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Lezioni dagli Usa per una Difesa europea. La riflessione di Preziosa e Velo

Di Dario Velo e Pasquale Preziosa
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Il percorso di costruzione dell’Ue, e in particolare della sua Difesa comune, ha diversi paralleli con l’evoluzione degli Usa, dalla cui storia possono essere tratte diverse lezioni. L’Ue potrebbe rafforzare il suo modello federale restando all’interno della Nato, con un modello di difesa simile a quello Usa del XIX secolo. La riflessione di Dario Velo, professore presso la facoltà di Economia dell’università di Pavia e membro del Comitato scientifico del Centro studi sul federalismo, e il generale Pasquale Preziosa, presidente dell’Osservatorio sulla sicurezza di Eurispes

Il centro dell’Europa si è spostato nel tempo verso est e l’agenda della sicurezza è diventata ancora più urgente. In Europa si è aperto un dibattito sullo spirito del Trattato di Maastricht. Il rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell ha spiegato che l’Europa “non vuole costruire un esercito europeo al singolare” ma la “interoperabilità degli eserciti”.

Lo spirito di Maastricht

Secondo la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen lo spirito di Maastricht era costituito dall’obiettivo dello sviluppo nella stabilità. Questa visione però, riduce il Trattato a un contenuto economico. In realtà Maastricht fu tutt’altro. Il Trattato definì l’euro come una moneta federale e Il carattere costituzionale del documento fu prevalente rispetto alla sua definizione economica. Il Trattato di Maastricht ha affrontato un problema apparentemente insolubile: sancire la nascita dell’euro in assenza di un consenso generale dei membri e di uno Stato europeo compiuto.

Il Trattato ha consentito di costruire l’Unione monetaria europea rispettando il principio costituzionale dell’unificazione europea costituito dalla sussidiarietà. Un ordine costituzionale sussidiario richiede che la moneta non debba essere utilizzata per centralizzare il potere e la stabilità monetaria rappresenta lo strumento per raggiungere questo obiettivo. Maastricht ha affrontato un problema nuovo: una moneta che non fosse controllata dalle istituzioni europee ma che rispondesse a regole costituzionali.

Oggi assistiamo al tentativo di centralizzare il governo dell’Unione europea da parte della Commissione, mentre la Banca centrale europea difende l’ordine costituzionale e ostacola le politiche inflazionistiche a tutti i livelli dell’Unione europea. La moneta europea poteva avere il consenso dei Paesi membri in quanto non realizzava un accentramento di potere a livello europeo. L’Unione monetaria ha così segnato una tappa fondamentale nella evoluzione del modello federale europeo.

Gli Stati membri al momento di rinunciare alla sovranità monetaria hanno voluto tutelarsi dagli effetti negativi possibili. In campo monetario l’unica soluzione praticabile era costituita dalla definizione di uno statuto della Banca centrale europea che limitasse drasticamente la sua discrezionalità, in modo specifico limitando la possibilità di drenare risorse dai cittadini degli Stati membri alle autorità europee attraverso lo strumento del signoraggio. Alla Commissione europea è stata preclusa la possibilità di intervenire nella gestione della Banca centrale europea. Si tratta oggi di valutare se questa soluzione, sancita dal Trattato di Maastricht, conservi validità.

L’ordine federale e il centralismo

Il dibattito oggi apertosi in Europa sull’opportunità di modificare o meno il dettato del Trattato di Maastricht pone in discussione l’alternativa fra confederazione e federalismo, fra ordine federale e centralismo. Questo dibattito si è sviluppato anche negli Stati Uniti, dal diciottesimo secolo sino ad oggi. La costituzione americana, nata con l’indipendenza alla fine del diciottesimo secolo, ha assunto il valore di ordine federale di riferimento. Ricordiamo che Altiero Spinelli ha scritto il Manifesto di Ventotene, sulla base dei contenuti de The Federalist che illustra il dibattito costituente svoltosi negli Stati Uniti.

Oggi l’alternativa fra federalismo e centralismo è in discussione nell’Unione europea in quanto la necessità di potenziare la difesa è emersa con le tensioni a livello internazionale. L’opzione che L’Unione europea deve oggi considerare non è costituita dalla validità o meno del Trattato di Maastricht, ma dal proprio posizionamento a livello internazionale. Il dibattito corrente non riconosce quale sia la vera portata delle decisioni che debbono essere adottate.

Il processo di centralizzazione negli Stati Uniti è avvenuto soprattutto modificando la Costituzione materiale più della Costituzione formale originaria. Questa è la differenza profonda fra Spinelli, fedele alla lezione della Costituzione originaria degli Stati Uniti, e Jean Monnet, sempre attento al ruolo svolto dalle modificazioni della Costituzione materiale, dell’Unione europea e degli Stati Uniti. L’Unione monetaria è stata realizzata secondo una Costituzione federale.

La moneta e la finanza come strumenti di accentramento

La Costituzione federale dell’Unione monetaria ha potuto affermarsi sia per la rinuncia europea di finanziare un esercito al livello degli altri Stati continentali sia per la rinuncia a utilizzare la moneta e la finanza come strumenti di potere internazionale. Grazie a ciò, l’euro, all’indomani della sua creazione, ha raggiunto in breve tempo l’importanza di seconda moneta di riserva e di pagamento a livello internazionale. La emissione di titoli di debito era preclusa dai trattati europei in essere. La Commissione europea ha sostenuto l’opportunità di emettere eurobonds. Questa possibilità ha trovato realizzazione per fronteggiare solo crisi temporanee, ma non è stata oggetto di consenso, da parte dei Paesi membri dell’Unione europea, per finanziare politiche centralizzatrici.

L’Unione europea superpotenza versus “Forza gentile”

Oggi l’Unione europea può perseguire il modello attuale statunitense, riposizionarsi come potenza internazionale, organizzare un esercito di potenza pari agli eserciti dei Paesi di dimensioni continentale, modificare radicalmente il Trattato di Maastricht e sviluppare un elevato accentramento. Un modello alternativo può fondarsi sulla ricerca di un ruolo di “Forza gentile” come teorizzato da Tommaso Padoa Schioppa, tutelando lo spirito di Maastricht e rafforzando il modello federale. L’esercito europeo, per essere coerente con questa seconda alternativa, potrebbe organizzarsi sul modello adottato dagli Stati Uniti, un modello dualistico costituito da un piccolo esercito europeo e dal mantenimento di una guardia nazionale da parte dei Paesi membri dell’Unione europea.

È stato il ruolo internazionale degli Stati Uniti che determinerà poi un incremento graduale del centralismo lungo tutto il ventesimo secolo con le Presidenze di Theodore Roosevelt e Franklin Delano Roosevelt. L’Europa non ha avuto la necessità di organizzare un esercito europeo in quanto la sua difesa era garantita dagli Stati Uniti. Ciò ha consentito all’Europa di sviluppare il processo di unificazione senza ricorrere alla centralizzazione, dandosi come regola costituzionale fondamentale la sussidiarietà. Sarebbe un errore di portata storica rinnegare Maastricht e trasformare l’Unione europea in superpotenza, con livelli di centralismo sempre maggiori.

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