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Anna de Wolkoff. Una russa, un americano e un italiano

Di Maria Gabriella Pasqualini

Una storia di spionaggio in cui fu coinvolto anche il duca colonnello Francesco Marigliano del Monte, vice addetto militare per l’Aeronautica all’ambasciata d’Italia a Londra dal 1936. La racconta Maria Gabriella Pasqualini, studiosa e docente dei servizi di sicurezza

Il 1940 fu un anno molto convulso in Gran Bretagna nella ricerca di spie e disfattisti.

La storia inizia a Londra, quando fu scoperta una organizzazione sovversiva filo tedesca e anti semita nella quale aveva ruolo principale una donna, di origini russe, naturalizzata britannica, tal Anna de Wolkoff e un membro dell’ambasciata degli Stati Uniti, Tyler Kent, precedentemente in missione a Mosca, fluente in russo.

Wolkoff era figlia maggiore del contrammiraglio Nicolas, già addetto navale all’ambasciata di Russia a Londra.

Anna aveva aperto nel giugno 1935 una elegante sartoria, usata probabilmente come “copertura”, chiusa nel luglio 1939, prima dell’inizio della guerra. La “sarta” si era arruolata nel servizio ausiliario femminile dei pompieri.

Nel 1935 MI5 aveva esaminato la sua domanda per essere impiegata come traduttrice presso il Civil Service Commissioner, essendo di madrelingua russa. Nonostante un primo parere negativo, per il suo carattere ritenuto “temperamentale” non adatto a simile impiego, Anna divenne uno dei quattro traduttori accettati (pur mantenendo l’attività sartoriale), almeno fino al 1939, licenziata per sospetti di intelligenza con il nemico.

Residente in Gran Bretagna da lungo tempo, aveva una buona rete di contatti sociali e politici che andavano da membri della famiglia reale a funzionari e impiegati in istituzioni governative sensibili in tempo di guerra. Era nota come una persona di carattere e la più vicina al capitano Archibald Maule Ramsay, fondatore nel 1939 e coordinatore di un club, The Right Club, notoriamente pro nazista e antisemita. Era stato attivato dal club un indirizzo di copertura in Scozia e qualsiasi lettera scritta da Anna era firmata con un alias: Juliet Stroker, attività scoperta dall’Intelligence Service.

Anna era riuscita ad avere delle amicizie, anche femminili che lavoravano nel Military Intelligence Department e nel cuore dell’intelligence britannica a Bletchley Park, ma le persone interessate, avuto sentore che la russa era in cerca di informazioni, avevano riferito ai propri superiori e agito in base alle loro istruzioni. MI5 aveva numerose prove che sia l’ufficiale inglese sia Anna avevano cercato contatti con rappresentanti e/o funzionari del governo con l’obiettivo di ottenere informazioni che, minimo, avrebbero reso in seguito quegli impiegati ricattabili rispetto al Defense (General) Regulations Act.

Nel gennaio 1940 le attività di Anna sembravano ancora ‘solo relativamente pericolose’ ma nel febbraio MI5 aveva scoperto, nelle conversazioni telefoniche intercettate, che Wolkoff, monitorata da vicino, aveva un contatto con l’ambasciata degli Stati Uniti da lei stessa definito, molto utile, e nei mesi successivi apparve sempre più chiaro che Anna lo usava per ottenere preziose informazioni. Alcune di queste erano tanto rilevanti da essere passate solamente al capitano Ramsay.

Ai primi di marzo 1940 Anna ebbe la sensazione netta che qualcosa attorno a lei si stesse pericolosamente muovendo, tanto più che suo fratello Alessandro, direttore della pubblicità della Shell ma in quel momento in servizio al ministero dell’Informazione, l’aveva messa in guardia, confidandole che le sue attività pro Germania e antisemite avevano attirato l’attenzione delle autorità.

A quel punto la donna decise di giocare d’anticipo, contattando l’organo dell’intelligence. Il 19 marzo 1940 il capitano Knight, ufficiale di MI6, ebbe un incontro con Anna nella sede del War Office, definendola poi estremamente intelligente con charme superficiale, comunque una gran bugiarda. Nel colloquio Anna snocciolò con nonchalance vari nomi importanti per sottolineare la sua posizione nella società londinese. L’ufficiale comprese che la richiesta di colloquio serviva solamente da cortina di fumo e la considerò un elemento molto pericoloso.

