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I chip Intel in Italia? Il governo è determinato

“Aspettiamo le decisioni dell’azienda in merito al luogo dove vuole realizzare l’investimento e questo è ovviamente legato a tutto il contesto europeo”, ha dichiarato il ministro. Ecco a che punto siamo

Il governo Meloni è determinato ad assicurarsi l’investimento del colosso statunitense Intel per lo stabilimento in Italia. Lo ha sottolineato Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, rispondendo a una domanda dell’agenzia di stampa Reuters.

“Noi siamo sempre determinati a lavorare in positivo e in maniera costruttiva per raggiungere gli obiettivi”, ha sottolineato. “Aspettiamo le decisioni dell’azienda in merito al luogo dove vuole realizzare investimento e questo è ovviamente legato a tutto il contesto europeo perché è un investimento che l’azienda fa in Europa”, ha aggiunto.

L’investimento, previsto inizialmente da circa 4,5 miliardi ma potenzialmente capace di crescere nel tempo, è parte di un più ampio piano decennale annunciato dal gruppo statunitense per incrementare la propria capacità produttiva in Europa.

Raccontava la scorsa settimana Repubblica che tra marzo e aprile potrebbe arrivare la decisione, inizialmente attesa per fine 2022 ma rinviata a causa delle verifiche in corso tra i due siti in lizza (uno in Veneto e l’altro in Piemonte) e l’insediamento del nuovo governo guidato da Giorgia Meloni. Il presidente del Consiglio aveva spiegato, in occasione della conferenza di fine, che “rispetto all’investimento che Intel potrebbe fare in Europa e in Italia c’è la massima disponibilità. Sto cercando di calendarizzare un incontro con i rappresentanti dell’azienda per capire come facilitare, favorire, l’investimento”, aveva aggiunto.

La Manovra recentemente approvata dalle Camere prevede anche l’istituzione di un Centro italiano per il design dei circuiti integrati a semiconduttore. L’obiettivo della fondazione è “promuovere la progettazione e lo sviluppo di circuiti integrati, rafforzare il sistema della formazione professionale nel campo della microelettronica e assicurare la costituzione di una rete di università, centri di ricerca e imprese che favorisca l’innovazione e il trasferimento tecnologico nel settore”.

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