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Integrare l’intelligence nella diplomazia. Il piano Mantovano per gli 007

L’Autorità delegata (oggi in audizione al Copasir) ha parlato al corpo diplomatico nelle scorse settimane sottolineando l’importanza di integrare l’intelligence nei meccanismi decisionali che determinano le priorità di politica estera, cominciando dalla fase cruciale dell’analisi per cogliere in anticipo i “mega trend” e avere un vantaggio competitivo

Nell’attuale contesto internazionale segnato all’instabilità (papa Francesco ha parlato di “terza guerra mondiale a pezzi”) le funzioni di diplomazia e intelligence hanno “indubbie correlazioni, ma anche sfere di autonomia, da coordinare e da rendere operative al meglio, evitando sovrapposizioni o vuoti”. Una sfida al centro del discorso tenuto prima di Natale da Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri e Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, alla XV Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori d’Italia. Serve fare squadra, “ponendo insieme le rispettive capacità percorreremo la strada che porta alla tutela dell’interesse nazionale”, ha dichiarato.

IL CONTESTO ATTUALE

“Non viviamo nel sistema dei blocchi propri della Guerra fredda – che culturalmente era più agevole da cogliere –, e neanche nel periodo seguito alla caduta dei Muri, quello della guerra cosiddetta asimmetrica, già più impegnativo da comprendere”, ha spiegato. “Viviamo in un contesto ancora più difficile, instabile, con decine di conflitti regionali sparsi nel mondo, dall’Africa all’Asia, e persino in Europa, al cui interno l’ultima guerra pareva essere quella del Kosovo”.

SICUREZZA E INCOLUMITÀ

La voce sicurezza “si impone come una assoluta priorità anzitutto in termini di ‘incolumità’ del nostro personale all’estero”, ha continuato il sottosegretario ricordando gli omicidi nel febbraio 2021 dell’ambasciatore Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e dell’autista Mustapha Milambo ma anche l’attacco subito ad ad Atene dal primo consigliere Susanna Schlein e dalla sua famiglia. Ma pensiamo anche, ha proseguito, “ai connazionali che, per ragioni professionali (come gli imprenditori), o ideali (gli operatori di volontariato) o anche spirituali (missionari), operano in angoli della Terra in cui il livello di pericolosità si è significativamente innalzato”. Il governo italiano, ha assicurato, “attraverso i suoi apparati di sicurezza, non mancherà mai di fornire il supporto nell’azione di ciascuno di questi soggetti, a partire dalla protezione delle sedi diplomatiche”.

SUPERARE LA DISTINZIONE TRA INTERNO ED ESTERNO

Nel suo intervento, Mantovano è tornato su un tema che ha segnato il lavoro del suo predecessore come Autorità delegata, il prefetto Franco Gabrielli. Cioè la dimensione interna e quella internazionale della nostra intelligence. “Un attacco cyber che parte dal territorio russo e colpisce un’azienda italiana di rilievo strategico è sicurezza interna o esterna?”. È, a detta di Mantovano, uno degli “altri condizionamenti da superare. Un altro è quello “secondo cui la globalizzazione avrebbe reso marginale l’interesse nazionale: la realtà ci attesta ogni giorno il contrario”.

LA COLLABORAZIONE INTELLIGENCE-DIPLOMATICA

La collaborazione tra intelligence e diplomazia è “cruciale, e deve crescere attraverso lo scambio e il vaglio reciproco delle informazioni su ambienti e interlocutori esteri, evitando sovrapposizioni e invasioni di campo”, ha proseguito Mantovano. Oltre alla “fusione del patrimonio informativo e valutativo delle due amministrazioni”, l’obiettivo da raggiungere è “l’integrazione strutturale dell’intelligence nei meccanismi decisionali che determinano le priorità di politica estera, cominciando dalla fase cruciale dell’analisi”, ha spiegato. “E in particolare, di quelle analisi strategiche di lungo periodo, determinanti per comprendere le sfide che ci attendono in un futuro non immediato, quei ‘mega trend’ che attribuiscono vantaggio competitivo a chi li coglie in anticipo”.

LA PIANIFICAZIONE INFORMATIVA

In vista del rafforzamento della nostra collaborazione, il prossimo anno andrà messa a punto la Pianificazione informativa per il triennio 2024-2027, ha annunciato Mantovano. Si tratta dei “compiti che il governo assegna al comparto, contenuti in un documento da intendere come dinamico, cioè integrabile a seconda del mutamento degli scenari”.

L’AUDIZIONE AL COPASIR

Quella odierna dell’Autorità delegata Mantovano è la prima audizione di un rappresentante della politica svolta in questa legislatura dal Copasir. Nelle scorse settimane l’organismo bicamerale di controllo sull’intelligence, presieduto dall’onorevole Lorenzo Guerini del Partito democratico, ha ascoltato i vertici delle agenzie, a partire da Elisabetta Belloni, direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, per poi passare a Mario Parente e Giovanni Caravelli, a capo rispettivamente di Aisi e Aise, e Roberto Baldoni, numero uno dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale.

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