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Se Musk lascia Twitter, forse il social potrà sopravvivere

Il magnate sudafricano ha fatto una serie di giravolte sulla possibilità di promuovere account di altre piattaforme su Twitter, prima annunciando restrizioni, poi facendo marcia indietro. Ora ha chiesto al popolo di Twitter di votare sulla sua permanenza come “capo” della piattaforma. E gli utenti hanno risposto di andarsene

Il proprietario di Twitter Elon Musk ha condotto un sondaggio sulla piattaforma chiedendo agli utenti se debba dimettersi da “capo” del social network. La risposta di 17.5 milioni di persone ha visto la vittoria del Sì: il 57% dei rispondenti vuole che Musk lasci Twitter.

La notizia arriva dopo che domenica Twitter aveva annunciato che gli utenti non potranno più promuovere sulla piattaforma i propri account di altri siti e social media, tra cui Facebook e Instagram. Dopo aver circolato per un’oretta sul social, la notizia era stata annullata dal presidente e proprietario che ha fatto marcia indietro: “In futuro, ci saranno delle votazioni pubbliche riguardo cambiamenti di policy. Mi scuso. Non succederà più” aveva twittato il magnate.

Queste giravolte avvenivano mentre molte persone erano occupate a seguire la finale dei mondiali in Qatar tra Francia e Argentina. Compreso lo stesso Musk, visto nello stadio in compagnia di Jared Kushner, genero dell’ex presidente Donald Trump.

La notizia delle nuove regole aveva causato immediate reazioni. Jean-Noel Barrot, il segretario di stato francese per il digitale, aveva risposto sottolineando come la policy sarebbe risultata illegale secondo il Digital Service Act europeo (Dsa). Le nuove regolo sono “contrarie alla libertà di espressione e saranno illegali in Europa dal 2023, grazie al Dsa”.

La questione della legalità delle azioni di Twitter, e del suo frizzante proprietario, è un tema assai complesso. I due principali strumenti giuridici europei applicabili al caso sono il già menzionato Dsa e il Digital Markets Act (Dma). Il primo entrerà in vigore il prossimo anno, mentre il secondo è ancora in fase di negoziazione e non sarò operativo prima del 2024.

Ma non basta, ci sono altri problemi. Un’eventuale applicazione del Dsa richiederebbe lunghe indagini da parte di una squadra della Commissione ancora non pienamente in funzione. In secondo luogo, perché il Dma si applichi a ipotetiche violazioni di Twitter, la piattaforma dovrebbe essere considerata un gatekeeper, un’entità sufficientemente grande da dettare le regole del proprio mercato di riferimento, come un oligopolista. E Twitter non è così grande, posizionandosi diciassettesima nella classifica dei social network per numero di utenti attivi.

Twitter è rimasto al centro delle polemiche da quando, a ottobre, è stato acquisito da Musk, il quale ha immediatamente provveduto a licenziare il personale che si occupava della moderazione dei contenuti e delle questioni politiche. Il grande timore, oltre alle questioni legate alla cybersecurity e alle origini dei finanziatori, è che la piattaforma diventi un verminaio per movimenti eversivi di varia natura, a cui Musk ha più volte strizzato l’occhio.

Ora ci si chiede cosa succederà in futuro. Il magnate ci ha abituati a colpi di scena e mosse poco ortodosse, staremo a vedere.


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