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Lealtà politica in cambio della benedizione del Partito. Pechino su Big Tech

Dopo tre anni di multe e restrizioni il governo cinese ha ottenuto l’allineamento dei propri campioni nazionali agli obiettivi del Partito-Stato. È finita la tempesta, ma il controllo del regolatore sulle aziende tecnologiche è ora più saldo che mai

Il governo cinese sta allentando la morsa sanzionatoria sulle proprie Big Tech come Alibaba e Tencent. È la fine della presa statale sul settore? No. Il Partito-Stato ha domato i propri giganti digitali costringendoli ad allinearsi agli obiettivi nazionali tramite il nuovo regime normativo.

L’istituto di ricerca Merics riferisce che le indagini sulle filiali finanziarie di quattordici piattaforme internet stanno per concludersi, citando l’esempio di Didi Global, quella che viene comunemente chiamata l’Uber cinese. La società ha annunciato di essere stata autorizzata dal regolatore tecnologico – la Cyberspace Administration – a registrare nuovi utenti per i servizi di ride-hailing. L’attività era di fatto sospesa da un anno e mezzo a causa delle inchieste delle autorità.

Didi Global ha riferito di avere effettuato alcune modifiche per operare in conformità con le nuove regole statali e, di più, ha giurato di mirare alla salvaguardia della sicurezza informatica nazionale. Due mosse che lasciano intravvedere lo scambio tra la fedeltà politica dell’azienda in cambio della benedizione del Partito a riprendere le operazioni.

Ulteriore significativo episodio è quello che ha visto il magnate tecnologico Jack Ma cedere il controllo della controllata fintech Ant Group. Lo Stato cinese ha acquistato l’uno per cento delle quote societarie, con una clausola di veto sulle decisioni, un posto in consiglio di amministrazione e alcuni privilegi sulla revisione dei contenuti. Dunque anche Alibaba sembrerebbe aver fatto pace con Pechino.

D’altra parte il governo cinese non può più permettersi di strangolare i propri campioni. Dall’inizio della stretta normativa – cominciata verso la fine del 2019 – le società tech hanno subìto ingenti danni alle proprie attività e pesanti cadute dei prezzi azionari. L’alleggerimento delle sanzioni può essere visto come un incoraggiamento a tornare a crescere. Anche nell’ottica della priorità che il governo ha assegnato alla crescita nazionale attraverso l’informatica e il potenziamento industriale.

Il punto è che non si tornerà al precedente stato di “liberi tutti”. Si torna a crescere, ma servendo l’interesse nazionale. Ad esempio, Alibaba e Tencent sono state arruolate per partecipare a un consorzio per lo sviluppo di chip Risc-V, una tecnologia chiave per lo Stato cinese.



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