La scorsa settimana, al termine del loro incontro a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni e il primo ministro giapponese Fumio Kishida hanno annunciato il rafforzamento delle relazioni bilaterali al rango di partenariato strategico. Presto verrà avviato un meccanismo di consultazione bilaterale Esteri-Difesa che dovrebbe riunirsi per la prima volta nel corso di quest’anno, come raccontato su queste pagine. La svolta è avvenuta un mese dopo l’intesa sottoscritta un mese fa dai governi di Italia, Regno Unito e Giappone per la realizzazione di un aereo da combattimento di sesta generazione (Global combat air programme). Questo programma “può rappresentare un volàno importante per i rapporti commerciali ed economici tra Roma e Tokyo”, ha spiegato Guido Crosetto, ministro della Difesa, in un’intervista a Formiche.net. “Il programma avrà importanti ricadute sui settori produttivi, anche in ambito civile, e sui settori di ricerca e sviluppo”.
Il programma aerospaziale rappresenta uno dei pilastri principali del partenariato strategico italo-giapponese. Il suo successo può accelerare la cooperazione in materia di intelligence, oltre a quelle militare e industriale. Le comune minacce esterne possono rappresentare un ulteriore collante: è assai probabile, infatti, che un simile progetto possa diventare obiettivo delle operazioni di intelligence da parte di Russia e Cina.
Dell’intelligence giapponese e delle opportunità di cooperazione in questo settore si è occupato in diverse occasioni anche il Copasir nella scorsa legislatura.
Nella Relazione sull’attività svolta dal 1° gennaio 2021 al 9 febbraio 2022 si parla di intelligence economica e si legge: “Il Giappone vanta una lunga tradizione in tema di condivisione di informazioni strategiche, tanto da rappresentare quasi un unicum nel panorama mondiale; infatti, tutti i soggetti – pubblici e privati – operano in sinergia secondo una strategia comune e condividono informazioni pubbliche e/o riservate. L’azione in questo settore si traduce nell’impiego dell’intelligence al servizio di una politica di sviluppo industriale ‘offensiva’, volta a sostenere lo sviluppo economico complessivo del Paese”. Il sistema giapponese è caratterizzato da una “forte interrelazione” tra le varie componenti del mondo politico ed economico, poggiando su una rete di relazioni tra i vari poli (ministeriali, professionali, scientifici e industriali) della società, con il fulcro nel ministero dell’Economia, del commercio. L’intera società, scriveva ancora il Copasir, “è chiamata a svolgere un ruolo attivo nella raccolta e nella distribuzione delle informazioni con una piena identificazione tra bisogni individuali e bisogni collettivi nell’ottica dello sviluppo economico, soprattutto nei settori computer, telecomunicazioni, ottico, aereo, aerospaziale ed elettronico”.
Nella Relazione sulle prospettive di sviluppo della difesa comune europeo e della cooperazione tra i sevizi di intelligence pubblicata a fine luglio si fa riferimento, invece, alle prospettive di coinvolgimento dell’Italia nel Five Eyes, un gruppo di cinque Paesi (Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Canada e Nuova Zelanda) che hanno “un accordo di condivisione di tecnologie sensibili che permettono lo scambio di materiale di altissima qualità e classifica”. Esistono degli ulteriori livelli di condivisione di intelligence che sono i Nine Eyes e i Fourteen Eyes, a cui partecipa anche l’Italia. Nel tempo si sono susseguite varie proposte di allargamento dei Five Eyes, in particolare di recente a Giappone, Germania, Italia e Corea del Sud, spiegavano i commissari. “L’ingresso in questa esclusiva alleanza offrirebbe la possibilità di accedere a un livello estremamente qualificato sia di informazioni che di attività di intelligence”, si legge.