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Reattiva ma anche proattiva. La sicurezza nazionale secondo Coticchia (UniGe) 

Venerdì si è tenuto il primo Tavolo Esteri-Difesa della XIX legislatura. Tajani: “Dobbiamo rafforzare la nostra capacità di influenzare i processi decisionali politico-militari nei consessi internazionali”. Crosetto: “Occorre una visione strategica a 20-30 anni”. Ecco i quattro elementi secondo il professor Coticchia, che sottolinea l’importanza di indicare gli obiettivi, non soltanto alla luce delle minacce

Venerdì si è tenuto a Roma il primo Tavolo Esteri-Difesa della XIX legislatura. Un’iniziativa che si pone l’obiettivo di approfondire tematiche di comune interesse e che richiedono un’azione coordinata e congiunta delle capacità della Difesa e del ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Il coordinamento Esteri-Difesa “non è un’elemento di novità ma è stato un aspetto rilevante sul quale il governo Meloni ha puntato molto sin dall’inizio”, spiega Fabrizio Coticchia, professore associato di scienza politica all’Università di Genova, a Formiche.net. Basti pensare alla visita dei ministri Antonio Tajani (Esteri) e Guido Crosetto (Difesa) in Serbia e Kosovo, che ha ribadito l’impegno dell’Italia per la stabilizzazione dei Balcani occidentali.

LE DICHIARAZIONI DI TAJANI…

“Nell’attuale contesto di crisi in Europa e alla luce dei riflessi in altre aree strategiche per la nostra sicurezza nazionale – dalla situazione in Ucraina ai Balcani e al Mediterraneo, dall’Africa sub-sahariana fino all’area dell’Indo-Pacifico – è essenziale uno stretto coordinamento e scambio d’informazioni tra ministero degli Esteri e ministero della Difesa”, ha dichiarato Tajani. “Dobbiamo rafforzare la nostra capacità di influenzare i processi decisionali politico-militari nei consessi internazionali. Il Tavolo Esteri-Difesa è uno strumento fondamentale per assicurare un’azione univoca e coerente del Paese”, ha aggiunto.

… E QUELLE DI CROSETTO

“Difesa e Esteri devono muoversi all’estero insieme e nell’interesse dell’Italia”, ha detto il ministro Crosetto. “L’attuale situazione all’orizzonte è colma di sfide. Ciò impone scelte immediate, pragmatiche e, soprattutto, condivise e questo Tavolo rappresenta uno strumento essenziale per migliorare il coordinamento e dare maggiore incisività alle azioni dei due Dicasteri”. Esteri e Difesa, ha continuato, “hanno il compito di rafforzare il ruolo della nazione. Una strada che il governo e il presidente [Giorgia] Meloni stanno percorrendo in maniera corale anche costruendo rapporti solidi con Paesi cruciali in diversi settori. Penso alla differenziazione degli approvvigionamenti energetici, ma anche alla sicurezza e all’immigrazione, e per questo sono fermamente convinto che occorra una visione strategica a 20-30 anni”, ha concluso.

LE QUESTIONI SUL TAVOLO

I principali argomenti oggetto di discussione del tavolo sono stati: il prossimo vertice Nato di Vilnius, i fianchi Est e Sud della Nato, la difesa europea, il supporto a Kiev, l’impegno a sostegno della pace nel continente europeo, la strategia italiana in Africa, la sicurezza del “Mediterraneo Allargato” e la “delibera missioni internazionali 2023”. L’incontro è stato, inoltre, un utile momento di confronto anche sulle attuali crisi che coinvolgono i nuovi domini cyber e spazio e il cognitive warfare, che utilizza campagne di disinformazione diffondendo fake news.

L’IMPIEGO DELLE FORZE ARMATE

Le Forze armate italiane, ricorda la nota diffusa dai ministeri, sono attualmente presenti in 40 operazioni (di cui 37 internazionali in 24 Nazioni) con oltre 11.000 unità impiegate, oltre 6.000 in operazioni internazionali in ambito Nato, Nazioni Unite e Unione europea: dai Balcani, all’Iraq, al Mediterraneo, al Libano.

L’ANALISI DI COTICCHIA (UNIGE)

Il professor Coticchia sottolinea altri tre elementi oltre al coordinamento stesso. Primo: “la funzionalità del coordinamento per migliorare l’influenza italiana nei processi decisionali. È fondamentale per una media potenza come l’Italia che, dopo anni di retorica sovranista, si rende conto che è nei contesti multilaterali che si difende al meglio il proprio interesse nazionali”. Secondo: “l’importanza di definire l’interesse nazionale, a cui si collega la prospettiva di 20-30 anni indicata dal ministro Crosetto. È importante farlo, oltre che in chiave reattiva rispetto a minacce in settori come energia e migrazioni, anche e soprattutto in chiave proattiva, cioè indicando quali sono i nostri obiettivi”. Terzo: “È importante il riferimento alla ‘delibera missioni internazionali 2023’. Speriamo che la discussione parlamentare avvenga nei primi mesi dell’anno come previsto dalla legge del 2016”, conclude.



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