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Diamanti e asset congelati. Verso il decimo pacchetto di sanzioni

Nel fine settimana la Commissione misurerà gli umori nazionali prima di esprimere una proposta ufficiale. I “diamanti insanguinati” da inserire nel pacchetto, le inopportune richieste ungheresi, gli asset russi congelati da confiscare e la proposta di Vera Jourova di creare una Radio Free Russia

Durante il fine settimana la Commissione europea terrà i cosiddetti confessionals, colloqui informali con gli ambasciatori nazionali volti a preparare il terreno per il decimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Bruxelles tasterà gli umori delle varie capitali prima di esprimere una proposta formale. Tra poco più di un mese ricorrerà l’anniversario annuale dell’invasione dell’Ucraina e il timore di una nuova offensiva di Mosca tiene alta l’attenzione sul dossier.

Le richieste ungheresi

L’Ungheria ha richiesto che nove nomi vengano rimossi dall’elenco degli individui già oggetto di sanzioni. La procedura prevede che questo elenco venga periodicamente aggiornato con l’approvazione degli Stati membri: una formalità fino ad oggi. La Polonia e i Baltici hanno protestato contro la richiesta ungherese che agita nuovamente lo spettro del veto sulle sanzioni da parte di Budapest, la capitale europea più vicina a Mosca.

Diamanti insanguinati

La Commissione e il Belgio stanno lavorando a un sistema che possa bollare i diamanti provenienti dalla Federazione Russa come blood diamonds. Ad oggi i diamanti non sono inseriti nell’elenco dei beni oggetto di sanzioni, soprattutto a causa delle resistenze belghe. Antwerp è il principale punto di arrivo dei diamanti in Europa, inclusi quelli dalla Russia, che nel 2021 ammontavano a circa un quarto del totale. Negli scorsi pacchetti di sanzioni le pietre preziose sono sempre state eliminate all’ultimo dalla lista, ma se il negoziato andrà a buon fine, è probabile che verranno inserite nel decimo pacchetto.

Radio Free Russia?

La vicepresidente della Commissione Vera Jourova ha detto in un’intervista al quotidiano Politico che l’Europa dovrebbe passare dalla difesa all’attacco per quanto riguarda la guerra dell’informazione con la Russia. Jourova ha affermato che gli sforzi dell’Ue fino ad oggi sono stati efficaci nel combattere la propaganda, ma che si potrebbe pensare a un passo successivo. Il passo consisterebbe nella creazione di una emittente europea che si rivolga al pubblico russo. “Credo ci siano molte persone in Russia che quantomeno dubitano della bontà del regime, se la guerra sia necessaria, se stiano facendo la cosa giusta, se siano obbligati ad andare a morire in guerra”, ha affermato la Commissaria.

E alla domanda se l’ispirazione venisse da Radio Free Europe della Guerra Fredda, Jourova ha risposto: “Voice of America, Radio Free Europe, Radio Liberty ci hanno aiutato nella Cecoslovacchia comunista a comprendere quello che stava succedendo. Le ascoltavamo tutte le sere. Magari ci sono dei russi che apprezzerebbero dei notiziari obiettivi”.

Asset russi congelati

La Commissaria ha anche aggiunto che Bruxelles sta esaminando le possibili vie legali per confiscare e utilizzare gli asset della Banca centrale russa congelati in Europa. Si ritiene che queste riserve ammontino a circa 300 miliardi di euro in totale, tra asset bloccati da Ue e Stati Uniti. “Potrebbe esserci un modo conforme alle regole internazionali, dobbiamo anche discuterne con i partner ucraini”. Jourova ha concluso sostenendo che la questione sia importante per infondere un generale senso di giustizia.


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