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Kyiv, Mediterraneo e il 2%. Il discorso di Crosetto letto da Coticchia

Fabrizio Coticchia, professore associato di scienza politica all’Università di Genova, commenta gli interventi alle Camere del presidente Meloni e del ministro Crosetto: “Nonostante alcune voci critiche nella maggioranza, c’è la volontà del governo di affermarsi come attore credibile nei confronti degli alleati”. Bussola Ue e Concetto strategico Nato, impegno nell’Indo-Pacifico e rapporto con la Cina

I discorsi odierni alle Camere di Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, e Guido Crosetto, ministro della Difesa, “richiamano il primo punto del programma di politica estera del centrodestra, cioè la centralità delle alleanze tradizionali dell’Italia, la Nato e l’Unione europea, e sono in linea con le aspettative e con il lascito del governo precedente”. A spiegarlo a Formiche.net è Fabrizio Coticchia, professore associato di scienza politica all’Università di Genova. In particolare, dice, le conferme di Crosetto sull’obiettivo del 2% del prodotto interno lordo in spese militari e sugli aiuti all’Ucraina, “nonostante alcune voci critiche nella maggioranza, rientrano nella volontà di affermarsi come attore credibile nei confronti degli alleati. Quando il ministro parla della scelta del 1949 di aderire alla Nato come Paese fondatore si rivolge sia alla sua constituency, con gli echi della Guerra Fredda, sia alla Nato e all’Unione europea per dimostrare che l’Italia è un membro affidabile”.

Nel suo intervento Crosetto si è detto “convinto” che “quando il conflitto sarà terminato, la comunità internazionale dovrà ripensare completamente l’architettura di sicurezza e delle relazioni internazionali”. Le Nazioni Unite, ha aggiunto, “così come le abbiamo modellate dopo il secondo conflitto mondiale, sono ormai da un decennio ostaggio del sistema dei veti incrociati che ne limitano il compito principale, quello di prevenire la degenerazione in guerra dei tanti conflitti del mondo”. Il ministro, commenta Coticchia, “sembra voler da una parte evidenziare la scarsa efficacia delle Nazioni Unite su alcune questioni, dall’altra modificare l’approccio italiano alla sicurezza sottolineando di conseguenza la necessità di aumentare le spese militari”.

Con riferimento all’obiettivo del 2%, il professore osserva: “Non vedo intoppi possibili in parlamento, se non una battaglia politica del Movimento 5 Stelle, che pur in passato ha votato a favore di questo target così come dell’invio delle armi all’Ucraina. L’obiettivo al 2028 è realizzabile alla luce di un forte sostegno parlamentare emerso anche in queste settimane. Ma è bene tenere a mente che, qualora l’architettura di sicurezza dovesse cambiare con l’Unione europea che prende il posto degli Stati Uniti per la sua difesa territoriale, allora occorrerà ben altro che il 2%”.

“Nonostante le preoccupazioni a Est”, però, continua il professore, “anche nell’intervento odierno, il ministro ha sottolineato come il Mediterraneo rappresenti l’area centrale della politica estera e di sicurezza. La difesa del Mediterraneo allargato era uno dei pilastri del precedente dicastero di Lorenzo Guerini, assieme allo sviluppo dell’industria nazionale e alla modernizzazione delle forze armate”. Il focus, aggiunge, “non è cambiato con il nuovo governo e c’è una forte attenzione ai contesti di alleanza nei quali siamo inseriti, dimostrata anche oggi dal presidente Meloni che ha citato sia la Bussola strategica dell’Unione europea sia il Concetto strategico della Nato pubblicati quest’anno”.

Entrambi i documenti presentano una novità: l’attenzione all’Indo-Pacifico. Coticchia indica nel “Contributo italiano alla strategia dell’Indo-Pacifico” pubblicato a gennaio dalla Farnesina il documento di riferimento. “Contiene un paragrafo dedicato a difesa e sicurezza che già indicava la direzione industriale formalizzata con l’adesione del Giappone al programma Global combat air programme (Gcap) per il nuovo aereo da combattimento Tempest con Italia e Regno Unito”, spiega. Di oggi è anche il colloquio tra Crosetto e l’omologo indonesiano Prabowo Subianto, dal quale è giunto “l’apprezzamento per l’impegno dell’Italia nell’attuale quadro geostrategico e per le sue eccellenze tecnologiche”, si legge in una nota della difesa. I due hanno parlato di rapporti bilaterali, cooperazione in ambito difesa e collaborazione nei settori industriale, economico e commerciale.

“Il coinvolgimento militare italiano nell’Indo-Pacifico appare possibile da un punto di vista simbolico, con esercitazioni per esempio”, commenta Coticchia. “Anche perché, come ha detto il ministro Crosetto oggi, ‘quello che abbiamo fatto e stiamo facendo’ in Ucraina, ‘pur non comportando oneri diretti e immediati nel lungo periodo, potrebbe incidere sulle nostre capacità’. Inoltre, va considerato il contesto delle discussioni a livello europeo sul rapporto con la Cina, dove pesa di più di tutti la Germania”, conclude.



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