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Il discorso di Mattarella, tra responsabilità e rassicurazione

Sergio Mattarella è sembrato (ma non serviva la nostra osservazione per averne conferma) consapevole della valenza storica del discorso di fine 2023, e soprattutto degli obiettivi utili da coprire: rassicurare il Paese, sottolineando il corretto funzionamento dei processi democratici (leggasi: del governo Meloni) e mostrarsi come il garante delle procedure istituzionali. Il commento di Martina Carone (Quorum/Youtrend)

Se quest’anno si può definire complesso e impegnativo, come d’altronde il presidente Mattarella lo definisce proprio all’inizio del suo discorso di fine anno, quest’ultimo lo si può definire con un aggettivo molto chiaro: accorato.

Il discorso del Presidente è uno dei momenti più attesi dell’anno politico. Ogni anno, si rivolge ai cittadini riassumendo i grossi passaggi politici e sociali che si sono affrontati, e spesso si profilano le linee delle sfide che si dovranno fronteggiare.

Quest’anno, se possibile, il discorso di Mattarella è stato ancora più atteso: è infatti il primo che rivolgerà agli italiani da Presidente rieletto, dopo averci simbolicamente salutato – l’anno scorso – con una finestra aperta sullo sfondo a ricordarci che sarebbe uscito dal palazzo del Quirinale, di lì a poco. Così non è stato. Ed è lo stesso Mattarella ricordarci l’eccezionalità della sua rielezione richiamando una delle parole chiave del discorso di quest’anno e forse di tutto il 2022: responsabilità.

È infatti noto che l’impasse politica emersa durante l’elezione (anzi, più corretto dire la rielezione) del presidente si è prolungata lungo la prima metà dell’anno, fino a causare il disordine negli equilibri di forza del centrodestra, allora diviso sul sostegno al governo Draghi e oggi unito in una maggioranza con a capo FdI, l’unico partito all’opposizione negli ultimi governi. Governi che hanno dovuto affrontare sfide difficili, la crisi economica, la pandemia, la guerra in Europa, le complessità conseguenti al conflitto e l’impatto sulla nostra economia e sulla nostra indipendenza energetica.

Sergio Mattarella è sembrato (ma non serviva la nostra osservazione per averne conferma) consapevole della valenza storica del discorso di fine 2023, e soprattutto degli obiettivi utili da coprire: rassicurare il Paese, sottolineando il corretto funzionamento dei processi democratici (leggasi: del governo Meloni) e mostrarsi come il garante delle procedure istituzionali dopo un anno che ha visto una figura del calibro di Mario Draghi cadere alle logiche della politica più schietta e brutale.

L’elezione di Giorgia Meloni, per giunta, è un fatto storico di per sé: e infatti il Presidente stesso ricorda che la leader è la prima donna presidente del Consiglio.

Ma sono più in generale tutte le tematiche della scorsa campagna elettorale ad entrare nelle parole del Presidente: il lavoro e la precarietà, rivolgendo un pensiero ai più fragili, e rilanciando l’impegno al sostegno di chi cerca lavoro invano (ma senza citare il reddito di cittadinanza); l’ambiente e la sostenibilità, il sistema sanitario e il ruolo cruciale della scienza, proprio nel giorno in cui il decreto rave permette il reintegro dei medici no vax; l’importanza della partecipazione giovanile e la strategica centralità dell’ecosistema digitale.

Un discorso di oltre 1800 parole, con cui il Presidente ha voluto rimarcare la posizione dell’Italia nei confronti del conflitto russo in Ucraina e soprattutto concentrarsi sui risultati raggiunti e sulle possibilità di rilancio promosse dal Pnrr.

Un discorso che mira a riunire gli italiani intorno al concetto di Repubblica e di partecipazione alla democrazia, con i richiami all’importanza del lavoro, del contrasto all’evasione, dell’impegno che i cittadini mettono quotidianamente nel rispetto delle leggi democratiche.

Quello che abbiamo ascoltato è soprattutto un discorso che parla ai giovani, a cui direttamente si rivolge nell’accorato appello al rispetto delle leggi stradali, e che fa della parola “domani” e “giovani” una delle più pronunciate dal presidente insieme a responsabilità, repubblica, costituzione, libertà.

Il presidente Mattarella traccia quelle che sono le line valori valoriali che l’intero Stato e, forse, tutti cittadini dovranno tenere a mente nei mesi complessi che ci aspettano.

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