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Storia di Mathilde Lucie Carré, agente doppio nella Seconda guerra mondiale

Di Maria Gabriella Pasqualini

“La Chatte” lavorava per la Resistenza francese ma la tradì e… Il racconto di Maria Gabriella Pasqualini, studiosa e docente dei servizi di sicurezza

Chi era Mathilde Lucie Carré, nata Bélard, donna dai vari alias: Victoire (il principale con il quale sarà poi sempre indicata nei documenti inglesi, ma da lei adottato nell’ultima parte della sua carriera di agente), la Chatte (il più conosciuto), Baghera, Micheline Donnadieu, Marguerite de Roche, Madame Berger e tanti altri, usati per prendere in affitto appartamenti a Parigi, per esigenze della sua operatività.

Francese, nata il 30 giugno1908 a Le Creusot, Saône-et-Loire in Francia, esibiva un documento di identità rilasciato a Parigi nel 1941. Sposata nel 1935 con un commerciante francese, Carré, aveva vissuto prima in Italia, poi nel Nord Africa, rientrando in Francia allo scoppio della guerra. Aveva divorziato agli inizi del 1941, avvalendosi di un avvocato francese, quel Michel Brault, membro della Resistenza francese, entrato poi nella sua vita di spia con il nome di copertura di Miklos. Già in quel periodo la donna aveva mostrato alcune caratteristiche del suo carattere: intelligenza, egoismo e egocentrismo, uniti a cultura, senso dell’humour e un certo fascino, anche se non era bella, secondo un dettagliato rapporto redatto nel 1944: “È fondamentalmente viziosa, dispettosa e amorale”.

Mentre si trovava a Tolosa nel settembre 1940, incontrò un giovane capitano polacco. Si rividero con la scusa che il giovane intendeva apprendere il francese. In realtà l’ufficiale, Roman Czerniewski, con nome di copertura Walenty, era tra Tolosa e Marsiglia allo scopo di realizzare una rete di resistenza polacca e sabotaggi nella Francia occupata. La donna comprese che l’ufficiale straniero in realtà era connesso a un mondo particolare.

Non è chiaro se Mathilde si sia proposta o il polacco l’avesse reclutata, trovandola intelligente e molto utile alla causa, una volta resosi conto a Vichy, dove erano andati insieme, che la donna aveva conoscenze personali con agenti del Deuxiéme Bureau, l’intelligence militare francese. Mathilde contattò quelle persone, svelando l’offerta di Walenty e offrendosi di lavorare anche per i francesi se avessero voluto veicolare informazioni a Londra. Proposta accettata. Walenty, però, non fu messo al corrente di questo secondo incarico della donna, ormai agente doppio: lavorava per i polacchi che aiutavano la Resistenza francese, collaborando a loro insaputa con il Deuxiéme Bureau.

Mathilde a Parigi fu munita di un lasciapassare come infermiera della Croce Rossa di Vichy. Il 18 novembre 1940, esattamente un anno prima che la rete fosse disarticolata, Walenty e Mathilde iniziarono a operare nella rete con nome in codice Interallié, militarmente organizzata e estesa.

La donna, con numerosi alias, fu molto attiva, reclutando gran parte dei subagenti che dovevano agire nei vari settori di competenza nella Francia occupata. In questo modo aveva in mano tutta l’organizzazione, divenendone di fatto il vice in comando, quando Walenty si assentava da Parigi. Continuava intanto i suoi rapporti con i francesi, conoscendo così molto bene anche membri di quella struttura. In sintesi: sapeva molto, forse troppo.

Per inviare rapidamente a Londra informazioni sui movimenti dell’esercito tedesco, dopo qualche mese, fu necessario avere radio ricetrasmittenti e così, tra gli altri operatori, per rafforzare l’organizzazione, fu integrato Maurice. Esperto di telecomunicazioni, aveva lavorato nell’ambasciata polacca a Parigi prima della capitolazione della Francia; scappato a Marsiglia e tornato in Polonia, fu fatto rientrare a Parigi il 17 maggio 1941, per installare tre stazioni radio segrete, per sei mesi, molto attive, quasi una stazione commerciale, prima che l’organizzazione fosse disarticolata. Mathilde aveva trovato i luoghi sicuri dai quali trasmettere. Il 16 novembre 1941 Interallié aveva completato il suo primo anno di esistenza, inviando rapporti di grande interesse al War Office a Londra.

Secondo quanto sostenuto da Mathilde, Walenty si sentiva così sicuro da tenere, nell’appartamento dove viveva, un indice di tutte le informazioni inviate e una copia dell’ordine di battaglia tedesco in Francia, nonostante avvertimenti di prudenza ricevuti. Mathilde sostenne che per questa imprudenza, e non per un suo tradimento, i tedeschi riuscirono a disarticolare tutta l’organizzazione il 18 novembre 1941. Anche Mathilde fu arrestata lo stesso giorno.

