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Perché la consegna di carri armati a Kiev segna una nuova fase del conflitto

L’annuncio degli inglesi di inviare carri armati pesanti è l’ultima rottura di un tabù che vedeva i Paesi Nato restii a inviare sistemi d’arma avanzati. Ora che la probabile offensiva di Mosca si avvicina aumentano le pressioni perché Berlino consegni anche i propri Leopard 2. Mentre la presa russa di Soledar è un episodio marginale raccontato come grande successo da un regime che ha bisogno di vittorie

Il Regno Unito e la Polonia hanno confermato il prossimo invio di aiuti militari all’Ucraina, comprensivo di una decina di carri armati pesanti di tipo Challenger 2. L’episodio marcherebbe la prima consegna di carri armati moderni da parte di Paesi Nato a Kiev, fatta eccezione per una manciata di M1 Abrams statunitensi. Inoltre, la decisione aumenta la pressione sulla Germania perché fornisca i propri Leopard 2, di cui fin’ora Berlino ha impedito la consegna anche da parte di altri Paesi detentori del carro tedesco.

Le ultime settimane hanno visto significativi cambiamenti per quanto riguarda la potenza degli armamenti che le capitali occidentali hanno donato o promesso di donare. A dicembre gli Stati Uniti hanno acconsentito a fornire a Kiev i missili Patriot, sistema estremamente sofisticato che potrebbe permettere agli ucraini di colpire le forze russe in Crimea o nella stessa Russia.

Successivamente, Francia e Germania hanno inviato veicoli per il combattimento della fanteria, rispettivamente l’AMX-10 RC e il Marder. Da qui, secondo diversi analisti, il passo logico sarebbe appunto quello di fornire carri armati pesanti (main battle tanks, Mbt). Kiev li richiede dall’inizio dell’invasione, ma i Paesi partner hanno sempre resistito, soprattutto per timore che strumentazione così aggressiva avrebbe aumentato eccessivamente il coinvolgimento occidentale nella guerra. Con i conseguenti rischi di escalation da parte russa.

Oggi la decisione inglese rompe un altro tabù. Carri armati di quel genere potrebbero incidere non poco sul conflitto, che è sostanzialmente nella fase di stallo invernale. La prossima offensiva russa è prevista intorno ad aprile, quando il terreno non sarà più eccessivamente fangoso.

A proposito di offensiva russa. Le forze della milizia privata Wagner hanno riferito di avere conquistato la cittadina mineraria di Soledar, nei pressi di Bakhmut. Quest’ultima è stata l’epicentro della più sanguinosa operazione all’interno della guerra, con le forze di Mosca che hanno investito enormi risorse nel tentativo di conquistarla, per poi puntare a riprendere Kherson. Dall’altra parte, l’Ucraina ne ha fatto una bandiera della resistenza. Oggi la città è completamente distrutta dai mesi di combattimenti e le forze di invasione hanno bisogno di riportare in patria qualche vittoria.

Per questo motivo annunciano trionfanti la presa di Soledar e Bakhmutske. Vittorie alquanto marginali dal punto di vista tattico, dato che è la più grande Bakhmut a dover essere controllata se si vuole riprendere il capoluogo di regione e controllare l’intera area del Donbass.

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