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Addio Guaidó? I nuovi rapporti degli Usa con l’opposizione venezuelana

Anche se il governo americano non ha riconosciuto l’ambasciatore nominato da Nicolás Maduro, ha preso in custodia le sedi diplomatiche del governo ad interim del Venezuela negli Stati Uniti. E adesso?

Dopo il voto del Parlamento venezuelano che ha rimosso Juan Guaidó dall’incarico come presidente ad interim del Venezuela, la comunità internazionale comincia a prendere posizione.

Dal 6 febbraio, il Dipartimento di Stato americano ha preso in custodia l’ambasciata e le residenze ufficiali del governo ad interim del Venezuela a Washington e New York. Gli Stati Uniti hanno assunto il controllo di tutte le proprietà diplomatiche finché il Paese sudamericano non avrà una nuova missione diplomatica. Non è però riconosciuto nemmeno l’ambasciatore nominato da Maduro per rappresentare il regime negli Stati Uniti.

I parlamentari venezuelani non hanno ancora scelto un nuovo governo ad interim. Secondo l’agenzia Bloomberg, questa scelta solleva interrogativi su chi rappresenterà l’opposizione al regime di Maduro all’estero. Dopo aver rimosso Guaidó, i legislatori dell’opposizione hanno nominato un rappresentante negli Stati Uniti, Fernando Blasi, che ricopriva l’incarico di addetto commerciale. Tuttavia, Blasi non ha ottenuto lo status diplomatico dagli Stati Uniti perché non è stato nominato da un presidente.

Dal 2019, il governo americano – e altri 54 Paesi – hanno considerato Guaidó come legittimo leader del Venezuela, dando status diplomatico ai suoi rappresentanti all’estero. Negli Usa, l’ambasciatore del governo di Guaidó era Carlos Vecchio, che ha consegnato le chiavi degli edifici negli Stati Uniti al consiglio dei beni dell’Assemblea nazionale guidato dall’opposizione.

I diplomatici di Guaidó negli Stati Uniti avevano anche il controllo delle attività estere, tra cui la gestione della società madre della raffineria di petrolio statunitense Citgo Petroleum Corp.

Come scritto da Formiche.net, il governo di Guaidó sarebbe diventato una struttura burocratica con ambasciatori, personale, commissioni e bilancio. Secondo la stampa internazionale, solo a marzo del 2022, il programma di sicurezza e difesa della democrazia del governo ad interim è costato 35 milioni di dollari. Le accuse di malversazione di fondi e corruzione hanno dunque portato alla fine dell’incarico.



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