anche quando riguarda la sinistra. La corruzione – morale e finanziaria – e le interferenze straniere minano le nostre città”. La commissione speciale che presiede, ha annunciato, “si occuperà di questa questione estremamente seria. È giunto il momento di dimostrare che la democrazia non è in vendita!”, ha concluso.

Durante la plenaria di Strasburgo, l’ultima dell’anno, non ci sarà alcun voto sulla liberalizzazione dei visti per i cittadini qatarioti. Si discuterà, invece, un’interrogazione presentata dallo stesso Glucksmann a fine ottobre in merito al pacchetto sul tema “Difesa della democrazia” annunciato da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, nel suo Discorso sullo stato dell’Unione di metà settembre. Sei i quesiti presentati dall’eurodeputato. Tra questi: “Intende affrontare le questioni degli ex funzionari europei che lavorano per entità straniere ostili (elite capture) e dei finanziamenti esteri delle campagne politiche o della società civile nell’Ue? In che modo intende bloccare la Commissione i ‘cavalli di Troia delle autocrazie’ in seno alle istituzioni dell’Ue?”. Inoltre, Glucksmann chiede come verrà coinvolta la commissione che presiede, il cui mandato è in scadenza a marzo 2023.

Quel discorso aveva “offerto una valutazione lucida e consapevole delle minacce esterne e interne alla democrazia nel continente”, commentavano Vassilis Ntousas ed Etienne Soula dell’Alliance for Securing Democracy. “Il tono generale del discorso, sostenuto da diverse misure direttamente rivolte a queste minacce, ha mostrato una chiara intenzione di reagire agli autocrati di Mosca, Pechino e dei Paesi più vicini”. L’inverno, preannunciavano gli esperti sottolineando la scarsità di dettagli del pacchetto annunciato, sarebbe stato “impegnativo per tutti gli europei e un periodo di prova per la determinazione dell’Unione europea”.

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