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Algeria-Italia, dall’energia una partnership strategica

Di Massimiliano Boccolini e Emanuele Rossi

Secondo esperti economici algerini, la relazione tra Algeria e Italia si sta costruendo sul ruolo chiave che il Paese nordafricano ha preso all’interno del mercato e della sicurezza energetica europea. Ma ci sono ampi spazi per investimenti italiani, e la costruzione di nuove relazioni per le piccole e medie imprese locali che vedono l’Italia come un esempio

Domenica pomeriggio la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, arriverà in Algeria – dove si fermerà fino a lunedì sera e seguirà un’agenda di incontri che il suo predecessore, Mario Draghi, ha già battuto. Algeri è il primo fornitore di gas naturale di Roma, conseguenza di un processo di sganciamento dalle forniture russe che l’Italia ha adottato come contromisura dopo la sciagurata invasione dell’Ucraina ordinata da Vladimir Putin.

Ishaq al Kharushi, esperto economico algerino, spiega a Formiche.net che gli algerini si aspettano che vengano affrontati i temi che riguardano la regione del Sahel, della Libia, e anche la crisi tra Russia e Ucraina e le sue conseguenze, ma mantengono alta l’attenzione dal punto di vista economico. Sul tavolo ci sono dei memorandum d’intesa che sono stati preparati in precedenza per proseguire il lavoro e consolidarlo, ma anche per capire in che modo portarlo avanti.

“Sul piano economico – sostiene Kharushi – uno dei temi più importanti riguarda il come accelerare il processo di apertura di una fabbrica della Fiat in Algeria e come collegare questa fabbrica ai suoi fornitori locali. Questa è una priorità per il mercato algerino dal quale arrivano molte richieste. Per quanto riguarda invece il dossier energetico, questo è molto rappresentativo delle relazioni tra i due paesi. Si parlerà di come aumentare le quantità di gas che l’Algeria fornisce all’Italia, in un momento di difficoltà per gli italiani di reperire gas sul mercato”.

L’Algeria fornisce 25 miliardi di metri cubi di gas all’Italia, più del 33 per cento del gas importato dall’Italia e l’obiettivo è arrivare a 30 miliardi di metri cubi. “Alla fine l’Italia riceverà il 40 per cento del suo gas dall’Algeria. Per fare questo la Sonatrach ha investito 40 miliardi di dollari fino al 2024, e il presidente Abdelmadjid Tebboune ha ordinato di aumentare la produzione di gas in Algeria fino a produrre 100 miliardi di metri cubi di gas. “Di questi – continua Kharushi – il 50 per cento è usato a livello locale dai consumatori locali quindi quello che possiamo esportare non va oltre i 50 miliardi di metri cubi e per questo Sonatrach discuterà con Eni su come firmare nuovi contratti di prospezione gasifera per aumentare la produzione”.

Eni, player chiave di queste relazioni, avrà un ruolo anche nell’aiutare le compagnie algerine nel campo delle energie rinnovabili. “Con questo – spiega l’economista – si riuscirà a usare le rinnovabili per il consumo a livello locale e il gas solo per le esportazioni verso l’estero. In quest’ottica, si parlerà anche della linea di connessione sottomarina per esportare energia elettrica verso l’Italia, e ci si aspetta un discorso operativo su come arrivare alla firma di un accordo”.

Al momento l’Algeria è al secondo posto per esportazioni di gas all’Europa con 75 milioni al giorno, dopo la Norvegia con 253 milioni metri cubi al giorno. Algeri è un attore cruciale per la sicurezza energetica non solo italiana, ma europea. C’è anche allo studio un piano preso in considerazione molto seriamente di realizzare un gasdotto nuovo, il Galsi, che collegherà Annaba in Algeria direttamente alla Sardegna. Questo per fornire all’Italia altri 10 miliardi di metri cubi di gas. E l’Italia potrebbe diventare una piattaforma di distribuzione del gas algerino verso Francia e Slovenia.

Dal campo dell’energia, gli algerini si aspettano che la cooperazione bilaterale con l’Italia possa implementarsi verso un’attività strategica globale, come sostiene Abdelkader Slimani, analista esperto in relazioni strategiche globali. “Questa dinamiche strategiche tra i due paesi si basano su relazioni storiche che partono dalla rivoluzione algerina e da rapporti speciali con l’Eni, in particolare per quanto riguarda le attività di prospezione di gas in Algeria”, spiega in una conversazione con Formiche.net.

Il partenariato strategico e l’integrazione economica fanno pensare – continua Slimani – che l’Italia abbia in mente importanti investimenti in Algeria, coinvolgendo anche quelle aziende che operano nel settore delle energie rinnovabili e dell’idrogeno. “Fonti del ministero dell’Energia algerino mi hanno inoltre parlato concretamente del piano per realizzare la condotta elettrica sottomarina. E inoltre le piccole e medie imprese algerine vedono l’Italia come un esempio per le sue tante aziende”.

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