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Le luci (fiscali) sulla manovra di Giorgia Meloni

Di Vincenzo De Luca

Sia l’aumento della soglia di reddito autonomo da sottoporre a tassa forfettaria, sia la flat tax incrementale sono due misure positive e benefiche. Il commento di Vincenzo De Luca, responsabile Fisco per Confcommercio

Tra le misure di riduzione della pressione fiscale sugli esercenti attività d’impresa e di lavoro autonomo contenute nella Manovra di Bilancio 2023, particolare importanza rivestono sia l’incremento, da 65 mila a 85 mila euro, del limite di ricavi o compensi entro cui le partite Iva potranno accedere al regime forfettario con imposta sostitutiva pari al 15%, sia la sperimentazione, per il solo anno 2023, della cosiddetta Flat tax incrementale, che riguarda tutti i titolari di reddito d’impresa e di lavoro autonomo diversi da quelli che applicano il regime forfetario, che permette di assoggettare a tassazione agevolata, con aliquota del 15%, gli incrementi di reddito realizzati nell’anno 2023, rispetto al reddito più elevato tra quelli dichiarati nel triennio 2020-2022.

Entrambe le misure sono positive in quanto, la prima comporta l’allargamento della platea dei soggetti che potranno beneficiare del regime forfetario e, la seconda, consentendo di escludere il reddito incrementale (non superiore a 40 mila euro) dalla tassazione progressiva Irpef ed assoggettandolo ad imposta sostitutiva nella misura del 15%, oltre che una riduzione del carico fiscale, potrà favorire una maggiore produttività di tali soggetti.

Tuttavia, affinché si possa conseguire, nel medio periodo, una riduzione generalizzata della pressione fiscale su tutti i contribuenti (a prescindere dalla tipologia di reddito), si ritiene opportuno proseguire nel processo di revisione dell’Irpef, parzialmente anticipato con la legge di Bilancio per il 2022 – secondo uno schema di intervento che ricomprende:

• la riduzione delle aliquote e degli scaglioni di reddito (gradualmente si potrebbe pensare ad un sistema a tre aliquote);

• la semplicità degli adempimenti;

• l’equità, con l’introduzione di una “no tax area” senza disparità di trattamento tra le diverse tipologie di reddito da lavoro o da pensione;

• la conferma del principio di progressività anche attraverso un uso accorto delle detrazioni e delle deduzioni d’imposta.

Sempre in tema di riduzione della pressione fiscale sulle imprese, andrebbe affrontata anche la questione del progressivo superamento dell’Irap, assicurando, comunque, il finanziamento del fabbisogno sanitario. La Legge di Bilancio per il 2022 ha abrogato l’imposta regionale per le persone fisiche e le ditte individuali. Occorrerebbe pervenire, gradualmente, alla abolizione del tributo anche per le imprese costituite sotto forma di società.

Le misure di sostegno in favore del contribuente (cosiddetta tregua fiscale) sono tutte misure attese dai contribuenti ed estremamente importanti in quanto sono finalizzate, da un lato, ad instaurare un nuovo rapporto tra Amministrazione finanziaria e contribuente – meno conflittuale, più collaborativo, più trasparente – e, dall’altro, a smaltire l’ingente magazzino dei debiti fiscali iscritti a ruolo, di cui solo una minima parte sono esigibili.

Per sottolineare l’importanza delle predette misure basti pensare che, complessivamente, esse interessano una platea di 19 milioni di contribuenti. Affinché, però, tali istituti possano avere piena efficacia bisognerebbe proseguire nel processo di revisione del sistema nazionale di riscossione, già avviato con l’ultima Legge di Bilancio, potenziando l’efficienza amministrativa e semplificando il sistema nel suo complesso.

Occorre, poi, contemporaneamente, l’impegno per un solido percorso di tax compliance nei rapporti tra Fisco e contribuente. Al riguardo, andrebbero incentivati meccanismi strutturali di premialità per i contribuenti virtuosi, come gli Indici Sintetici di Affidabilità Fiscale (Isa), e ridotti i termini di controllo e di accertamento, nonché accelerati i rimborsi fiscali.

Infine, bisogna semplificare il sistema fiscale del nostro Paese nel suo complesso. Non si tratta di una “missione impossibile”. Occorre partire dall’attuazione di alcuni principi fondamentali dell’ordinamento tributario. In particolare, è necessario:

• riordinare e stabilizzare le norme tributarie, eliminando quelle inutili e superflue, e sistematizzare le altre disposizioni in un unico Codice Tributario;

• applicare, concretamente, l’irretroattività delle disposizioni tributarie e costituzionalizzare lo Statuto dei diritti del contribuente.

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