Skip to main content

Fiamme gialle a guardia del Pnrr. Intervista con il colonnello Nastasia

“La sfida che il Piano pone al nostro Paese è quella di farlo ripartire, ponendo le basi di una crescita duratura e assicurando che abbia la capacità di affrontare ogni futura turbolenza geopolitica ed economica”, spiega il capo Ufficio tutela uscite e mercati del Comando generale

Le Fiamme Gialle a difesa del Pnrr, per far sì che opere e investimenti vengano dispiegate in una solida cornice di sicurezza economica e finanziaria. Come? Risponde, in questa intervista a Formiche.net, il colonnello Alberto Nastasia, capo Ufficio tutela uscite e mercati del Comando generale della Guardia di Finanza.

Che peso ha la sicurezza economica e finanziaria nel Pnrr?

La sfida che il Pnrr pone al nostro Paese è quello di farlo ripartire, ponendo le basi di una crescita duratura e assicurando che abbia la capacità di affrontare ogni futura turbolenza geopolitica ed economica. Un punto di svolta: a questo sono destinate le ingenti risorse del Next Generation Eu. A questo tendono gli ambiziosi obiettivi che tali risorse ci devono consentire di raggiungere. Perché ciò avvenga occorre che l’impegno e le attività di ciascuna delle amministrazioni centrali, degli enti locali e dei tanti altri attori coinvolti nella gestione e attuazione dei progetti del Piano, non ultime le imprese che saranno chiamate a realizzare ed eseguire opere e investimenti, possa dispiegarsi in una solida cornice di sicurezza economica e finanziaria.

Come sta lavorando la Guardia di Finanza in questo senso?

Come noto, alla Guardia di finanza è stato affidato, oramai dal lontano 2001, proprio la funzione di presidiare la sicurezza economico-finanziaria nel nostro Paese, compito che oggi svolge potendo vantare radicate competenze, strutture organizzative dedicate ed esperienze qualificate nelle attività di prevenzione e contrasto degli illeciti ai danni del bilancio nazionale ed europeo. Tali funzioni rappresentano, da sempre, uno degli ambiti prioritari di intervento del Corpo, nel contesto delle più ampie attività di contrasto alla criminalità economica, di ogni matrice. Per questo, il provvedimento che ha disciplinato la governance del Pnrr, il decreto legge n. 77 del 2021, ha affidato alla Guardia di finanza il compito di rafforzare la tradizionale strategia antifrode messa in campo, facendo leva sulle capacità informative e operative degli oltre 660 Reparti territoriali e grazie al supporto dei nostri reparti speciali. Si tratta di unità specializzate, con competenza nazionale, che presidiano i singoli segmenti della missione di polizia economico-finanziaria. Tra essi, mi limito a citare il Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie cui sono stati attribuiti compiti di analisi, ispezione e controllo proprio nel settore della spesa pubblica.

Quali sono gli strumenti e le iniziative che, in concreto, permetteranno alla Guardia di Finanza di assolvere il ruolo affidatole?

Possiamo contare, anzitutto, su un ampio novero di strumenti istruttori di cui dispongono tutti i nostri militari, rappresentati dai poteri di natura fiscale e dalle facoltà previste dalla disciplina antiriciclaggio, che si affiancano alle potestà proprie della polizia giudiziaria. È per questo che, come ho già anticipato, l’assetto antifrode nazionale prevede – unico caso a livello europeo – l’espresso coinvolgimento nel sistema dei controlli di una forza di law enforcement specializzata, qual è la Guardia di finanza. Ma il punto di forza di questo assetto consiste negli strumenti di “collaborazione istituzionale” messi in campo che, combinati con la capacità di gestione e analisi del patrimonio informativo nella disponibilità del Corpo, potranno orientare efficacemente e selettivamente le attività di controllo e investigative sul territorio. Le nostre attività andranno, quindi, ad aggiungersi, con opportuni strumenti di coordinamento, alle procedure ordinarie dei controlli amministrativi e contabili del Servizio centrale per il Pnrr costituito presso la Ragioneria generale dello Stato, delle amministrazioni centrali e dei soggetti attuatori.

