Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Direttiva Green, prima un Fondo europeo per la prevenzione (Amatrice docet!)

È inutile migliorare l’efficienza energetica degli edifici se prima non li rendiamo sicuri. Occorre prima istituire un Fondo Europeo per la Prevenzione dei rischi naturali altrimenti la Direttiva non sarà attuabile. Ecco perché secondo l’opinione di Mauro Cappello, esperto di fondi europei e docente Università della Tuscia

La recente pubblicazione della bozza di Direttiva “Green” presentata il 15 dicembre 2021 dal vice presidente della Commissione europea Franz Timmermans, finalizzata ad imporre l’obbligo di efficientamento energetico degli edifici, ha provocato un dibattito infuocato e costituisce una conferma della “diplopia legislativa” che a volte affligge le istituzioni europee. In medicina con il termine “diplopia” o più comunemente “visione doppia” si intende fare riferimento ad una patologia della vista che si manifesta con la percezione simultanea di due immagini relative ad un unico soggetto. La diplopia può avere varie forme, tuttavia quella monoculare si verifica in un solo occhio, mentre l’altro è inalterato. Pertanto, quando l’occhio che manifesta il sintomo è coperto, di solito la visione doppia scompare ed il soggetto dovrebbe essere in grado di vedere quasi normalmente, sebbene con forti limitazioni di coordinamento spaziale.

Qualcosa del genere, simile ad una “diplopia legislativa” emerge dalla lettura del testo della Direttiva “Green” presentata da Timmermans focalizzata su quella che, a torto, oggi sembra essere l’unica emergenza dell’Unione. Essa utilizzando solamente l’occhio dell’efficienza energetica degli edifici e chiudendo quello dell’emergenza da disastri naturali, ottiene una visione parziale della realtà e come tale afflitta da forti limitazioni.

Eppure i terremoti ed i disastri naturali (frane, esondazioni, alluvioni, ecc.) che hanno colpito le Regioni dell’Europa dal 2002 ad oggi sono ben noti alla Commissione, che con il Fondo di Solidarietà dell’Unione europea (Fsue) ha partecipato al ristoro parziale dei danni subiti dalle popolazioni stanziando ben 7 miliardi di euro.

Ad oggi, stando ai dati della Commissione europea, i disastri naturali che hanno attivato l’intervento del Fondo di Solidarietà europeo sono ben 99, essi hanno causato danni per circa 163 miliardi di euro ma, cosa ancor più importante, hanno determinato la perdita di un numero enorme di vite umane.

La gravità dell’emergenza da disastro naturale, si capisce ancor meglio quando si leggono i dati: su 27 Stati membri dell’Unione europea ben 17 presentano aree esposte a rischio sismico di livello medio alto.

In termini di strutture politico – amministrative di secondo livello (Regioni, Province, Distretti, ecc) ben 137 su un totale di 425 ovvero il 32% sono caratterizzate da rischio sismico medio alto.

La popolazione residente nei territori a rischio sismico medio – alto ammonta a 73,17 milioni di persone, che rappresentano il 16,4% dell’intera popolazione dell’Unione europea e ben otto Capitali europee sono interessate da un rischio sismico medio-alto, in particolare:
• Vienna – Austria;
• Sofia – Bulgaria;
• Nicosia – Cipro;
• Lisbona – Portogallo;
• Bucarest – Romania;
• Zagabria – Croazia;
• Lubiana – Slovenia;
• Budapest – Ungheria

Sebbene due periodi di programmazione dei fondi europei 2007-2013 e 2014-2020 abbiano stanziato ingenti risorse specificamente rivolte a favore della riqualificazione energetica degli edifici (solo in via residuale pochissime risorse sono state dedicate all’aspetto sismico) ancora oggi l’aspetto energetico rimane l’unico oggetto dell’attenzione di Bruxelles.

Intervenire unicamente sull’aspetto della qualità energetica degli edifici senza preoccuparsi del fatto che una larga fetta del patrimonio edilizio europeo è gravemente vulnerabile rispetto agli eventi sismici e naturali in generale, significa accettare l’alto rischio di un’ulteriore perdita di vite umane ed essere responsabili anche di un potenziale spreco di denaro pubblico europeo.

Non è necessario essere ingegneri per capire che quando un edificio è danneggiato da un sisma vanno perdute anche tutte le costose migliorie energetiche.

Per colmare questo vuoto il giorno 7 dicembre 2022 a Bruxelles, nella sede del Parlamento europeo, Antonio Maria Rinaldi e il Consigliere della Regione Lazio, Sergio Pirozzi (Sindaco di Amatrice nel 2016), hanno presentato la proposta di istituzione di un Fondo Europeo per la Prevenzione dei disastri naturali.

La proposta prevede che l’Unione europea prenda atto dell’alto rischio cui sono esposte le popolazioni europee e che tale criticità ha una dimensione europea, quindi provveda a creare un nuovo Fondo ad hoc, come è stato già fatto per l’emergenza dell’immigrazione con la creazione del Fondo Asilo Migrazione ed Integrazione (Fami) e quella dell’aumento dei costi della transizione energetica istituendo il Just Transition Fund.

L’istituzione del Fondo Europeo per la Prevenzione dei disastri naturali, non solo salverebbe milioni di vite umane, ma avrebbe anche interessanti e positive conseguenze sul sistema economico.

Esso infatti determinerebbe immediatamente la riduzione delle risorse necessarie al ristoro dei danni tramite l’esistente Fondo di Solidarietà dell’Unione europea, ma soprattutto attiverebbe un circuito virtuoso che porterebbe ad un aumento del 3% del Pil dell’economia europea.

La Direttiva “Green” dovrebbe quindi diventare la Direttiva “Safe and Green” ovvero dovrebbe prendere coscienza anche dell’emergenza da “disastro naturale” e contenere uno strumento finanziario che aiuti gli Stati membri ad attivare tutte le procedure necessarie (anche in termini di semplificazione amministrativa) per mettere in sicurezza il patrimonio edilizio europeo, pubblico ma anche privato.

×

Iscriviti alla newsletter