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Cara Segre, la musica aiuta a non dimenticare

Di Giorgio Girelli

La lettera a Liliana Segre di Giorgio Girelli, presidente Emerito del Conservatorio Statale Rossini, in risposta alle parole della senatrice sulla memoria dell’Olocausto che rischia di svanire. Ma ci sono giovani che ancora riescono a “sentire” l’infamia di quegli anni

Gentile e cara Senatrice,

Le esprimo tutta la mia solidale ed affettuosa vicinanza in questa giornata che richiama a tutti noi il dovere di far vivere quei valori tanto brutalmente calpestati insieme ai corpi di coloro che ne erano portatori quali semplici cittadini probi ed operosi, rispettosi della comunità. Quindi non necessariamente partecipi di atti eroici di Resistenza, ma normali persone, innocue, amanti del buon vivere.

Il che rende ancor più atroce la ferocia assassina consumata ai loro danni con tanta orribile e spietata pianificazione. Atrocità che non vanno dimenticate come le odierne manifestazioni “per la Memoria” sembrano dimostrare. Ma Lei non è ottimista sul perdurare di questa sensibilità. E la Sua riflessione non va né sottovalutata, né ridimensionata, come qualcuno invece si è affrettato a fare. Mi è già capitato di osservare che la reattività ad una infamia, l’adorante coinvolgimento verso persone od eventi straordinari perdurano, più o meno, per la generazione che ne è stata protagonista, per poi man mano scemare consunti da un simbolico acido corrosivo che ne offusca e poi annulla la memoria.

Non so se per meschina ingratitudine o per condizione …genetica. Per cui, molto banalmente, se i figli facessero tesoro delle esperienze dei padri raggiungeremmo mete straordinarie. Però è da ritenere che quando il delitto è di tale indicibile efferatezza ogni mezzo di ricordo ed ammonimento dovrebbe essere approntato per la salvaguardia della umanità. Uno di questi può essere anche la musica perchè le sue composizioni vivono nel tempo, scaldano i cuori risvegliandone la sensibilità.

Sono lieto che un contributo in questa direzione sia giunto dal musicista pesarese Riz Ortolani che compose la “Sinfonia per la memoria”. Sono stato molto vicino ed Amico del Maestro, e fui molto onorato quando mi chiese consiglio per il titolo della sua sinfonia volta a stigmatizzare gli orrori del fascismo, dell’olocausto per poi concludere con la “Liberazione” quale porta aperta alla speranza di un mondo migliore e…memore!

L’intera sinfonia venne eseguita a Pesaro dalla Radio Symphonic Orchestra di Bratislava. Feci affiggere il manifesto del concerto nel corridoio della direzione del Conservatorio Rossini. Piccolo contributo alla “Memoria”. Il terzo movimento della sinfonia, “L’Olocausto”, è stato suonato proprio il 27 gennaio a Pesaro dalla Orchestra Sinfonica Rossini molto applaudita dai giovani intervenuti in gran numero.

Con ammirati saluti.
Suo
Giorgio Girelli



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