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Gli italiani non si fidano più di Russia e Cina. Il sondaggio Ispi

La ricerca mostra come Mosca sia oggi la principale minaccia mondiale percepita. Scende anche la “percezione di alleanza” con Pechino. I cittadini temono una crisi economica e scelgono con decisione il campo euroatlantico

L’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (Ispi) ha pubblicato il sondaggio annuale che misura le opinioni degli italiani sui principali temi di politica estera. Vediamo quali sono le tendenze nell’Italia di inizio 2023.

Le principali minacce

La crisi economica è la principale minaccia per il Paese secondo il 55% degli intervistati, seguita a distanza dai cambiamenti climatici, l’immigrazione, il conflitto russo-ucraino e, con pochi punti percentuali, la pandemia globale. È interessante notare come lo spettro della crisi economica abbia aleggiato sin dal 2015, aggirandosi sempre intorno al 50% delle preferenze. Terrorismo islamico e pandemia sono invece crollati rispetto agli ultimi anni. Persino nell’anno dell’invasione russa dell’Ucraina, il conflitto viene indicato solo come terza minaccia per l’Italia (8% delle preferenze), ma questo può essere spiegato dalla paura di una crisi economica che riflette le conseguenze della guerra.

Alleati dell’Italia

Aumenta la polarizzazione delle alleanze internazionali: quando si chiede se alcuni attori o Paesi siano o meno un alleato dell’Italia nel mondo, le opinioni si fanno sempre più nette. Nato, Unione europea e Stati Uniti sono nettamente percepiti come alleati da almeno il 60% del campione. La Nato addirittura supera l’Ue nelle preferenze, 64% contro 62%. Crollano le percezioni di “alleanza” con Cina e Russia, già fortemente in calo nel 2021.

Paesi più aggressivi

La Russia scala la classifica dei Paesi che rappresentano la principale minaccia per il mondo. Mosca è indicata come tale da un terzo degli italiani, quasi il quintuplo rispetto all’8 per cento del pre-invasione. Nel 2021 al primo posto si trovava la Cina, che ora scende al secondo, mentre al terzo posto si trovano gli Stati Uniti (13%). Crolla invece l’interesse per Iran e Corea del Nord, sul podio negli scorsi anni.

Cina e Covid-19

Alla domanda se l’Italia faccia bene a tutelarsi da nuove varianti di Covid-19 in arrivo dalla Repubblica Popolare il 78% dei rispondenti è per il sì. È interessante notare che il rimanente 22% si divida tra chi sostiene che la Pechino sia un partner affidabile e chi sostiene che la pandemia sia finita.

Ucraina

Gli italiani concordano su una cosa: non sanno come finirà il conflitto russo-ucraino. Se lo scorso aprile, a meno di due mesi dallo scoppio del conflitto, erano esattamente uno su quattro le persone che non avevano un’opinione sul suo possibile esito, oggi questa quota è salita a uno su tre. Scende invece la quota di persone che crede che il conflitto potrebbe risolversi attraverso un accordo di pace (dal 44% al 31%). La maggioranza si dice favorevole all’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea, tra ingresso immediato o tra qualche tempo, mentre un terzo è contrario.

Difesa

La maggior parte degli intervistati vorrebbe che l’Italia facesse qualcosa in ambito Difesa, ma c’è meno omogeneità su cosa si dovrebbe fare. Tra i sostenitori del multilateralismo il 34% sostiene che si debba investire in un unico esercito europeo e il 28% vorrebbe rafforzare la cooperazione con la Nato. Il 21% dei rispondenti sostiene si debba potenziare l’esercito nazionale, mentre il rimanente 17% non vorrebbe fare nulla nell’ambito.

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