Quanto è importante lo scambio informativo in questo contesto?

Lo scambio informativo e i meccanismi di coordinamento nell’attuazione delle strategie antifrode trovano realizzazione nell’ambito della “Rete dei Referenti antifrode”, ossia un tavolo di lavoro, istituito presso la Ragioneria Generale dello Stato, composto dai referenti antifrode di tutte le Amministrazioni centrali. È su tale tavolo che vengono condivise e coordinate le attività di collaborazione sancite dal Protocollo di intesa – sottoscritto il 17 dicembre 2021 tra il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato e il Comando generale della Guardia di finanza – che prevede apposite procedure di condivisione di dati e informazioni sui soggetti realizzatori e esecutori degli interventi Pnrr con la Guardia di finanza, anche attraverso l’interoperabilità delle banche dati, con l’obiettivo di individuare gli ambiti e i soggetti caratterizzati da maggiori profili di rischio di frodi, anche allo scopo di trarne elementi utili alle amministrazioni centrali per apportare correttivi e/o cautele nella predisposizione di successivi bandi e/o avvisi pubblici per l’efficace attuazione degli interventi previsti dal Piano.

Un esempio di questa collaborazione?

Per esempio, i nostri Reparti Speciali già accedono al ReGis, il sistema sviluppato dalla Ragioneria generale dello Stato, attraverso il quale tutte le Amministrazioni centrali e territoriali, gli enti e gli uffici coinvolti nell’attuazione del Piano possono monitorare, rendicontare e svolgere attività di controllo sulle misure e sui progetti finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Possiamo, quindi, avere informazioni puntuali su tutti i soggetti comunque correlati alla gestione e realizzazione degli interventi del Pnrr e acquisire informazioni di contesto sullo stato di avanzamento di progetti e misure. Stiamo lavorando per assicurare l’interoperabilità del ReGis con i nostri strumenti di informatica operativa, attraverso la nostra “dorsale informatica”. Parallelamente il Nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie della Guardia di Finanza ha, già da tempo, avviato relazioni bilaterali con tutte le 23 amministrazioni centrali titolari delle misure e delle risorse del Pnrr, che hanno aderito allo schema protocollare che ho prima richiamato. Tale interlocuzione consente alla componente speciale del Corpo di acquisire informazioni e notizie circostanziate, ritenute rilevanti per la prevenzione/repressione di irregolarità, frodi e abusi di natura economico-finanziaria di cui sia venuta a conoscenza nella fase attuativa degli interventi Pnrr di cui è titolare.

Quali sono gli altri attori coinvolti?

Nell’ambito del dispositivo di controllo in materia, un ruolo importante è anche svolto da altri importanti attori istituzionali, tra i quali la Corte dei conti e l’Autorità Nazionale Anticorruzione, che si avvalgono, anch’essi, della Guardia di Finanza sulla scorta di specifiche previsioni normative e grazie a un ormai consolidato rapporto di collaborazione.

La gran massa di denari pubblici messi in campo costituisce una ghiotta occasione anche per gli appetiti della criminalità organizzata. Come intendete contrastare eventuali infiltrazioni?

