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Le sei cose che i russi hanno completamente toppato sul popolo ucraino

Mosca ha scatenato la guerra avendo in mente idee precise su come avrebbero reagito gli ucraini. Un’indagine del National Democratic Institute mostra le percezioni errate dell’intelligence russa e quello che davvero vogliono nel Paese invaso

Il conflitto in Ucraina si trascina ormai da un anno e non se ne vede una soluzione a breve. Quella che era stata immaginata dagli Stati Maggiori russi come un’operazione lampo (per quanto se ne sappia pubblicamente) si è rivelata una faticosa guerra di logoramento fatta di trincee, bombardamenti, combattimenti urbani e massacri di civili. Spesso gli analisti hanno parlato degli errori di valutazione che i servizi segreti russi avrebbero commesso nell’informare il Cremlino riguardo la “psicologia” degli ucraini e le loro reazioni a un’invasione. Proviamo a fare chiarezza sulle percezioni errate di Mosca attraverso un’indagine condotta dal National Democratic Institute.

Piegare la volontà con le bombe

Le operazioni russe hanno avuto un enorme impatto sulle vite di tutti gli ucraini. Il 92% degli intervistati riferisce di soffrire interruzioni “costanti, frequenti o occasionali” dell’elettricità in casa. Il 37% ha perso un amico o un familiare nel conflitto. Più del 50% afferma di avere subito un peggioramento della salute mentale. La Russia sembra avere puntato molto sul rendere la popolazione apatica di fronte alla durezza delle condizioni di vita. Tuttavia un dato fa fallire questa previsione: l’89% degli interpellati si dice “ottimista” sul futuro del Paese e tra le ragioni principali vi è il sostegno occidentale.

Recuperare il “fratello minore”

Nella propaganda governativa di Mosca si trova spesso (anche ben prima del 2022) il riferimento all’Ucraina come a un Paese che ha smarrito la strada, da ricondurre nell’orbita russa. Se questo richiama memorie sovietiche, non è casuale. Quasi la metà degli ucraini prima della guerra riteneva che fosse “giusto” che la Russia determini il futuro del Paese. La percentuale si è ridotta al 18% nel gennaio 2023. Per quanto questo numero sia comunque significativo, il crollo dimostra probabilmente che gli ucraini filorussi abbiano scelto da che parte stare di fronte a un gesto così aggressivo. Al contrario si valuta molto positivamente l’influenza statunitense e ancor di più del Regno Unito, del Canada e dell’Unione Europea.

Eliminare la (teoricamente) debole identità ucraina

Gli ucraini hanno sempre scelto la loro strada, spesso direttamente opposta a tutto ciò che la Russia rappresenta attualmente. Gli ucraini hanno un’idea chiara di come dovrebbe essere il futuro, compreso il futuro dell’Ucraina come democrazia pienamente funzionante. Inoltre, gli ucraini sono in grado di definire chiaramente cosa significhi per loro democrazia, tra cui libertà di parola, giustizia uguale per tutti ed elezioni libere ed eque. Mentre il governo russo sta diventando sempre più autoritario e sta lanciando nuovi attacchi alle minoranze sessuali e di genere.

Impedire l’occidentalizzazione

Uno degli obiettivi russi era quello di polarizzare la società ucraina e minarne le aspirazioni occidentali. La strategia di propaganda conseguente sembra aver fallito se si considera che il 92% dei rispondenti sostiene l’adesione all’Ue e l’86% alla Nato. La cosa si fa interessante osservando che questo sentimento prevale fortemente anche nelle regioni tradizionalmente più filorusse nell’est e nel sud. Volendo essere precisi l’indagine non ha coperto la Crimea, annessa dalla Russia nel 2014, dove sarebbe interessante ottenere riscontri.

La fine della guerra

La maggioranza degli intervistati considera il pieno ripristino dell’integrità territoriale come unico risultato “accettabile” della guerra. Inoltre, la percentuale di ucraini disposti a negoziare con la Russia è diminuita significativamente: dal 59% del maggio 2022 al 29% nel gennaio 2023. Il che si spiega forse in due modi. In primo luogo, la Russia ha intensificato le campagne di bombardamenti su obiettivi civili nell’estate 2022 portando il conflitto a un’intensità maggiore. In secondo luogo, man mano che la controffensiva di fine estate-inizio autunno liberava i territori occupati, emergevano le brutalità compiute dai russi.

Le figure politiche più popolari risultano essere, rispettivamente, il presidente Volodymyr Zelensky, il capo delle forze armate Valerii Zaluzhnyi, il politico Serhii Prytula e il sindaco di Kiev Vitalii Klychco.

(foto di Noah Eleazar su Unsplash.it)


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