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In Europa, la Polonia punta su Meloni. La versione di Wielinski

Mentre Putin continua a scagliarsi contro “l’Occidente collettivo”, contro gli oligarchi che hanno perso i loro capitali nelle banche internazionali, Meloni e Biden si sono presentati a Varsavia. Quel “confine morale” tra due mondi, Ovest ed Est, dipinti dai media come opposti e inconciliabili. Conversazione con Bartosz Wielinski, vicedirettore di Gazeta Wyborcza, uno dei principali quotidiani polacchi

La presenza di Giorgia Meloni e di Joe Biden in terra polacca è un segnale notevole, un messaggio essenzialmente politico. D’altronde, sul conflitto russo-ucraino e sul destino dell’Occidente, Varsavia ha le idee chiare. Nonostante, gli attriti con Bruxelles, il governo polacco spera di mantenere il ruolo di interlocutore privilegiato con gli Stati Uniti e la sua posizione geostrategica in chiave anti-russa. Bartosz Wielinski, vicedirettore di Gazeta Wyborcza, uno dei principali quotidiani polacchi, racconta la visita dei leader di Italia e Usa dalla prospettiva di Varsavia.

Come interpretare la presenza di Giorgia Meloni a Varsavia?

Mi dispiace che il presidente degli Stati Uniti le abbia un po’ rubato la scena. L’attenzione dei media è stata rivolta soprattutto a lui. Noi polacchi siamo alla disperata ricerca di alleati. Il nostro principale alleato era l’Ungheria, ma preferisce seguire l’agenda russa piuttosto che aiutare l’Ucraina, quindi il nostro Primo ministro spera di trovare una valida sponda nel premier Meloni all’interno dell’Ue. Pochi Paesi dell’Unione sono guidati da governi conservatori disposti a condividere le nostre politiche. In Francia, Marine Le Pen ha perso le elezioni. Per questo molti sperano che Giorgia Meloni si in grado di fare da “scudo” con Bruxelles. La sua campagna è stata molto esplicita sui valori tradizionali della famiglia che sono punti ideologici per il nostro Paese ed è stata anche critica nei confronti delle istituzioni europee. Il problema è tradurre la campagna in fatti nella fase post-elettorale, e il governo italiano ha scelto di non muoversi in modo radicale. In questo momento, per noi, le cose non vanno bene e vorremmo il sostegno dell’Italia. Ma è bello constatare che il governo italiano non ha cambiato la propria postura in politica estera, nonostante ci fosse il timore che la propaganda russa potesse prendere piede in Italia.

Mateusz Morawiecki vorrebbe incrementare l’invio di armi a Kiev. Sembra che la Polonia non prenda neppure in considerazione l’ipotesi di un negoziato di pace…

Negoziato? Non ci sarà. Perché negoziare significa avvicinarsi e piegarsi al Cremlino. Sostenere un Paese, responsabile di un’invasione e di una guerra di aggressione, sarebbe un brutto segnale. Questo è totalmente da escludere. Nessuna trattativa, almeno fino a quando non ci sarà un risarcimento da parte della Russia per i danni che ha provocato. L’Ucraina non sarà mai un membro della Nato e dell’Ue finché la guerra non sarà terminata e la Russia non si ritirerà entro i propri confini. Non vi sono altre soluzioni.

E per quanto riguarda la visita di Joe Biden?

Iniziamo col dire che il nostro Paese è il vicino più importante per Kiev, per motivi geografici e logistici. Inoltre, il governo polacco ha stabilito un partenariato individuale con l’Ucraina. La questione è molto semplice: Biden viene in Polonia, uno Stato che offre rifugio a milioni di ucraini in fuga dai territori assediati. La sua visita a Varsavia è collegata alla sua visita a Kiev. Sinceramente, considerato il rischio, non credevamo possibile una sua venuta. E, soprattutto, non credevamo che sarebbe arrivato fino in Ucraina, tutt’al più eravamo convinti che avrebbe incontrato Zelensky in Polonia. Il discorso di Biden sulla democrazia è stato significativo. Alcune persone potrebbero giudicarlo troppo vago e senza promesse dettagliate, chiare, ma bisogna analizzare il quadro generale. Biden ha inviato un messaggio positivo, promettendo che la democrazia vincerà sulle realtà autoritarie come Mosca. Sì, la sua presenza testimonia l’esistenza di opzioni migliori dell’autoritarismo.

Cos’è per voi la Nato? Uno scudo contro la Russia, questo è chiaro. Ma come intendete starci dentro?

Abbiamo lavorato così duramente per convincere gli Alleati a farci entrare nella Nato. Non sarebbe successo senza le preziose garanzie americane e occidentali. La Nato ci dà sicurezza e stabilità, ma ad essere in gioco sono anche le relazioni internazionali, le alleanze, elementi fondamentali per la salvaguardia della nostra democrazia. Soprattutto, la Nato stabilisce i confini che ti è concesso attraversare, e questo è un deterrente utile contro le mire espansionistiche dei Paesi populisti. La Polonia è un membro importante dell’Ue e le relazioni transatlantiche sono vitali. Bruxelles deve collaborare con l’America. Dobbiamo essere una potenza globale e un attore attivo su scala planetaria.

L’opinione pubblica polacca è compatta in merito alla politica estera adottata dal governo?

È una domanda complicata. Se parliamo di aiuti all’Ucraina sì, abbiamo l’unanimità. In termini di rapporti con l’Unione europea, la maggioranza dei polacchi non è molto soddisfatta della postura assunta dall’esecutivo, dato che il governo sta cercando un compromesso con Bruxelles. Ma siamo in difficoltà economica e abbiamo bisogno dei fondi europei. Addirittura, alcuni sostengono che sarebbe meglio limitare la nostra presenza nell’Ue, sabotarla, perché in questo momento il più grande nemico è proprio l’Occidente e non l’Est. Invece la piaga più urgente da sanare è l’economia che necessita di ricette politiche capaci di garantire un processo di stabilizzazione, poiché l’inflazione è un problema enorme. Le persone stanno diventando più povere di mese in mese, e il governo farebbe bene a tenerlo a mente, anche in vista delle prossime elezioni.


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