I bombardamenti da parte di Kiev si sono recentemente intensificati, come si è visto anche durante la notte di Capodanno. Cosa significa questo per la situazione sul campo di battaglia? Quale potrebbe essere la reazione di Mosca? Ne abbiamo parlato con il già capo di Stato maggiore della Difesa, Vincenzo Camporini
In questi giorni si susseguono le notizie di bombardamenti da parte di Kiev nell’ambito della guerra russo-ucraina. Tra cui il grande attacco missilistico di Capodanno contro una caserma di soldati russi avvenuto a Makiivka, nelle regioni occupate da Mosca. Episodi resi possibili “grazie a una capacità particolarmente importante dell’artiglieria occidentale di cui oggi dispongono gli ucraini e grazie soprattutto alle capacità di intelligence che evidentemente non trovano una contropartita analoga da parte russa”, ha detto il generale Vincenzo Camporini, già Capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare e della Difesa, in una conversazione con Formiche.net.
Generale, cosa sta succedendo sul campo di battaglia russo-ucraino?
I combattimenti sul terreno sono sicuramente molto ostacolati dalle condizioni climatiche sia per il fango sia per il gelo; quindi, da questo punto di vista non possiamo attenderci dei grossi spostamenti nella linea di contatto tra le forze ucraine e le forze russe. Il che non significa che non si continui a combattere in quelle zone, utilizzando prevalentemente artiglieria e puntate di piccoli gruppi di forze speciali, senza però che questo porti a cambiamenti significativi delle zone controllate da un esercito o dall’altro.
In riferimento, invece, a quanto accaduto a Capodanno?
Episodi come quello della notte di Capodanno possono succedere grazie a una capacità particolarmente importante dell’artiglieria occidentale di cui oggi dispongono gli ucraini – per artiglierie intendo ovviamente non soltanto i cannoni ma anche i lanciarazzi Himars – e grazie soprattutto alle capacità di intelligence che evidentemente non trovano una contropartita analoga da parte russa. Il che è abbastanza comprensibile, al di là del fatto che ci siano dei gruppi di informatori partigiani che in qualche modo suggeriscono il luogo di concentrazioni delle forze e delle risorse russe agli ucraini in modo tale che le possano battere. Ma ciò dipende anche dalla capacità di Intelligence che credo tutti i Paesi in qualche modo interessati all’area stiano raccogliendo, e sono convinto che ne mettano anche a parte gli ucraini. Da questo punto di vista dunque la superiorità dell’Intelligence, nei termini di una situational awarness (consapevolezza della situazione) di cui dispongono gli ucraini, è tale per cui episodi come quello di Capodanno si possono tranquillamente verificare, soprattutto se da parte russa non ci sono quelle minime accortezze che dovrebbe avere qualsiasi comandante sul terreno, in tema di dispersione delle forze e in riferimento all’evitare di concentrare in un’unica località materiali, munizioni e uomini, cosa che evidentemente non è stata fatta.
I bombardamenti ucraini potrebbero provocare una reazione da parte di Mosca?
Una reazione da parte russa non la può comportare nei termini dell’armamento a disposizione. L’artiglieria occidentale è superiore per precisione e per portata rispetto all’artiglieria russa, e quindi questa vede fortemente ridimensionata le sue capacità di intervento sul terreno. È chiaro che qualcuno può pensare a un gradino in più nell’escalation e a un eventuale impiego dell’arma nucleare tattica. Se ne è parlato a lungo nei tempi passati ed è un argomento che torna spesso all’onore delle cronache, ma sono personalmente molto scettico sul fatto che si prenda una decisione di questo tipo. Innanzitutto, perché rappresenterebbe una dimostrazione palese di insufficienza e incapacità militare, e in secondo luogo dal punto di vista politico sarebbe un gesto che troverebbe una condanna totale e senza attenuanti da parte di tutto il resto del mondo, Cina e India comprese. Mi aspetterei invece un miglioramento della gestione operativa delle forze russe. Il che però non sta avvenendo, come osservano anche diversi blogger russi, i quali hanno espresso in modo molto esplicito sui vari canali il loro disappunto per le incapacità delle gerarchie russe di gestire adeguatamente le operazioni, mostrando una crescente insoddisfazione. Anche l’ultimo cambiamento della dirigenza sul terreno dà un’idea del “disagio” delle gerarchie militari russe in questa situazione.
Come potrebbe evolversi la situazione?
Dal punto di vista delle operazioni non prevedo enormi cambiamenti, anche in considerazione delle motivazioni climatiche. Per quando arriverà invece la primavera ci auguriamo tutti che nel frattempo siano maturate le condizioni politiche per un avvio di un dialogo. È chiaro però che se cresce l’insoddisfazione all’interno della galassia russa, questo può rappresentare un problema politico per il Cremlino di cui dovrà tenere conto, altrimenti rischia una reazione molto negativa da parte di tutta l’opinione pubblica russa. Sappiamo che in un regime autocratico le cose sono adamantine fino a un certo punto, ma appena si crea un’incrinatura si rischia il collasso.