I due colossi cinesi hanno firmato un accordo globale sui brevetti, che copre anche anche la tecnologia 5G. Ecco perché questa intesa potenzialmente storica riguarda anche l’Europa
Nei giorni scorsi Huawei e Oppo, due colossi cinesi delle telecomunicazioni, hanno firmato un “accordo globale di cross-licensing per i brevetti, che copre i brevetti standard-essential per la tecnologia cellulare inclusa quella 5G”, al centro del scontro tecnologico e commerciale tra Stati Uniti e Cina. L’intesa si traduce in un contratto in cui ciascuna delle due parti garantisce all’altra il diritto di utilizzare la propria proprietà intellettuale. In sintesi, Oppo, attualmente il quarto maggiore vendor mondiale di smartphone, potrà usare i brevetti sul 5G di Huawei e viceversa minimizzando i costi delle licenze e potrà anche investire insieme a una delle maggiori aziende nell’ambito delle reti 5G per innovare e migliorare le soluzioni tecnologiche esistenti per gli smartphone.
L’accordo è uno degli effetti delle conseguenze delle sanzioni imposte a Huawei dal governo degli Stati Uniti, che ha accusato la compagnia di Shenzhen di rappresentare un rischio per la sicurezza nazionale e l’ha inserita nella lista nera imponendo limitazioni sulle esportazioni. Huawei, che era tra i maggiori produttori al mondo di smartphone, aveva già indicato l’anno scorso che avrebbe iniziato a vendere i diritti d’uso dei suoi brevetti sfruttandoli per creare una nuova fonte di ricavo. La società ha stimato che i ricavi dalle licenze hanno fruttato tra 1,2 e i 1,3 miliardi di dollari, tra il 2019 e il 2021. Con una strategia più aggressiva, punta a far crescere gli introiti, visto che, secondo un’analisi (aggiornata al 2021) di GreyB, possiede il più ampio portafoglio brevetti sul 5G al mondo. Nel dettaglio, si tratta di 3.007 patent families, ovvero famiglie di brevetti simili depositati in Paesi diversi. Tra le compagnie che hanno un analogo portafoglio di brevetti ci sono Samsung e Lg in Sud Corea, Nokia ed Ericsson in Europa e Qualcomm negli Stati Uniti. Huawei punta a vendere le sue licenze a prezzi concorrenziali rispetto alle rivali.
Come sottolinea il Corriere della Sera, si tratta di una partnership potenzialmente storica perché “potrebbe consentire a Oppo di mettere le mani su quel know-how che ha permesso a Huawei, prima della messa al bando imposta dagli Stati Uniti, di ridurre (e in alcuni casi annullare) il gap nei confronti di Samsung ed Apple, anche a livello commerciale”. A Huawei, invece, potrebbe giovare dal punto di vista commerciale, almeno in Cina, un Paese da 1,4 miliardi di abitanti e potenziali acquirenti. Soprattutto, aggiunge il Corriere della Sera, “consentirà all’azienda di non vedere depauperati gli investimenti operati in ricerca e sviluppo in tutti questi anni. Samsung ed Apple sono avvisate”.
Ma non è tutto. Lo stesso giornale ricorda che la Germania ha vietato le vendite sul territorio nazionale degli smartphone Oppo alla luce di una causa sui brevetti vinta da Nokia, che ha intentato contenziosi in merito anche in Regno Unito, Spagna, Francia, India, Indonesia, Finlandia, Paesi Bassi, Svezia e Cina. La partnership con Huawei potrebbe permettere a Oppo di utilizzare le tecnologie 5G di Huawei bypassando così la questione con Nokia.