Duro comunicato sindacale dopo la pubblicazione sul maggior quotidiano economico d’Italia di uno speciale di quattro pagine per “propagandare” l’economia cinese. È stato “inopportuno” e “pericoloso”
I giornalisti del Sole 24 Ore hanno firmato un duro comunicato sindacale dopo la pubblicazione sull’edizione domenicale del maggior quotidiano economico d’Italia, di uno speciale di quattro pagine dedicato “a propagandare” l’economia cinese. Un atto definito “inopportuno” e “pericoloso”.
Il titolo di quel “Focus China” (“a cura della concessionaria 24ore System”) è chiaro: “Gli importanti risultati dell’economia cinese nell’ultimo decennio”. Si parla anche dei rapporti tra Cina e Unione europea. Ultima pagina: “Il commercio estero cinese è stabile e va lontano”.
Ma tante, troppe sono le omissioni: gli impatti globali della guerra in Ucraina, avviata dal presidente russo Vladimir Putin pochi giorni dopo aver sancito un’amicizia “senza limiti” con il leader cinese Xi Jinping; le proteste per le restrizioni della politica “Zero Covid”, il contesto internazionale che vede Stati Uniti e Unione europea “mai così allineati” davanti alla stessa Cina che cerca di spingere i 27 su una posizione terza.
Non è la prima volta che accade una cosa simile. Nel comunicato sindacale, infatti, si fa riferimento ad “analoghe pagine” pubblicate “tempo fa”, di cui i giornalisti si erano lamentati ottenendo “l’impegno di informare preventivamente la rappresentanza della redazione e di concordare almeno la forma, se non i contenuti”. Impegno che però non è stato mantenuto, si legge. “Le esigenze del conto economico non possono prevalere su ogni altro tipo di considerazione”, è l’ultima riga del duro comunicato sindacale.
Ecco il testo integrale del comunicato sindacale.
Care lettrici, cari lettori,
prendiamo fortemente le distanze da quanto pubblicato sul Sole 24 Ore di domenica 4 dicembre sotto il titolo «Focus China»: quattro pagine di giornale sono state dedicate a propagandare risultati, prospettive e forza attrattiva dell’economia cinese. Non con servizi giornalistici, ma nell’ambigua forma del “publiredazionale”, dove contenuti pubblicitari vengono tradotti in una grafica che crea un evidente rischio di confusione per chi legge.
A non essere indicata chiaramente su quelle pagine, oltre alla matrice pubblicitaria, è anche la committenza, mentre chiarissimi sono i contenuti ed eloquenti i titoli (“Gli importanti risultati dell’economia cinese nell’ultimo decennio”, “La crescita di qualità della Cina”, “Un salto storico dell’economia cinese nella nuova era”, “Cina e Ue rafforzano la sinergia nelle strategie di sviluppo”, “Il commercio estero cinese è stabile e va lontano”), tanto da fare pensare senza troppe difficoltà a un investitore istituzionale, soprattutto in un Paese dove tra sistema economico e apparato politico il confine è assai labile, se non inesistente.
E allora, fare da cassa di risonanza ai messaggi di uno Stato dove il pluralismo politico è nullo, la libertà di espressione e il diritto di critica mai riconosciuti, il diritto anche all’esistenza di minoranze negato, autore di una politica estera aggressiva e imperialista, è a nostro giudizio più che inopportuno, pericoloso.
A peggiorare le cose c’è la recidiva: tempo fa analoghe pagine vennero pubblicate, ce ne lamentammo anche allora e venne preso l’impegno di informare preventivamente la rappresentanza della redazione e di concordare almeno la forma, se non i contenuti. Impegno non mantenuto. Le esigenze del conto economico non possono prevalere su ogni altro tipo di considerazione.
Il Comitato di redazione del Sole 24 Ore