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Per rilanciare il Sud Italia serve un centro di eccellenza dell’automotive

Di Stefano Cianciotta, Idiano D’Adamo e Antonello Barone

La Gigafactory di Termoli, la più importante in Europa, preveda un hub tecnologico per far coesistere produzione, formazione, ricerca ed innovazione. L’opinione di Stefano Cianciotta (presidente Abruzzo Sviluppo SpA), Idiano D’Adamo (docente La Sapienza) e Antonello Barone (ideatore Festival del Sarà – Dialoghi sul futuro)

Al ministero dell’Industria e del Made in Italy è stato ripristinato il tavolo strategico dell’automotive. Appare una notizia da cogliere con attenzione che il dicastero impegnato in oltre 70 tavoli di crisi aziendali convochi un pensatoio dove governo e imprese discutono strategicamente a intervalli regolari del futuro di uno dei comparti industriali più decisivi per la ripresa del Paese. Soprattutto perché il principale interlocutore dell’esecutivo in quel tavolo è la più grande azienda manifatturiera nazionale, impegnata con i propri partner europei, nella più importante transizione tecnologica della sua esistenza: passare dal motore a scoppio a quello elettrico. Il ministro Adolfo Urso appare consapevole della sfida: “Il nostro obiettivo è non sono solo mantenere i siti produttivi e i livelli occupazionali, ma soprattutto favorire gli investimenti su quelle tecnologie del futuro che ci possono consentire di realizzare le macchine elettriche nel nostro Paese”. 

In tal senso il governo Meloni prosegue il lavoro svolto dall’ex presidente del Consiglio Mario Draghi, il quale ha garantito 300 milioni di euro del Pnrr per compartecipare all’investimento dei privati da oltre 2 miliardi di euro che consentirà la nascita della prima gigafactory di batterie e celle di batterie elettriche in Italia. L’intervento sarà realizzato da Stellantis nella nuova configurazione societaria denominata ACC, joint-venture che vede la paritetica compartecipazione anche della tedesca Mercedes-Benz e della francese TotalEnergies. E sarà realizzata a Termoli in Molise nel sito dove attualmente insiste lo stabilimento Stellantis, famoso per aver prodotto a partire dagli anni Ottanta prima i motori Fire e poi i cambi M40.

Il nuovo manufatto avrà una configurazione architettonica totalmente diversa. Diverse saranno le competenze tecniche e operative degli addetti. Rivoluzionato l’indotto a servizio dello stabilimento stesso. In questa iniziativa industriale innovativa che segna uno stravolgimento per maestranze e filiera sarà strategico anche l’aspetto della formazione, del trasferimento delle competenze tecnologiche, della creazione di un luogo che acceleri i processi di ricerca e sviluppo per recuperare il gap di ritardo accumulato dai player europei rispetto ai concorrenti asiatici. 

Il territorio, anche se nel Mezzogiorno d’Italia, non si è fatto trovare impreparato. Ha colto l’opportunità della realizzazione della prima gigafactory italiana per ambire a diventare il centro di riferimento per la ricerca, il trasferimento tecnologico e l’alta formazione nell’ambito della produzione e nell’innovazione nel settore delle batterie al servizio di tutto il Paese e in prospettiva del continente. Sono infatti previsti 700.000 lavoratori da formare nei prossimi anni per garantire il funzionamento del rinnovato settore dell’automotive europeo. Grazie ad un’opera di dialogo senza gelosie fra due regioni, Abruzzo e Molise, unite dalla consapevolezza dell’importanza per il proprio futuro della salvaguardia del comparto dell’automotive sono stati coinvolti primari player del settore e dell’università per costituire una compagine di progetto pronta a realizzazione un hub tecnologico con l’obiettivo di rispondere alle nuove esigenze formative del mercato dell’automotive, dell’innovazione tecnologica e dell’energia sostenibile. Protagonisti dell’iniziativa sono realtà accademiche (Politecnico di Torino e Università degli studi del Molise), istituzionali (il Consorzio di sviluppo della Valle del Biferno, l’Agenzia regionale per lo sviluppo del Molise – Sviluppo Italia Molise e Abruzzo Sviluppo) e imprenditoriali (Fca Italy, Comau, TeamSystem, Competence Industry Manufacturing 4.0, Collège des Ingénieurs Italia).

Il tavolo strategico dell’automotive che si riunirà il 5 dicembre al ministero dell’Industria e del Made in Italy ha l’opportunità di dare un primo importante segnale al Paese e in particolare al Mezzogiorno d’Italia: il futuro dell’automotive non passa solo dalla produzione, ma anche dalla formazione, dalla ricerca e dall’innovazione. Realizzare proprio al Sud un centro di eccellenza che possa accompagnare questa fase di transizione è la prima scelta davvero strategica da compiere. Un ecosistema industriale con uno sguardo diretto sul Mediterraneo.

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