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Lobbying per il Qatar. Cadono le accuse contro il generale Allen

L’avvocato ha annunciato che il dipartimento di Giustizia statunitense ha chiuso le indagini nei confronti del suo assistito. Non sono state presentate accuse. Ecco com’è iniziata la storia

L’avvocato di John Allen, generale a quattro stelle dei Marines in pensione e già presidente della Brookings Institution, ha annunciato che il dipartimento di Giustizia statunitense ha chiuso le indagini nei confronti del suo assistito, indagato con l’accusa di aver fatto attività di lobbying a favore del Qatar senza dichiararle. Nei confronti del generale Allen non sono state presentate accuse.

L’indagine è diventata pubblica a giugno, dopo che la richiesta di un agente dell’Fbi di accedere alle comunicazioni del generale è stata resa pubblica, forse per errore. Giorni dopo le rivelazioni, il generale Allen si è dimesso dalla carica di presidente della Brookings Institution. La richiesta dall’agente ha fornito un resoconto dettagliato su quanto accaduto nel giugno 2017, quando il generale Allen si è incontrato spesso con Richard G. Olson, ex ambasciatore degli Stati Uniti negli Emirati Arabi Uniti e in Pakistan, e Imaad Zuberi, un uomo d’affari con legami in Medio Oriente. In quel periodo il generale Allen si è recato a Doha, in Qatar. I procuratori federali hanno segnalato un particolare interesse per le potenziali violazioni che coinvolgono le nazioni del Golfo Persico, che hanno sviluppato stretti legami con figure influenti negli Stati Uniti.

Secondo le carte dell’Fbi, il generale Allen avrebbe lavorato per Olson e Zuberi con l’incarico di contribuire a disinnescare una crisi diplomatica tra il Qatar e i suoi vicini del Golfo Persico. Beau Phillips, un portavoce del generale Allen, ha detto che il generale Allen ha chiesto ad alti funzionari del Consiglio di sicurezza nazionale del presidente Donald Trump se il governo degli Stati Uniti volesse che incontrasse i qatarini. Phillips ha aggiunto che il tenente generale H.R. McMaster, all’epoca consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, ha approvato il viaggio del generale Allen e ha offerto l’assistenza del suo staff nella preparazione. Il generale McMaster ha confermato di aver approvato il viaggio del generale Allen. Phillips ha spiegato ancora che il generale Allen si è poi recato in Qatar nel giugno 2017 per incontrare i funzionari del Qatar, compreso l’emiro, lo sceicco Tamim bin Hamad al-Thani, per discutere della risoluzione della crisi diplomatica. Una volta rientrato a Washington, il generale Allen ha informato i funzionari del Consiglio di sicurezza nazionale sul suo viaggio.

L’Fbi ha acceso i riflettori sul fatto che il generale Allen abbia accettato di recarsi a Doha a spese di Zuberi e ha negoziato un pagamento di 20.000 dollari, che ha definito “onorario del relatore”. “Il generale Allen non ha mai agito come agente del governo del Qatar”, ha detto Phillips. “Non ha mai avuto un accordo, scritto o orale, con il Qatar o con qualsiasi altra persona o entità legata al Qatar. Né il generale Allen né alcuna entità con cui era o è affiliato ha mai ricevuto compensi, direttamente o indirettamente, dal governo del Qatar per il suo impegno. Brookings non ha mai ricevuto contributi dal Qatar o da entità o individui legati al governo del Qatar in relazione alle attività del generale Allen”.

Come sottolinea il New York Times, la legge federale richiede che chiunque eserciti attività di lobbying per un governo straniero si registri presso il dipartimento di Giustizia, che negli ultimi anni ha cercato di reprimere le sospette violazioni del Foreign Agents Registration Act. L’anno scorso, un caso importante a tal proposito è stato chiuso con l’assoluzione di Thomas J. Barrack Jr, amico e consigliere informale di Trump, che era accusato di aver lavorato come agente degli Emirati Arabi Uniti e di aver poi mentito agli investigatori federali.

David Schertler, avvocato del generale Allen, ha dichiarato: “È profondamente spiacevole, ingiusto e contrario alla legge che la reputazione e il sostentamento del generale Allen siano stati ingiustamente danneggiati dalla pubblicazione di informazioni riservate del Gran Giurì”.

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