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Dialoghi italofrancesi a Roma, tra guerra, Cina e Mediterraneo

I rapporti tra Italia e Francia a un anno dal Trattato del Quirinale nell’evento di Aspen. Energia, sicurezza, sovranità europea e le nuove sfide geopolitiche nell’area europea al centro dei dialoghi organizzati presso l’ambasciata francese a Roma

“Il rapporto italo-francese è simboleggiato da una forbice, a volte ampia a volte stretta: il Trattato del Quirinale è un modo per evitare che si apra troppo”. Sono le parole del presidente dell’Ispi Giampiero Massolo durante la conferenza stampa nel quadro del forum Aspen “Italia e Francia a un anno dal Trattato del Quirinale – Le sfide della sovranità e le sfide geopolitiche”, tenutosi oggi presso l’Ambasciata francese a Roma. L’incontro si è svolto a porte chiuse e i risultati sono stati presentati, poi, in conferenza stampa.

A un anno dalla firma del Trattato, e a due giorni dall’entrata in vigore, la conferenza ha inteso fare il punto sulle relazioni Italia-Francia e, più in generale, sul futuro dell’Europa. Energia, sicurezza, sovranità europea e, ovviamente, i rapporti tra Roma e Parigi sono stati i dossier al centro dell’incontro. Particolare attenzione è stata data alle sfide geopolitiche che caratterizzano il continente: ovvero la guerra in Ucraina, il futuro dei rapporti con la Cina e le minacce e opportunità che arrivano dal comune Mar Mediterraneo. Hanno partecipato, tra gli altri, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il ministro francese per gli Affari Europei Laurence BooneClaudio Descalzi, ad di Eni, e i rispettivi ambasciatori italiano e francese Emanuela D’Alessandro e Christian Masset.

L’importanza dell’incontro è sottolineata anche da un messaggio inviato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Il forum costituisce un’occasione preziosa per approfondire molti aspetti di un rapporto di straordinaria rilevanza strategica sul piano bilaterale come nel contesto europeo e dell’agenda globale”, ha detto il Capo dello Stato in un messaggio, a soli due giorni dalla nota diffusa dal Quirinale che ne celebrava l’entrata in vigore.

Non esiste un progresso per l’Unione europea che “prescinda dal progresso dei singoli Paesi”, ha proseguito poi l’ambasciatore Massolo. “In questa prospettiva, forti Stati membri che collaborano tra loro rafforzano l’Ue e riescono a fare massa critica”.

Sul tema Lorenzo Bini Smaghi, presidente di Société Générale, ha voluto precisare che “l’Europa è chiamata a decidere, ci si aspetta che decida su tante cose, spesso succede perché il trasferimento di sovranità da livello nazionale non avviene in pieno”. “L’Europa è forte se decide nei meccanismi dove si evita di mettere il veto” e “penso che dopo l’esperienza sulle decisioni in campo di sanità e vaccini, piano piano si arriverà alla maggioranza e a superare l’unanimità in Ue”, ha aggiunto l’economista.

Una posizione a cui ha fatto eco Giulio Tremonti, presidente di Aspen Italia è presidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati, il quale ha ricordato come l’Unione europea sia stata creata da una crisi e come le crisi siano spesso state il motore dell’integrazione. Tanto che, secondo il presidente, “è possibile che dalla guerra si sviluppi la difesa europea, quanto tempo ci vorrà è difficile dirlo ma è questo il cammino europeo”. Assieme a Tremonti, a presiedere l’incontro, Jean-Luc Allavena, presidente di Aspen Institute Francia, che ne ha spiegato l’origine: “L’idea di questa riunione è stata quella di creare un rapporto particolare tra Aspen Francia e Italia per aiutare la relazione tra i due Paesi. Aspen institute è un posto dove possiamo di pensare di avere un rapporto tra tutti i settori per fare delle azioni”.

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