Ieri, nel giorno della riunione di Ramstein sugli armamenti a Kyiv, colloquio tra i ministri degli Esteri. Tajani: “Pieno sostengo verso una pace giusta”. Kuleba: “Ho accolto con favore la decisione dell’Italia di unirsi al gruppo rispetto per l’istituzione di un tribunale speciale per il crimine di aggressione contro l’Ucraina”. E l’ambasciata russa riaccende la macchina della propaganda
Nella giornata di venerdì, mentre i ministri della Difesa alleati (compreso l’italiano Guido Crosetto) erano riuniti in Germania per fare il punto sugli armamenti da inviare a Kyiv, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha avuto un colloquio telefonico con l’omologo ucraino Dmytro Kuleba. Tajani, che è anche vicepresidente del Consiglio dei ministri, ha ribadito il “pieno sostengo italiano” all’Ucraina verso una “pace giusta”, come si legge in un tweet del ministro. Come spesso accade, qualche dettaglio in più arriva dalla parte ucraina. “Antonio Tajani e io abbiamo discusso del prossimo pacchetto italiano di aiuti alla difesa”, ha spiegato Kuleba. “Ho accolto con favore la decisione dell’Italia di unirsi al gruppo rispetto per l’istituzione di un tribunale speciale per il crimine di aggressione contro l’Ucraina e ho chiesto sanzioni per l’industria russa dei missili/droni”, si legge ancora.
IL GRUPPO DI LAVORO
Il gruppo a cui fa riferimento Kuleba è un gruppo di lavoro tecnico a livello di direttori dei servizi per gli affari giuridici dei ministeri degli Esteri che lavorerà alla creazione di meccanismi legali per il perseguimento di persone coinvolte nella commissione di crimini di guerra in Ucraina. Un segnale forte da parte italiana, come racconta anche questo tweet di Elisabeth Braw, esperta dell’American Enterprise Institute, sul governo guidato da Giorgia Meloni, pronto a volare a Kyiv.
Just a few months ago people were belly-aching about Italy’s expected election outcome and how Giorgia Meloni would fail Ukraine or even be supportive of Russia.
I think we can agree that people were worrying about the wrong country’s government.
— Elisabeth Braw (@elisabethbraw) January 21, 2023
ANCHE LONDRA A BORDO
Ieri il Regno Unito ha dichiarato di aver accettato l’invito ucraino a unirsi. “Queste atrocità non devono rimanere impunite”, ha dichiarato il ministro degli Ester britannico James Clerverly. “Ecco perché il Regno Unito ha accettato l’invito dell’Ucraina a unirsi a questa coalizione, portando la nostra esperienza legale al tavolo per esplorare le opzioni per garantire che i leader russi siano chiamati a rispondere pienamente delle loro azioni”. “L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è un’oltraggiosa violazione dell’ordine internazionale basato sulle regole”, ha spiegato ancora il ministro. “Le atrocità a cui abbiamo assistito in Ucraina sono diaboliche: migliaia di soldati e civili uccisi e altri milioni di sfollati, costretti a fuggire per salvarsi la vita nelle circostanze più orribili”, ha aggiunto.
IL NERVOSISMO RUSSO
Non sembra un caso che la macchina della propaganda russa si sia rimessa in moto proprio nelle ore dopo la telefonata tra i ministri degli Esteri e la decisione italiana di aderire al gruppo per un tribunale speciale per i crimini russi, oltreché le parole chiare di Crosetto da Ramstein sull’urgenza di nuovi e più importanti invii di armamenti a Kyiv (“Bisogna passare dalle parole ai fatti nel più breve tempo possibile”). L’ambasciata russa a Roma è tornata ad attaccare l’Italia con un post che il ministro della Difesa ha definito “fake news”. Le immagini pubblicate, infatti, “non ritraggono dei mezzi Lince 4×4 Iveco, bensì blindati Mls Shield, come deducibile dal simbolo ‘Venom’ riportato sulla fiancata”, si legge in una nota. “Mezzi mai inviati all’Ucraina nei diversi pacchetti aiuti inviati all’Ucraina dal governo italiano”. L’ex presidente ucraino Petro Poroshenko, che aveva già pubblicato quelle foto a dicembre elogiando le caratteristiche del mezzo (Mls Shield), “ha acquistato, in parte con fondi propri e in parte con una raccolta popolare, 11 blindati prodotti dall’azienda abruzzese Tekne di Ortona (CH), donati alle Forze Armate ucraine impegnate nella resistenza contro l’aggressore russo”, conclude la nota.
LA MOSSA UE
Giovedì il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione con la quale gli eurodeputati hanno chiesto che la leadership politica e militare russa sia chiamata a rispondere del crimine di aggressione contro l’Ucraina. Nel testo, affermano che le atrocità commesse dalle forze armate russe a Bucha, Irpin e in molte altre città ucraine rivelano la brutalità della guerra e sottolineano l’importanza di un’azione internazionale coordinata per stabilire la responsabilità secondo il diritto internazionale umanitario. Inoltre, si esorta l’Unione europea a sollecitare l’istituzione di un tribunale internazionale speciale, in stretta cooperazione con l’Ucraina e con la comunità internazionale, che si occupi di perseguire la leadership politica e militare della Russia e i suoi alleati.