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Cina&Ucraina. La politica estera di Biden nel discorso sullo Stato dell’Unione

“L’America è riuscita a fare ciò che sa fare meglio: guidare”, così Joe Biden nell’annuale discorso sullo stato dell’Unione. Riunire gli alleati intorno alla causa delle democrazie contro le autocrazie; impedire che un aggressore definisca le regole del gioco internazionale; investire nelle capacità industriali statunitensi che la Cina vorrebbe dominare. Questi i risultati degli Stati Uniti in politica estera nell’ultimo anno

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha tenuto l’annuale discorso al Congresso sullo Stato dell’Unione. Vediamo di seguito i passi più significativi per quanto riguarda la politica estera statunitense nel 2023.

In prima battuta, il presidente si è riferito alla guerra che da quasi un anno (il 24 febbraio ricorrerà l’anniversario) sta massacrando l’Ucraina. “Mi sono rivolto a questa camera un anno fa, pochi giorni dopo che Vladimir Putin scatenasse la sua brutale guerra contro l’Ucraina”. E ha proseguito evidenziando come l’invasione russa sia stata un test per l’America: “Saremmo disposti a difendere i princìpi più elementari? Saremmo disposti a difendere la democrazia?” si chiede retoricamente Biden per poi rispondere “sì, e lo abbiamo fatto”.

Il presidente ha poi salutato l’ambasciatrice ucraina presente in sala e ricordato che gli Usa sosterranno Kiev “per tutto il tempo necessario”, dunque eliminando i dubbi che un nuovo anno possa portare a una sorta di stanchezza americana per questa guerra.

Biden è partito dalla crisi ucraina per ricordare che l’America è riuscita quest’anno a fare “ciò che sappiamo fare meglio: guidare”, riferendosi al fatto di avere riunito la Nato e gli alleati intorno a una causa che non era per nulla scontata, ovvero la lotta tra democrazie e autocrazie. “Abbiamo costruito una coalizione globale. (…) Il nostro Paese sta lavorando per ottenere più libertà, più dignità e più pace, non solo in Europa, ma ovunque”.

Per quanto riguarda la questione cinese, il presidente ha ricordato che gli Usa cercano la “competizione” e non il “conflitto” con Pechino. E ha aggiunto che prima della sua amministrazione “si parlava di come la Repubblica Popolare Cinese stesse aumentando il suo potere e l’America stesse precipitando nel mondo. Ora non più”.

Da questa posizione Biden sostiene con forza il progresso e gli investimenti nell’innovazione statunitense, nei settori industriali che plasmeranno il futuro e che la Cina sta cercando di dominare. “Lavorare con i nostri alleati per proteggere le nostre tecnologie avanzate in modo che non vengano usate contro di noi. Modernizzare le nostre forze armate per salvaguardare la stabilità e scoraggiare le aggressioni”. A proposito dell’episodio del pallone-spia che ha sorvolato gli Usa la scorsa settimana Biden è stato chiaro: “se la Cina minaccia la nostra sovranità, agiremo per proteggere il nostro Paese. E lo abbiamo fatto”.

Il presidente ha concluso la parte di politica estera del suo discorso ricordando come gli Stati Uniti siano riusciti ad adottare politiche bipartisan, mobilitando il mondo per affrontare le sfide globali del clima, della salute, dell’insicurezza territoriale. E ha chiosato: “Coloro che hanno scommesso contro l’America stanno imparando quanto si sono sbagliati. Non è mai una buona idea scommettere contro l’America”.


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