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Salvini, voce stonata nel governo. La critica a Zelensky che va a Sanremo

“Noi siamo allineati con le posizioni occidentali”, dice il leader della Lega. Che però ironizza sul presidente ucraino al Festival: “Non so come canta, ho altre preferenze”. Soltanto ieri Meloni e gli alleati hanno ribadito l’importanza di una costante forte coesione tra alleati nel continuare a fornire assistenza a Kiev

Da Sanremo 2023 “avranno fatto le loro valutazioni, quello che spero è che la guerra finisca il prima possibile e poi che il palcoscenico della città dei fiori rimanga riservato alla musica è qualcosa che penso tutti si aspettano”. A dirlo è Matteo Salvini, vice presidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, a margine dell’inaugurazione di Homi alla Fiera di Milano a Rho, rispondendo a una domanda sull’intervento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky previsto durante la serata finale del Festival di Sanremo.

“Sono amante del festival vecchia maniera”, ha rimarcato Salvini. “Non dico chi spero che vinca, se no lo danneggio e arriverà ultimo sicuramente. Ho le mie preferenze ma in campo canoro, non in altri campi. Adoro la canzone italiana. Zelensky? Non so come canta, ho altre preferenze”. Poi, replicando a chi gli chiedeva se ritiene non opportuno l’intervento di Zelensky, Salvini ha spiegato: “Non giudico. È l’ultima settimana di campagna elettorale, se avrò tempo di guardare Rai Uno sarà per ascoltare canzoni, non per ascoltare altro”. Quanto a un rischio di escalation del conflitto in Ucraina, “speriamo che finisca il prima possibile”, ha osservato il leader della Lega, “noi siamo allineati con le posizioni occidentali. E speriamo che Sanremo rimanga il festival della canzone italiana e non altro”.

Parole che giungono all’indomani della telefonata in cui Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, e i leader di Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Francia hanno “ribadito l’importanza di una costante forte coesione tra alleati nel continuare a fornire assistenza a Kiev a 360 gradi”, come reso noto da Palazzo Chigi. La telefonata è avvenuta mentre Washington e Berlino hanno annunciato l’invio dei carri armati Abrams 1 e Leopard 2, a pochi giorni dal summit di Ramstein in cui i ministri della Difesa dei Paesi, che sostengono lo sforzo ucraino, si sono impegnati ad aumentare l’aiuto militare a Kiev.

Dopo aver spiegato a Formiche.net le linee guida dell’azione internazionale dell’Italia, a Che tempo che fa Guido Crosetto, ministro della Difesa, ha confermato: “Il sesto decreto sulle armi da inviare all’Ucraina ci sarà” e “darà all’Ucraina la possibilità di difendersi dagli attacchi aerei”. “In collaborazione con la Francia stiamo finalizzando l’invio del Samp/T, e comunque ci sono altre azioni a cui lavoriamo riservatamente”, ha poi dichiarato Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri al Corriere della Sera.

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