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Tra propaganda e libertà. I media russi in esilio secondo l’amb. Aboltina (Lettonia)

La Lettonia è diventata un “hub” dei media russi in esilio. Qual è il loro ruolo nel veicolare l’informazione al pubblico russofono? Come vengono visti in Lettonia? Qual è il confine tra le esigenze di sicurezza nazionale e la libertà di espressione? All’indomani della chiusura di TV Rain abbiamo parlato con Solvita Aboltina, Ambasciatore della Lettonia in Italia

 

Il 6 dicembre 2022 il regolatore delle telecomunicazioni della Lettonia ha revocato la licenza di trasmettere a un’emittente russa fuggita dalla Federazione perché critica nei confronti del Cremlino. Molte entità russe di questo genere hanno lasciato la madrepatria per stabilirsi in Lettonia. Qual è il loro ruolo nel veicolare l’informazione al pubblico russofono? Come vengono visti questi media nel Paese che ospita una delle comunità di russi etnici più grandi in rapporto alla popolazione? Qual è il confine tra le esigenze di sicurezza nazionale e la libertà di espressione? Ne abbiamo parlato con Solvita Aboltina, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Repubblica di Lettonia presso la Repubblica Italiana.

Può commentare quanto accaduto a TV Rain la scorsa settimana?

Prima di tutti mi lasci ricordare che Il National Electronic Mass Media Council (Neplp) è un’istituzione indipendente, che non dipende dal governo in carica, che monitora ogni tipo di media e ne regola le attività. La loro decisione di revocare la licenza all’emittente televisiva è stata presa secondo le regole vigenti. La Lettonia è un Paese democratico che assegna grande valore alla libertà di espressione, garantita dalla Costituzione. Questa è una cosa che va ricordata, soprattutto di fronte alle accuse russe di violazioni dei diritti umani in Lettonia.

Il motivo per cui TV Rain ha chiuso è perché non ha rispettato per tre volte la legge lettone, ed erano stati avvisati le prime due volte che la licenza di trasmettere sarebbe stata ritirata in caso di ulteriori violazioni.

Di che violazioni si tratta?

La prima volta l’emittente aveva mostrato una cartina dell’Ucraina, inserendo la penisola della Crimea all’interno della Federazione Russa. Quell’episodio fece molto scalpore, non solo da noi. Il fatto è che i media indipendenti russi in Lettonia forniscono informazioni alle persone che parlano russo nel nostro Paese, oltre ai russi rimasti in patria che cercano di evitare le censure, quindi il tema è molto delicato e sensibile.

In seguito venne richiesto che i contenuti del canale fossero disponibili in Lettone oltre che in russo. E anche qui ci furono promesse, ma poi disattese. In terzo luogo, l’episodio che ha fatto traboccare il vaso è stato quello di un giornalista di TV Rain, che trasmetteva dalla Georgia, che ha fatto riferimento all’esercito russo in Ucraina come “il nostro” esercito, e ha invitato a sostenere le forze armate russe. Da qui la decisione del Consiglio di chiudere l’emittente.

Qual è la situazione dei media russi in Lettonia?

Per quanto riguarda i mass media russi critici del Cremlino, la Lettonia ne è senza dubbio diventata un hub. Ora in Lettonia vivono e trasmettono non solo emittenti russe, ma anche altre entità provenienti dal mondo post-sovietico, oltre a TV Rain altri esempi sono Deutsche Welle e Radio Free Europe. La popolazione lettone li sostiene e li accoglie in maniera genuina e entusiasta.

TV Rain è stato il primo episodio di questo tipo. Ci sono molte altre aziende che allo stesso modo hanno dovuto lasciare la Russia, non mi metterò a elencarle anche perché alcune probabilmente non vogliono far sapere di essere basate in Lettonia, per ovvi motivi di sicurezza. Noi vorremmo che TV Rain e tutte le altre emittenti continuassero a lavorare e a trasmettere in un luogo in cui si sentano al sicuro e liberi di informare la popolazione russa senza censure, ma devono rispettare la legge lettone.

È cambiato qualcosa nell’ultimo anno riguardo alle relazioni tra la minoranza russofona che vive in Lettonia e il resto del Paese?

Secondo i dati aggiornati al giugno 2022, circa il 24% della popolazione della Lettonia è di etnia russa, parliamo di poco meno di mezzo milione di persone. Noi non usiamo il termine “minoranze russofone”, perché si tratta di russi etnici. Inoltre è bene ricordare che la Lettonia è un piccolo Paese composto da una moltitudine di minoranze: russi, bielorussi, ucraini, rumeni, i cui diritti sono tutelati dalla nostra Costituzione. “Solo” il 62.9% della popolazione è lettone e parla lettone.

Di certo dopo il 24 febbraio 2022 è nato un dibattito pubblico sulla lealtà dei russi presenti nel nostro Paese, anche perché quasi tutti si informano sui mezzi di comunicazione russi, e sappiamo come funziona la propaganda di Mosca. Tornando ai dati, il 58% della popolazione è dalla parte dell’Ucraina in questa guerra. Ovviamente c’è una percentuale, soprattutto di anziani, che prova nostalgia per l’Unione Sovietica e di conseguenza si schiera con la Russia. Tuttavia, nonostante questi fenomeni, non credo ci sia il rischio di scontri etnici o religiosi all’interno della Lettonia, perché non si sono mai manifestate tensioni di questo tipo.

C’è qualche messaggio che vorrebbe mandare ai nostri lettori?

Quello che da anni proviamo a spiegare alle nostre controparti nei Paesi dell’Europa occidentale è che lo stile diplomatico russo è quello di prevalere sempre e comunque. A me sembra che a volte ci si dimentica del fatto che la Russia è una dittatura, e si comporta anche sul piano internazionale come una dittatura. La Lettonia è entrata nella Nato e nell’Unione Europea e ha accettato di conseguenza di abbracciare una serie di valori, la democrazia, la libertà di espressione. Quando ci sono problemi ci si mette a un tavolo e si discute, seguendo regole diplomatiche di base.

Questo approccio non funziona con la Federazione Russa perché cercano sempre di prevalere in maniera aggressiva, utilizzando qualunque mezzo a disposizione, inclusa la propaganda e la disinformazione. Questo, tra l’altro, si ricollega al fatto che non possiamo imporre all’Ucraina condizioni su come e quando fermare la guerra. La guerra finirà quando lo deciderà l’Ucraina.



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