La Repubblica Popolare Cinese compie dimostrazioni di forza per segnalare il proprio disappunto agli Stati Uniti, “colpevoli” di dedicare eccessiva attenzione e finanziamenti alla difesa di Taiwan. Cose che il governo cinese vede come interferenze straniere in affari interni. Domani la presidente terrà una conferenza stampa in cui…
L’esercito cinese ha inviato 71 aerei e sette navi in 24 ore nello spazio aereo e marittimo di Taiwan. La dimostrazione di forza arriva in seguito al disappunto espresso da Pechino per un provvedimento della Difesa statunitense relativo a Taipei.
Il riferimento è a una legge sulla spesa per la difesa degli Stati Uniti, che definisce la Cina un rivale strategico. Per quanto riguarda la regione indo-pacifica, il provvedimento autorizza una maggiore cooperazione di sicurezza con Formosa e insiste su una maggiore cooperazione con l’India sulle tecnologie di difesa emergenti, sulla preparazione e sulla logistica. Tenendo conto del protrarsi della guerra in Europa e delle crescenti tensioni con la Repubblica Popolare, il presidente Joe Biden ha firmato finanziamenti per il Pentagono da $10 miliardi nei prossimi cinque anni.
Negli ultimi anni la Cina ha intensificato le attività militari nei confronti di Taiwan, che rivendica come proprio territorio, e l’Esercito Popolare di Liberazione (Pla) ha inviato mezzi aerei o navali per atti dimostrativi quasi ogni giorno.
Tra le 6 di domenica e le 6 di lunedì, 47 aerei cinesi hanno attraversato la linea mediana dello Stretto di Taiwan, un confine non ufficiale un tempo tacitamente accettato da entrambe le parti. Tra gli aerei cinesi si trovavano caccia J-16 e Su-30 e droni. Taipei ha dichiarato di aver monitorato le la situazione attraverso i suoi sistemi missilistici.
“Questa è una ferma risposta all’attuale escalation e provocazione di Stati Uniti e Taiwan”, ha dichiarato Shi Yi, portavoce del Comando del Teatro Orientale del Pla, in un comunicato di domenica sera. Il comunicato annunciava che il Pla stava svolgendo operazioni di pattugliamento ed esercitazioni di attacco congiunte nelle acque intorno a Taiwan.
L’esercito cinese ha spesso utilizzato grandi esercitazioni militari come dimostrazione di forza in risposta alle azioni del governo statunitense a sostegno di Taiwan. Ad agosto aveva messo in scena la più grande esercitazione militare di sempre, con proiettili e bombe vere, in risposta alla visita a Taipei della presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi. Pechino considera le visite di governi stranieri sull’isola come un riconoscimento de facto dell’indipendenza dell’isola e una sfida alla rivendicazione di sovranità della Cina.
Domani la presidente Tsai Ing-Wen terrà una conferenza in cui presenterà i dettagli della probabile estensione della leva militare sull’isola. Come ha notato il giornalista e analista William Yang, il tempismo di questa notizia ricorda il la reazione del gennaio 2019, quando Tsai rispose al discorso di Xi Jinping al popolo taiwanese.
Yang sottolinea come in entrambi i casi il Democratic Progressive Party (il partito di maggioranza di Taipei) aveva perso le elezioni locali e, dunque, era (ed è) in cerca di occasioni per inseguire consenso. L’altra somiglianza con il 2019 risiede nel fatto che Pechino ha di nuovo concesso un lasso di tempo perché Tsai potesse esprimere una reazione.
Domani sarà importante capire in che modo verrà presentato il piano di rafforzamento della difesa nazionale. Ciò che sappiamo è che Tsai è molto abile a scegliere il momento adatto a rispondere alle provocazioni di Pechino, riuscendo ogni volta a guadagnare sostegno elettorale.