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Kyiv è forte e libera, la Nato è unita. Così Biden risponde a Putin

“Un anno fa i principi di pace e sicurezza che avevano garantito la stabilità in Europa per 75 anni rischiavano di andare in pezzi. Come alleati siamo rimasti forti e uniti. Lo abbiamo fatto anche per il diritto a vivere liberi dall’aggressione” ha detto il presidente americano a Varsavia

Difendere l’Ucraina per difendere il mondo libero e democratico. Così Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, ha parlato davanti a migliaia di persone riunitesi al Castello Reale di Varsavia. Il suo discorso, tenutosi nello stesso giorno di quello del leader russo Vladimir Putin, ne ha ricordai altri due di predecessori di Biden: quello di John Fitzgerald Kennedy a Berlino nel 1961 (“Ich bin ein berliner!”) e quello di Ronald Reagan nel 1985 sempre a Berlino davanti alla porta di Brandeburgo (“Mister Gorbaciov, butti giù questo muro!”).

LA RESISTENZA UCRAINA

“Un anno fa il mondo si aspettava la caduta di Kyiv che invece resta forte, libera, orgogliosa. Kyiv non sarà mai una vittoria per la Russia, il mondo non si è voltato dall’altra parte”, ha detto Biden. “Oggi la bandiera ucraina sventola su metà dei territori inizialmente occupati dalle truppe russe. Ma Kyiv ha davanti ancora giorni difficili”.

I VALORI

Un anno fa i principi di pace e sicurezza che avevano garantito la stabilità in Europa per 75 anni rischiavano di andare in pezzi. Come alleati siamo rimasti forti e uniti. Lo abbiamo fatto anche per il diritto a vivere liberi dall’aggressione; siamo rimasti al fianco degli ucraini per questi valori. La posta in gioco è la libertà e la democrazia. Le democrazie oggi sono più forti e gli autocrati indeboliti. Loro capiscono solo una parola: ‘no, no e no?. Non vi prenderete il nostro Paese, non voi prenderete la nostra libertà”.

LA NATO

“Putin pensava che la Nato si sarebbe spaccata e invece è unita come mai prima. Pensava ci saremmo arresi, si sbagliava. «L’articolo 5 dell’Alleanza è solido come roccia: un attacco contro uno dei suoi membri è un attacco contro tutti. Ma l’Occidente non sta cercando di distruggere la Russia”.

LE COLPE DI PUTIN

“Putin ha invaso l’Ucraina per brama di terra e potere. La Russia ha commesso crimini contro l’umanità, ha rapito bambini, ha usato gli stupri come arma di guerra. Putin è un dittatore che vuole ricostruire un impero ma non ci riuscirà. La guerra è stata una sua scelta, non una necessità. Puytin ha cercato di far morire di fame il mondo, bloccando l’excport di grano. Mosca dovrà pagare un prezzo per le sue azioni e continueremo e rafforzeremo le sanzioni economiche già questa settimana. Solo Putin può porre fine alla guerra, interrompendo l’invasione”.

LE RICHIESTE DELLA PIAZZA

“Mr. Biden, manda gli F16 in Ucraina”: di questo tenore gli striscioni issati durante una dimostrazione, al passaggio del corteo presidenziale diretto alla sede della presidenza della Repubblica per il primo colloquio con Andrzej Duda. “Mr. Biden, sappiamo che ci ascolta: F16 per l’Ucraina” hanno scandito i manifestanti chiedendo agli Usa lo sblocco dell’invio dei caccia richiesti da Kyiv.

IL PRESIDENTE DUDA

Ad anticipare il discorso di Biden, l’intervento del presidente polacco, che ha sostenuto con forza che “l’Ucraina deve vincere e per questo la aiutiamo. L’Ucraina vincerà e la Russia se ne andrà con vergogna”. Duda ha poi ringraziato il “presidente americano per il suo coraggio e la sua determinazione. Agli Stati Uniti e alla Nato per aver inviato assistenza militare e altri aiuti. Il ruolo dell’Alleanza è difendere il mondo libero”.

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