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Spazio e Difesa. Così Tokyo rafforza la cooperazione con Usa (e Italia)

Di Marco Battaglia e Gaia Ravazzolo

Tokyo rafforza i suoi legami con Washington nella Difesa, un rapporto che cresce anche nella dimensione spaziale. Al vertice 2+2 (Esteri-Difesa) tra Giappone e Usa, gli attacchi verso, da o all’interno dello Spazio sono stati ricompresi negli ambiti coperti dal trattato di sicurezza che lega il Paese del Sol levante agli Stati Uniti

L’alleanza tra Stati Uniti e Giappone è la “pietra angolare” della sicurezza indo-pacifica. A ribadirlo è stato il colloquio in formato 2+2 tra i ministri giapponesi di Esteri e Difesa, Hayashi Yoshimasa e Hamada Yasukazu, e i segretari di Stato e della Difesa statunitensi, Antony J. Blinken e Lloyd J. Austin, un vertice che ha preceduto l’incontro di oggi tra il presidente Joe Biden e il primo ministro Fumio Kishida alla Casa Bianca. Il Giappone sembra, dunque, aver deciso di abbandonare il suo tradizionale pacifismo dopo l’invasione russa dell’Ucraina e il livello sempre più elevato di assertività cinese. A fronte di un quadro geopolitico più complesso il Paese del Sol levante ha scelto di assumere un ruolo più deciso nel mantenimento della sicurezza internazionale e della stabilità dell’Indo-Pacifico, rafforzando le sue collaborazioni di Difesa con Washington.

Cresce la Difesa giapponese

In particolare, dagli Usa è arrivato il sostegno “incondizionato” alle decisioni prese da Tokyo con i tre documenti, la Strategia di sicurezza nazionale, la Strategia di difesa nazionale e il Programma di sviluppo della difesa, varati a dicembre dall’esecutivo nipponico nei quali si concretizza la volontà del Giappone di acquisire nuove capacità e di aumentare i fondi per la Difesa, raggiungendo quota 2% del Pil entro il 2027. Il colloquio ha portato anche a una riorganizzazione delle forze a stelle e strisce presenti nell’arcipelago, con un posizionamento più avanzato e nuove capacità, da un nuovo reggimento di artiglieria costiera dei Marines, allo schieramento di velivoli senza pilota per la sorveglianza, l’Intelligence e il pattugliamento del mar Cinese orientale. Il Giappone, inoltre, istituirà un quartier generale permanente congiunto con gli Usa e aumenterà il livello di cooperazione tra le proprie forze armate e quelle statunitensi.

Cooperazione nello spazio

Il rafforzamento della cooperazione tra Tokyo e Washington passa anche per lo spazio. Durante l’incontro a Washington, Blinken ha dichiarato di essere d’accordo “sul fatto che gli attacchi verso, da o all’interno dello Spazio rappresentano una chiara sfida”. Non solo, “a seconda della natura di tali attacchi, ciò potrebbe portare all’invocazione dell’articolo 5 del nostro trattato di sicurezza tra Giappone e Stati Uniti”, ha aggiunto il segretario di Stato Usa, facendo riferimento al fatto che un attacco a una delle due parti spingerebbe l’altra ad agire per far fronte al pericolo comune. Annuncio che arriva per contrastare le mire cinesi in un momento in cui Pechino sta aumentando significativamente la propria presenza satellitare, anche in riferimento alle attività militari nello Spazio.

Il Paese del Sol levante in orbita

Il 2023 si preannuncia essere un anno di svolta per il Giappone nello Spazio. Entro aprile, infatti, per la prima volta nella storia, un lander lunare privato – realizzato dalla società privata Ispace – proverà ad atterrare sul suolo lunare. L’obiettivo è raccogliere dei campioni di regolite dal satellite terrestre per poi venderli alla Nasa, come stabilisce un accordo tra i due. “Sarà il primo caso al mondo di transazioni commerciali di risorse spaziali sulla Luna da parte di un operatore privato”, aveva commentato lo scorso novembre il ministro giapponese della politica spaziale, Takaichi Sanae. Un precedente non indifferente che fungerebbe da apripista alla vendita di risorse spaziali estratte dai corpi celesti per trarne profitto. A differenza di altri giganti commerciali che operano nel settore spaziale, come SpaceX e Blue Origin, l’approccio giapponese alla Space economy risulta diverso, proiettato oltre gli ormai “canonici” lanci di satelliti verso lo sfruttamento delle risorse.

Una priorità per Tokyo

Le ambizioni di Tokyo, che rendono il suo comparto industriale sempre più competitivo sul piano internazionale, sono il frutto di un rinnovato approccio al settore spaziale del Paese. Nell’ambito della legge spaziale giapponese del 2008, lo Stato nipponico aveva già identificato come priorità “lo sviluppo e l’uso dello Spazio esterno” e si era fatto garante della creazione di un ambiente e una regolamentazione favorevole a promuovere lo sviluppo e l’uso dello Spazio commerciale. Ultima tappa in questo iter è stata la legge sulle risorse spaziale emanata nel 2021, che prevedere un “permesso di estrazione di risorse spaziali”, che stabilisce inoltre “che la persona che ha ottenuto il permesso è proprietaria delle risorse spaziali che sfrutta in conformità con il piano di attività approvato”.

L’interesse italiano

Gli Stati Uniti non sono però l’unico Paese con cui il Giappone mira a rafforzare la cooperazione, sia di Difesa, sia spaziale. Prima di Washington, infatti, Kishida ha incontrato a Roma il presidente Giorgia Meloni, e durante il vertice le relazioni italo-nipponiche sono state elevate a “partenariato strategico”, prevedendo anche un meccanismo di consultazioni bilaterali Esteri-Difesa simile a quello attivo tra Giappone e Stati Uniti. Tokyo, del resto, è legata a Roma anche per il progetto del caccia di sesta generazione Global combat air programme (Gcap), comunemente noto come Tempest. Per Kishida, il programma Gcap in particolare potrà gettare “le fondamenta di una cooperazione bilaterale di medio e lungo periodo nell’ambito della sicurezza”.

Foto: U.S. Department of Defense


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