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Tra Italia e Algeria c’è spazio anche per la Libia (e il Mediterraneo)

Di Massimiliano Boccolini e Emanuele Rossi

Il dialogo strategico tra Algeria e Italia che prosegue con la visita del presidente Meloni è finalizzato a condividere e cooperare davanti ai cambiamenti che stanno avvenendo nel Mediterraneo. Un primo punto di allineamento, oltre il dossier energetico, è nel pensiero riguardo al dossier libico. Conversazione con gli esperti algerini Tayfour e Qabusa

“I rapporti italo-algerini hanno visto un notevole sviluppo a tutti i livelli: politici, economici ed energetici, e credo che l’approccio algerino nasca da una consapevolezza che tenga conto della natura della trasformazione geopolitica che sta attraversando la regione euromediterranea e della stato di cambiamento che sta avvenendo nelle posizioni dei maggiori Paesi europei, soprattutto nella fase post-pandemica e alla luce del conflitto russo-ucraino che ha provocato un significativo rallentamento della crescita e una grave crisi energetica in Europa”, spiega Farouk Tayfour, analista algerino studioso di relazioni internazionali.

Formiche.net sta consultando esperti nordafricani nell’ambito della politica e dell’economia per delineare contesti e scenari attorno al viaggio del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in arrivo ad Algeri nel pomeriggio per una due giorni di appuntamenti. Algeria e Italia sono Paesi situati sulle sponde del Mediterraneo, condividono confini marittimi e hanno all’orizzonte sfide comuni.

“La volontà dell’Algeria di diversificare i partner, aumentare il volume degli scambi commerciali e tecnologici e condividere i vincoli con l’Italia si inserisce anche nel contesto dello stato di tensione temporanea nei rapporti franco-algerini e spagnoli”, aggiunge Tayfour: “Per tale ragione l’Algeria intende dare seguito al dialogo strategico tra le due parti, visto anche che l’Italia rappresenterà l’hub per la distribuzione di energia algerina di ogni tipo, soprattutto in Europa, dopo aver aumentato il volume di gas esportato nella Penisola”.

Per l’analista, c’è “la necessità di uno scambio di opinioni e di informazioni per proteggere le piste diplomatiche con i loro rami economici ed energetici dall’impatto dei rapidi cambiamenti che stanno avvenendo nel mondo e nel Mediterraneo, che necessitano di aggiornamento e concertazione bilaterale”.

Sulle prospettive comuni, secondo Ali Qabusa, direttore del dipartimento di Economia politica dell’università algerina di El Oued, nella visita di Meloni ci sarà spazio anche per affrontare l’aspetto culturale: “L’Algeria è convinta che l’Italia possa essere un partner affidabile nello scambio commerciale, energetico e nuovi progetti che avvicineranno i due popoli”. Qabusa ricorda che di queste visite di alto livello ce ne sono già state altre quest’anno, segnando un rinnovamento delle relazioni – il presidente Sergio Mattarella e il premier Mario Draghi hanno già incontrato la leadership algerina nei mesi successivi all’inizio dell’offensiva russa.

“Un altro aspetto importante di questa visita riguarda la crisi libica – aggiunge il docente – con le posizioni dell’Italia e dell’Algeria rispetto alla Libia che sono molto vicine. L’Algeria ha chiesto il ritiro dei mercenari dalla Libia e l’avvio di elezioni, e anche l’Italia è su queste posizioni. Penso a tal proposito che i libici vogliano trovare una soluzione radicale alla loro crisi ed è quello che chiedono anche Roma e Algeria attraverso un percorso elettorale”, collegato alle dinamiche guidate dall’Onu.



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