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Chi (non) incontrerà il governatore dello Xinjiang a Bruxelles

Erkin Tuniyaz, sanzionato dagli Stati Uniti, potrebbe incontrare i rappresentanti dei Paesi membri tra il 19 e il 21 febbraio. Ma è già cominciato il dibattito su quella che potrebbe diventare “un’incombente patata bollente diplomatica”, secondo Politico. La visita a Londra e la probabile apertura di Ungheria, Grecia, Malta e Cipro

 

Un invitato non desiderato? Negli ultimi giorni c’è scompiglio a Bruxelles per l’arrivo del governatore dello Xinjiang, Erkin Tuniyaz, e la pretesa dell’ambasciatore cinese all’Unione europea che ci siano i rappresentanti dei 27 Paesi membri a riceverlo.

La notizia, riportata da Politico, riferisce come la questione è diventata velocemente un dibattito acceso tra i Paesi membri dell’Ue, che non hanno una visione comune, e con alcuni governi che sono stati tenuti all’oscuro della vicenda perché vista “come un’incombente patata bollente diplomatica”.

Su chi andrà o no, Politico scrive che è improbabile che alcuni Paesi si presentino all’incontro, lasciando però aperta la questione a quei Paesi invece favorevoli a Pechino, come Ungheria, Grecia, Malta e Cipro, che probabilmente prendono in considerazione l’idea di incontrare il governatore dello Xinjiang mentre sarà a Bruxelles.

Erkin Tuniyaz è governatore dello Xinjiang dalla fine di gennaio ma per circa 15 anni ha ricoperto diverse posizioni di potere nella regione. È sotto sanzioni dall’amministrazione di Joe Biden negli Stati Uniti per avere violazioni dei diritti umani contro la comunità uiguri. Il rappresentante della regione a maggioranza musulmana in Cina dovrebbe essere a Bruxelles tra il 19 e il 21 febbraio. L’incontro con i diplomatici dell’Unione europea è in agenda l’ultimo giorno della visita.

Secondo il quotidiano The Guardian, Tuniyaz avrebbe in programma anche una tappa in Regno Unito la prossima settimana. Il Foreign Office britannico ha riferito che “intende incontrare una serie di parti interessate per discutere la situazione nello Xinjiang. Abbiamo concordato di incontrarlo a livello di alti funzionari e intendiamo sfruttare l’opportunità per fare pressioni per un cambiamento nell’approccio della Cina e per fare richieste su questioni specifiche, inclusi casi individuali”. “Siamo davvero ansiosi di sfruttare al massimo questa opportunità per spingere per cambiamenti tangibili sul campo – prosegue la nota -. Saremo ovviamente lieti di fornire qualsiasi feedback che riceviamo dopo l’incontro”.

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