Il contrasto a eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia legale costituisce un obiettivo per il quale il nostro Paese ha sviluppato strumenti, legislativi e organizzativi, che ci sono invidiati in tutto il mondo. Si tratta all’evidenza di un obiettivo ambizioso che – abbiamo imparato da tempo – può essere raggiunto solo facendo squadra, a ogni livello. La Guardia di Finanza contribuisce a questo articolato gioco di squadra partecipando, anzitutto, ai lavori dell’Organismo permanente di monitoraggio e analisi sul rischio di infiltrazione nell’economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso, costituito presso il Dipartimento della Pubblica sicurezza fin dal 2020. Questo organismo, che ha carattere interforze, svolge attività di monitoraggio del sistema economico nazionale e la Guardia di Finanza vi partecipa fornendo il proprio contributo in ragione della peculiare specializzazione e della propria organizzazione operativa. A carattere interforze è anche il Gruppo interforze centrale, istituito in via permanente preso il Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno, tra l’altro per lo svolgimento di attività di monitoraggio, raccolta e analisi delle informazioni antimafia. Vi sono, poi, numerosi strumenti operativi che supportano il sistema di prevenzione cui partecipa la Guardia di finanza, unitamente alle altre forze di polizia, essenzialmente incentrati sulla condivisione delle informazioni antimafia individuate dal Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione. Da ultimo, proprio al fine di rafforzare il supporto alle amministrazioni locali titolari di interventi nell’ambito del Pnrr nell’adempimento degli obblighi di monitoraggio e controllo degli interventi del piano e di quelli previsti in materia di prevenzione delle infiltrazioni mafiose, in ottemperanza alle previsioni del decreto-legge n. 68 del 2022, il Ministero dell’interno e il Ministero dell’economia e delle finanze, con un apposito protocollo d’intesa, hanno dato corso alla costituzione di presidi territoriali unitari tra le Prefetture e le Ragionerie territoriali dello Stato. Sono già state impartite disposizioni a tutti i nostri comandi provinciali affinché forniscano il massimo supporto a tali presidi, nell’ambito dei consolidati rapporti di collaborazione con le Prefetture e con il sistema delle Ragionerie.

A volte i soldi non vanno a finire dove dovrebbero. La corruzione può minacciare l’attuazione del Pnrr?

In termini generali, le modalità attraverso cui può essere alterata la regolare attività della Pubblica Amministrazione nonché la liceità e la correttezza delle relative decisioni sono sempre più sofisticati e complessi. Nel corso delle nostre attività di indagini abbiamo, ad esempio, colto i segni della progressiva “dematerializzazione” delle tangenti che hanno progressivamente preso la forma di altre tipologie di controprestazioni: a titolo esemplificativo, assunzione di congiunti o amici, assegnazione di consulenze professionali a persone fisiche o giuridiche e benefit vari, quali ristrutturazioni edilizie, lavori di manutenzione, servizi di pulizia e trasporto. La Guardia di finanza, grazie alle funzioni esercitate e alle esperienze maturate sul campo, nel ricostruire i flussi finanziari, la loro destinazione e l’effettiva ragione economica a essi sottesa, non manca di porre l’attenzione anche alla rete di relazioni e influenze che ne possono costituire la ragione.

Quali sono gli strumenti della Guardia di Finanza per contrastare la corruzione?

L’azione del Corpo nel contrasto ai fenomeni corruttivi si sviluppa facendo leva sulle peculiari potestà investigative che connotano la polizia economico-finanziaria: svolgiamo indagini strutturate, di natura tecnica, finanziaria e patrimoniale, volte a ricostruire le regie criminali e il ruolo dei soggetti coinvolti. Va, inoltre, rammentato che le misure adottate dal nostro Paese per assicurare che il Pnrr si sviluppi in un contesto di legalità e trasparenza sono davvero rilevanti. Tali sforzi si pongono in linea di continuità con i progressi compiuti negli ultimi anni nella legislazione anticorruzione. Accanto a ciò, i risultati conseguiti, nell’ambito delle indagini che i nostri Reparti sviluppano sotto il coordinamento delle Autorità giudiziarie, nazionali ed europea, testimoniano l’efficacia del sistema repressivo nell’individuazione dei casi corruttivi e di illegalità nella gestione delle risorse pubbliche, il cui elevato numero, anche rispetto ad altri Paesi, non va necessariamente letto come sintomatico di una maggiore permeabilità del sistema alle irregolarità, quanto piuttosto, come espressivo della pronta capacità di reazione garantita dall’azione di law enforcement.

×

Iscriviti alla newsletter