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Nasce il Polo nazionale della subacquea. Tutti i dettagli

Previsto lo stanziamento di 2 milioni di euro all’anno per il centro nazionale di eccellenza su ricerca e innovazione nel dominio sottomarino. Sorgerà a La Spezia sotto la supervisione e il controllo della Marina Militare

Sta per nascere il Polo nazionale della subacquea, idea lanciata negli anni scorsi dal Segretariato generale della Difesa e Direzione nazionale degli armamenti per rafforzare ricerca e innovazione nel dominio sottomarino e per mettere quest’ultimo in sicurezza al fine di favorire anche le opportunità industriali ed economiche. D’altronde, oceani e mari “sono il futuro dell’umanità e vanno gestiti in maniera sostenibile”, come aveva dichiarato Enrico Credendino, capo di Stato maggiore della Marina, al Trans-Regional Seapower Symposium, il forum marittimo internazionale di Venezia.

Un emendamento alla Manovra presentato dai relatori prevede lo stanziamento di 2 milioni di euro annui a decorrere dal 2023 per questo centro nazionale di eccellenza che nascerà a La Spezia sotto la supervisione e il controllo della Marina Militare, da istituire e disciplinare con decreto del ministro della Difesa, “acquisito il concerto” dei ministri delle Imprese e del Made in Italy e dell’Università e della ricerca.

L’emendamento prevede “Misure per la valorizzazione del settore nazionale della subacquea” con l’aggiornamento del Codice dell’ordinamento militare. “La Marina militare promuove le attività per la valorizzazione delle potenzialità e della competitività del settore della subacquea nazionale, per la promozione delle connesse attività di ricerca e tecnico-scientifiche, nonché per il potenziamento delle innovazioni e della relativa proprietà intellettuale”, si legge.

Guido Crosetto, ministro della Difesa, ha espresso “grande soddisfazione” per la creazione del polo.

Il 30 settembre del 2019 il Segretariato generale della difesa aveva promosso un Seminario sulle Capacità delle aziende della subacquea in campo nazionale coinvolgendo: lo Stato Maggiore della Marina Militare, con un intervento di apertura dedicato alla prossima generazione di sistemi subacquei unmanned underwater vehicles di interesse in ambito operativo; Aiad, chiamata a svolgere il ruolo di collante del mondo industriale coinvolto; piccole e medie Imprese e major del settore underwater; enti di ricerca e università coinvolte in progetti di sviluppo di sistemi underwater anche in ambito civile in relazione alle potenzialità duali. Erano presenti rappresentanti di Fincantieri, Saipem, Drass, C.a.b.i. Cattaneo, Rina, Leonardo, Engineering, Gaymarine, Gem Elettronica, Carbon Dream e Fib-Faam, oltre a Università di Firenze e Centro Isme. L’intervento di chiusura era stato affidato all’allora vicesegretario generale della Difesa, ammiraglio Dario Giacomin, oggi rappresentante militare italiano alla Nato.

Poi, un anno fa, la commissione Difesa della Camera aveva approvato una risoluzione finalizzata alla costituzione del polo per valorizzare, implementare e promuovere le potenzialità e la competitività del nostro Paese nel campo subacqueo. È “fondamentale”, ha spiegato nei giorni scorsi Matteo Perego di Cremnago, sottosegretario alla Difesa (e membro di quella commissione), al Messaggero, “sfruttarne le opportunità, con effetti sul piano militare, in un contesto nel quale si profilano scenari in cui nel campo di battaglia sono presenti minacce ibride, competizione per l’accesso alle risorse naturali, sfruttamento dei domini cibernetici, intensificazione della presenza in ambito subacqueo e uso dei droni subacquei”.

Come ha spiegato nelle scorse settimane l’avvocato Stefano Mele, partner e responsabile della cybersecurity dello Studio Gianni&Origoni, a Formiche.net, il conflitto in Ucraina ha fatto emergere tre elementi: ha dimostrato quanto siamo interconnessi e dunque vulnerabili, sottolineato l’importanza della cooperazione tra governo e grandi aziende nazionali, fatto prendere coscienza del ruolo delle infrastrutture fisiche sottomarine come cavi e gasdotti.

“La dimensione subacquea da sempre riveste per il nostro Paese grande importanza per via della presenza di infrastrutture civili fondamentali”, ha dichiarato ancora il sottosegretario Perego di Cremnago. “Questo spazio interessa anche gli assetti subacquei militari ed i corridoi strategici legati all’approvvigionamento energetico, alla connettività, alla presenza di gasdotti e di dorsali sottomarine per la trasmissione del traffico dati”, ha aggiunto sottolineando il ruolo della Marina Militare per la protezione delle vie di comunicazione e delle infrastrutture sottomarine attraverso i sommergibili e altri mezzi anche di tipo unmanned, come i droni subacquei, “che forniscono un importante contributo all’high-tech e dell’indotto industriale di settore”.

Basti pensare che poco più di un mese fa è iniziata la collaborazione tra Nave Alghero, un’unità tipo Mine Hunter Coastal appositamente progettata per la localizzazione e la disattivazione/distruzione di mine navali, e l’unità posacavi Antonio Meucci nell’ambito del protocollo d’intesa siglato a luglio tra la Marina Militare e Sparkle per la protezione dei cavi di telecomunicazione sottomarini.

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