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Dragonbridge, la rete di disinformazione cinese sulle piattaforme occidentali

Il Threat Analysis Group di Google si occupa di identificare e smantellare minacce provenienti da attori impegnati in campagne di disinformazione. Prosegue lo sforzo della Repubblica Popolare per influenzare l’opinione pubblica su questioni calde come Taiwan, Hong Kong, il COvid-19 e la guerra in Ucraina

Il gigante tecnologico statunitense Google ha scoperto una rete di propaganda filo-cinese con l’obiettivo di influenzare il dibattito su temi quali la guerra in Ucraina, Hong Kong e Taiwan. La notizia è stata annunciata dal Threat Analysis Group (Tag), squadra interna a Google che si occupa di monitorare e reagire alle azioni di attori maligni impegnati in azioni di information operations.

Il network oggetto delle misure di contenimento del Tag si chiama Dragonbridge, anche conosciuto come Spamouflage Dragon. Una rete di irradiazione di spam legata alla Cina, presente su molteplici piattaforme, tra cui Twitter e Meta.

 

fonte: Threat Analysis Group

Sulla pagina del Tag si legge che la maggior parte delle attività di Dragonbridge è costituita da contenuti di bassa qualità, privi di messaggi politici. Tuttavia una porzione di account Dragonbridge pubblica anche notizie di attualità adottando la narrativa filo-governativa cinese e messaggi critici verso gli Stati Uniti. I contenuti sono principalmente rivolti a persone di lingua cinese, ma alcuni sono in inglese o altre lingue.

La società è intervenuta su più di 50mila casi di attività di Dragonbridge su Youtube, Blogger e AdSense, chiudendo più di 100mila account. Nonostante le dimensioni e la produzione di contenuti, Dragonbridge non ha ottenuto praticamente alcun coinvolgimento organico da parte di spettatori reali: nel 2022, la maggior parte dei canali aveva zero abbonati quando Google li ha interrotti e oltre l’80% dei video aveva meno di cento visualizzazioni. Anche il coinvolgimento dei blog è stato basso, con quasi il 95% che ha ricevuto visualizzazioni nell’ordine delle decine per i blog chiusi a dicembre.

Nei rari casi in cui i contenuti hanno ricevuto un qualche engagement, si tratta quasi sempre di contenuti non autentici, ovvero provenienti da altri account Dragonbridge che si commentano reciprocamente. Lo stesso vale per i numeri raggiunti dai blogger.

La piccola porzione di canali Dragonbridge che promuove messaggi filocinesi include messaggi che elogiano la risposta governativa alla pandemia, critiche alle proteste pro-democratiche a Hong Kong e un deciso sostegno all’unificazione con Taiwan, se necessario con le armi. Tra l’altro l’enfasi sulla questione taiwanese si è intensificata in seguito alla visita di Nancy Pelosi a Taipei ad agosto.

In autunno la legge firmata dal presidente Joe Biden per colpire il settore cinese dei semiconduttori aveva scatenato il network di spam. Dragonbridge ha pubblicato contenuti nei quali il provvedimento veniva definito “ingiusto” e “anticoncorrenziale”. Non sono poi mancati video nei quali gli Stati Uniti venivano attaccati per il sostegno militare all’Ucraina e accusati di aver fomentato le proteste in Cina contro le restrizioni anti-Covid.

Insomma, continua la lotta delle piattaforme tecnologiche statunitensi per contrastare la disinformazione cinese. Da parte sua, la Repubblica Popolare sonda il terreno per capire come gestire future campagne informative probabilmente più raffinate.

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