L’Ucraina ha dimostrato una forte volontà politica nell’accedere alla comunità europea e sembra ampiamente avviata sulla strada per diventare un Paese europeo a tutti gli effetti. Certo, c’è ancora molta strada da fare, soprattutto in campo economico e finanziario. Un ruolo essenziale lo giocheranno i fondi e gli investimenti esteri per la ripresa dopo la guerra
Ogni anno, a dicembre, il Consiglio europeo comunica le proprie considerazioni sull’allargamento e sui progressi compiuti dagli aspiranti Stati membri. In questo 2022, per la prima volta, il Consiglio ha fatto riferimento all’Ucraina. Nel documento si legge che “il Consiglio ha riconosciuto il notevole sforzo compiuto dall’Ucraina in circostanze molto difficili per raggiungere gli obiettivi alla base del suo status di candidato. Il Consiglio ha inoltre riconosciuto i progressi compiuti dall’Ucraina nel suo processo di riforma e incoraggia l’Ucraina a continuare a soddisfare le condizioni specificate nel parere della Commissione sulla sua domanda di adesione all’Ue”. Ma quali sono questi progressi? E cosa c’è ancora da fare? A rispondere è sempre la Commissione europea nelle sue comunicazioni al Consiglio, datate al giugno 2022.
Democrazia
L’Ucraina è una democrazia piuttosto sviluppata e ha dimostrato una buona resistenza del sistema istituzionale, che è rimasto invariato dall’invasione russa nonostante la legge marziale. Il Parlamento, in grado di esercitare un effettivo controllo sul governo, sarebbe in teoria composto di 450 deputati, ma mancano i 26 seggi che sarebbero dovuti essere eletti in Crimea e a Sebastopoli, territori annessi dalla Russia nel 2014. Il rapporto si conclude su questo punto ricordando il ruolo particolarmente attivo della società civile che, con le sue organizzazioni, si rende un importante partner del governo nell’attuare riforme politiche in senso liberale. Dal canto suo, l’esecutivo è in grado di pianificare e implementare efficacemente politiche e interventi.
Pubblica amministrazione
Il Paese ha raggiunto importanti progressi nel migliorare i propri servizi amministrativi dal 2014. Ha sviluppato un framework legale adatto a un’amministrazione moderna, anche se non ancora implementato completamente. Il punto critico di questo aspetto proviene dalla ancora diffusa corruzione, che l’Ucraina sta cercando di affrontare.
Stato di diritto
Dalla rivoluzione del 2014, l’Ucraina ha intrapreso due grosse riforme del sistema giudiziario e contro la corruzione. Obiettivo era anche quello di rendere più indipendente il sistema dagli organi legislativi, più trasparenti ed efficienti i processi e di allineare il sistema giudiziario allo stato di diritto proprio di una democrazia liberale. Enormi progressi sono stati raggiunti, anche se risulta ancora forte la presenza di gruppi di interesse oligarchici. A questo tema si aggiunge la scarsa preparazione e dotazione delle forze di polizia, attualmente non ancora in grado di affrontare fenomeni criminali complessi, quali il traffico organizzato di armi e droga.
Per quanto riguarda la tutela dei diritti umani c’è ancora parecchia strada da fare. Il Paese è oggetto di 501 sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo in attesa di esecuzione. Quasi tutte riguardano violazioni del diritto a un equo processo a causa dei maltrattamenti delle forze di polizia e della arbitrarietà della detenzione preventiva. D’altra parte, i cittadini ucraini godono di una buona libertà di espressione e si è creato un buon equilibrio tra la libertà di stampa e la necessità di arginare i fenomeni di guerra informativa russa. Se vorrà entrare nell’Ue l’Ucraina dovrà adottare una legislazione contro le discriminazioni per orientamento sessuale, ad oggi inesistente.
Economia
Il governo ha raggiunto un buon livello di capacità di intervento macroeconomico ed è molto positivo che sia stato in grado di assicurare una certa stabilità finanziaria dopo l’invasione. Inoltre gli organi esecutivi hanno dimostrato un grande impegno nel perseguire obiettivi di consolidamento fiscale, in un contesto di forte crescita del Pil nominale. Il debito pubblico ammonta a circa il 2% del Pil e il Pil pro capita si attesta a circa il 30% della media europea. Tuttavia, lo sviluppo economico è frenato dall’attuazione disomogenea di riforme strutturali, principalmente a causa della presenza di gruppi di interesse oligarchici molto strutturati. Questi interessi remano contro al miglioramento del contesto imprenditoriale, al rafforzamento delle capacità finanziarie pubbliche e alla legislazione in materia di ambiente.
La sfida principale che deriva dall’accesso all’Unione europea per un Paese economicamente più debole della media dei membri è quella di sopportare la competizione con i membri stessi. L’argomento è estremamente complesso, ma, approssimando parecchio, il documento della Commissione dice in sintesi che l’Ucraina non possiede ancora né la struttura economica, né un mercato del lavoro, né un capitale umano adeguati a reggere un simile urto. Il che non significa che non accederà all’Unione, ma che i fondi e gli investimenti per la ripresa dopo la guerra saranno determinanti in questo senso.
Conclusioni
L’Ucraina ha dimostrato una forte volontà politica nell’accedere alla comunità europea e sembra ampiamente avviata sulla strada per diventare un Paese europeo a tutti gli effetti, con un libero mercato, una vibrante società civile, un sistema istituzionale democratico solido. Questa volontà è stata ulteriormente rafforzata dalla guerra con la Russia nella parte di popolazione filo-occidentale. A questo punto la responsabilità passa ai player internazionali che sostengono Kiev, che dovranno assicurare sufficiente supporto perché esca vittoriosa dal conflitto e, soprattutto, perché riceva l’assistenza necessaria per la ricostruzione.