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A Difesa di Taiwan. Perché il vice-segretario Chase sbarca sull’isola

Michael Chase è tra i più alti funzionari del Pentagono a visitare l’isola. Una mossa che Pechino non prenderà bene in un momento in cui le relazioni tra i due Paesi sono ai minimi storici. Ma gli Usa vogliono ribadire il sostegno al governo di Taipei, un anno prima di elezioni che saranno fondamentali per la stabilità della regione

L’assistente Segretario alla Difesa per la Cina, Michael Chase, è arrivato venerdì a Taiwan in una delle visite di più alto livello del Pentagono sull’isola. Il tutto mentre Washington e Pechino tentano di far ripartire un qualche tipo di dialogo dopo l’episodio del pallone-spia abbattuto due settimane fa.

La Difesa statunitense non ha voluto commentare il viaggio, ma ha sottolineato che “il sostegno e le relazioni difensive degli Stati Uniti con Taiwan rimangono allineati contro l’attuale minaccia rappresentata dalla Repubblica Popolare Cinese”, secondo quanto riporta il Financial Times. Il portavoce del Pentagono ha aggiunto: “Il nostro impegno nei confronti di Taiwan è solido come una roccia e contribuisce al mantenimento della pace e della stabilità nell Stretto e nella regione”.

La visita arriva in un momento delicato delle relazioni sino-americane. Il Segretario di Stato Antony Blinken cercherà di incontrare l’omologo cinese Wang Yi a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco durante il fine settimana. Tuttavia sembrerebbe che Wang non abbia ancora confermato alcun incontro. Il viaggio di Blinken a Pechino era stato cancellato all’ultimo proprio a causa del pallone-spia.

Sul dossier di Taiwan la tensione non è da meno. Un generale dell’aeronautica Usa ha recentemente dichiarato di ritenere “probabile che Usa e Cina entrino in una guerra per Taiwan nel 2025”. Il Pentagono si è subito affrettato a dichiarare che quelle affermazioni non rispecchiavano la visione ufficiale, ma esempi di questo genere si sprecano.

Pechino non vuole che funzionari statunitensi vadano a Taipei. Lo scorso agosto, la Cina ha reagito alla visita a Taiwan di Nancy Pelosi con le esercitazioni militari più imponenti di sempre includendo anche il lancio di missili balistici sopra l’isola. A commento del viaggio di Chase, la Cina ha dichiarato di opporsi fermamente a “tutte le forme di interazione ufficiale e di contatto militare tra gli Stati Uniti e Taiwan”. “Chiediamo agli Stati Uniti di smettere di intromettersi nella questione di Taiwan e di non creare nuovi fattori che potrebbero portare a tensioni nello Stretto di Taiwan”, ha dichiarato il ministero degli Esteri.

Il governo cinese sostiene che le visite sull’isola, di cui rivendica la sovranità, diluiscano la One China policy statunitense. In base a questo concetto, in vigore dal 1979 (anno dell’instaurazione di relazioni diplomatiche con la Repubblica Popolare) Washington riconosce Pechino come unico governo cinese.

Tuttavia, l’amministrazione Biden ha dichiarato in quattro occasioni che le forze armate sarebbero intervenute in casi di aggressione cinese, per poi stemperare le tensioni, in quella che ormai si chiama “ambiguità strategica”.

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