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Orban tiene la linea dura. Niente aiuti europei all’Ucraina. E i fondi…

Il presidente ungherese non cede e pone il veto sul pacchetto da €18 miliardi per Kiev. Non sono servite le minacce di non erogare i fondi di coesione e quelli pandemici da parte della Commissione. Né hanno portato a nulla le richieste dei membri come Germania, Francia e Italia di considerare in positivo i (pochi) sforzi compiuti dall’Ungheria sullo stato di diritto

Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, ha posto il veto durante la riunione del Consiglio Europeo martedì sul pacchetto di aiuti da €18 miliardi per l’Ucraina. La mossa si inserisce nel braccio di ferro delle ultime settimane tra il governo ungherese e le istituzioni comunitarie, in particolare la Commissione.

L’ultimo atto della diatriba aveva visto l’organo presieduto da Ursula von der Leyen mantenere il punto, evitando di cedere al ricatto di Budapest, che minacciava di continuare a bloccare il già citato pacchetto di aiuti, più la legge sulla tassazione minima delle multinazionali se non avesse ottenuto i fondi pandemici e di coesione.

Bruxelles aveva congelato questi fondi in seguito al rifiuto da parte del governo magiaro di implementare una lista di riforme a tutela dell’ordinamento democratico liberale. In particolare misure riguardanti la lotta alla corruzione endemica e il favorire l’indipendenza del potere giudiziario, da anni sotto il controllo dell’esecutivo.

La Repubblica Ceca, attualmente alla presidenza del Consiglio Europeo, si era detta ottimista sulla risoluzione della situazione. Una compagine di Paesi membri tra cui Germania, Francia e Italia aveva recentemente chiesto alla Commissione di valutare positivamente gli sforzi parziali compiuti dall’Ungheria, ma alla fine von der Leyen aveva optato per la posizione (rigida) che ha sempre sostenuto riguardo al rispetto dello stato di diritto.

Insomma, si è arrivati all’impasse. L’ordine delle votazioni in Consiglio oggi prevedeva che gli aiuti a Kiev fossero il primo punto da discutere, e il veto ungherese ha impedito che si votassero le altre mozioni. Tra cui, appunto, lo sblocco dei fondi di cui Orban avrebbe assai bisogno.

Per quanto riguarda gli aiuti, la Commissione ora cercherà di sondare altre possibili soluzioni, come quella ventilata dal Commissario al Bilancio, Johannes Hahn, della cosiddetta enhanced cooperation, una mossa burocratica per evitare i veti. Che però ha bisogno dell’approvazione di alcuni parlamenti nazionali, per cui i tempi si allungherebbero molto.

È possibile poi che la discussione venga rimandata al prossimo Consiglio Affari Generali il 13 dicembre. Oppure il 12 al summit dei ministri delle Finanze. Viktor Orban non si è piegato e ha scelto di fare il muso duro. Ora ha tempo fino alla fine dell’anno per far adottare il proprio piano di recupero pandemico. In caso contrario perderà il 70% dei 13 miliardi previsti.


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