Il 20 marzo successivo, incrociando alcune intercettazioni, fu accertato che il contatto di Anna in ambasciata americana era Tyler Kent, un giovane considerato molto capace e provetto linguista. Le informazioni che Tyler dava ad Anna riguardavano dispacci molto importanti che intercorrevano tra l’ambasciata e Washington.

MI5 decise che era necessario mettere al corrente l’ambasciatore. La reazione degli Stati Uniti fu veloce. La vicenda fu considerata grave. Tyler Kent era l’impiegato cardine dell’ufficio codifica e decrittazione: in questa qualità aveva accesso quindi a tutte le informazioni segrete.

Nonostante Kent fosse protetto dall’immunità diplomatica, su autorizzazione dell’ambasciatore USA, la sua casa fu perquisita e furono trovati numerosi documenti, copia di telegrammi segreti e confidenziali in codice tra le varie ambasciate degli Stati Uniti del mondo e Washington e relativi alla posizione militare degli Alleati, di importanza vitale.

Anche in casa di Anna furono trovati documenti di comunicazioni diplomatiche molto segrete fra Winston Churchill e Franklin Roosevelt, forniti da Kent.

Dalle telefonate intercettate tra Anna e Tyler emerse che i due si parlavano in russo nella sicurezza che chi era all’ascolto non avrebbe potuto capire. Era altresì noto che Anna aveva comunicato in cifra con William Joyce, noto con il soprannome di Lord Haw-Haw, originario degli Stati Uniti che da una radio tedesca aveva trasmesso propaganda nazista verso la Gran Bretagna.

In questa storia di spionaggio fu coinvolto il duca colonnello Francesco Marigliano del Monte, vice addetto militare per l’Aeronautica all’ambasciata d’Italia a Londra dal 1936. Il 19 maggio 1940 furono confermati i contatti tra il duca italiano e Anna.

L’elegante nobile aveva da tempo attirato l’attenzione dell’intelligence inglese perché frequentava assiduamente il Fascio di Londra come altre organizzazioni italiane in quella capitale e era abbonato al giornale Italia nostra, organo ufficiale del Partito Fascista Italiano in Gran Bretagna. Non aveva mai manifestato forti sentimenti anzi britannici. Secondo l’opinione diffusa, egli pensava solamente ai cavalli ma era utile in ambasciata per le sue relazioni ad alto livello, essendo cugino del colonnello Howard Kerr, aiutante di campo del Duca di Gloucester e introdotto nella nobiltà londinese. Vi erano forti sospetti che fosse connesso con il Servizio Informazioni Militare italiano (SIM).

Le informazioni che Anna aveva passato al duca riguardavano negoziati tra Churchill, allora primo Lord dell’Ammiragliato, e gli Stati Uniti per l’acquisto di materiale militare e civile che avrebbe danneggiato seriamente le truppe tedesche.

Anna aveva fotografato le carte ottenute, passandole al duca, non prima di aver accertato l’accuratezza di queste informazioni attraverso il suo contatto nell’ambasciata degli Stati Uniti, cioè Tyler Kent.

Anna e Tyler erano stati visti visti più volte a cena con l’italiano e era stato notato un passaggio furtivo di buste. Avendo il duca immunità diplomatica, non poterono arrestarlo e non lo espulsero come persona non grata. Non avevano sufficienti prove di una sua attività spionistica anche se ne erano più che sicuri. Era più utile per la sicurezza sorvegliarlo da vicino.

Nel giugno 1940 Anna, Kent e Ramsay, arrestati, furono processati per aver raccolto informazioni che potevano recare danno alla sicurezza e agli interessi dello Stato.

Dopo aver ascoltato numerosi testimoni e valutato le dichiarazioni degli imputati, che non furono creduti, Kent fu espulso e Anna e Ramsay, condannati, tutti per spionaggio a favore del nemico.

Il duca Marigliano uscì di scena e non fu nemmeno ascoltato durante il processo.

Il 16 giugno 1947 Wolkoff fu liberata. In carcere si era distinta per buon comportamento e lavoro, avendo iniziato ad insegnare alle donne prigioniere i segreti della sua arte di sarta, il cucito.

Anna de Volkoff, russa bianca, fu spia o in realtà lo fu poco o non lo fu affatto? E i suoi contatti con il nobile italiano furono utili all’Italia?

Almeno fino a ora i documenti non ci svelano l’arcano.

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