Il 19 novembre 1941 iniziò la sua collaborazione con i nazisti, con nome di copertura La Chatte, incontrando altri membri dell’organizzazione che furono arrestati, sempre sorvegliata da Hugo Bleicher, capo del controspionaggio Gestapo della regione. Si era proposta per la collaborazione o dopo il suo arresto aveva fatto capire ai tedeschi che avrebbe collaborato? I documenti non lo chiariscono. O era già agente prima del presunto arresto, vista la fiducia che i tedeschi riposero in lei? Questo fu un dubbio che sfiorò l’intelligence inglese fin dal primo contatto con Mathilde.

I tedeschi fecero vivere virtualmente l’organizzazione per disseminare false informazioni: decisero di far trapelare che gli agenti addetti alla telecomunicazione non erano sfuggiti all’arresto ma che Mathilde era stata in grado di salvarsi, con la radio, nella casa di un pittore, avendo ancora con sé tutti i documenti, i telegrammi e soprattutto i codici e in grado di interloquire con gli agenti provinciali e inviare messaggi informativi. Autorizzata a continuare le trasmissioni, in modo che Londra, Marsiglia e Vichy ritenessero che l’organizzazione non fosse stata completamente smantellata, scelse come nome di copertura, quello con cui poi sarebbe stata sempre indicata nei documenti inglesi: Victoire. La Chatte sta per convertirsi in agente doppio a favore degli inglesi, continuando a collaborare con i tedeschi

Il 26 dicembre 1941 conobbe Lucas, alias di Edouard Pierre Fourrier De Crevoisier, barone de Vomécourt, un giovane francese naturalizzato inglese, reclutato dal SOE e inviato in Francia come agente. In realtà, smantellata l’organizzazione di Walenty, la Gestapo aveva perso interesse per La Chatte-Victoire ma il suo incontro con Lucas ravvivò l’interesse dei nazisti, per aver ‘agganciato’ un agente inglese. E furono ancora di più lieti quando decifrarono i codici di importanti messaggi da e per Londra, tramite la radio sotto loro controllo.

I tedeschi decisero a quel punto di affidarle la penetrazione della rete inglese. In questa operazione a Lucas fu dato dai tedeschi il nome in codice di Nobel e a Victoire quello di Baghera.

Victoire chiese ai tedeschi di lasciare la questione interamente nelle sue mani, con completa libertà di movimento. Mathilde iniziò a collaborare con Lucas, inviando messaggi e soprattutto ricevendone, con soddisfazione dei tedeschi. Da agente prima franco/polacco, poi tedesco/inglese, Mathilde diventava agente doppio, o triplo, collaborando ancora con i francesi con il nome di Micheline., ma la sua carriera non era finita.

Con l’accordo dei tedeschi, andò a Londra con Lucas, come…amante e collaboratrice. Lì le assegnarono il nome di copertura di Madame de Roche, affittarono per lei un appartamento, la fecero lavorare al War Office, tenendola sotto controllo: gli inglesi non erano sicuri che Victoire avesse fatto un completo voltafaccia e che i tedeschi non avessero compreso il cambiamento! A Londra dunque Victoire era stata presa in carico da MI5… infiltrazione riuscita, agli occhi dei tedeschi, che però non avevano avuto sentore dell’opinione dei loro omologhi oltre Manica. La minima fiducia in lei da parte inglese era basata solo sulla considerazione che sarebbe stata collaborativa con Londra solo fino a quando avesse intravisto un interesse personale.

Quando Lucas rientrò in Francia nell’aprile 1942, un mese dopo fu arrestato dalla Gestapo, insieme a altri membri della sua rete. Coincidenza? O vendetta di Mathilde contro gli inglesi e lo stesso Lucas per averla lasciata sola a Londra? L’accaduto dipendeva in realtà da un precedente arresto di un agente con indosso documenti importanti relativi alla rete.

Arrestato Lucas che proteggeva Victoire per motivi personali, MI5 aveva mani libere per decidere la sorte di Mathilde senza interferenze del SOE.

Victoire costituiva un pericolo per la sicurezza della rete di resistenza in Francia e per gli inglesi. Era in possesso di informazioni sensibili circa l’attività del SOE; era stata l’operatrice della ricetrasmittente per i falsi messaggi ai nazisti, ricordando che fino agli inizi del 1943 tutti i messaggi SOE erano veicolati attraverso MI6. Uomini e procedure del MI5, MI6 e SOE le erano noti: quello che le avevano chiesto i tedeschi. Fu internata il 1° luglio 1943 nel carcere di Aylesbury, for war reasons: sibillina concisa spiegazione del suo internamento.

Il bilancio fu comunque positivo per l’intelligence inglese: aveva compreso che i tedeschi volevano far credere di aver minato il Canale della Manica; di aver inviato una formazione di carri armati in Bretagna provenienti dai territori balcanici; di aver incrementato la produzione di polveri nella fabbrica Sévran vicina a Ivry. Notizie non di dettaglio in quel momento del conflitto.

Nel 1945 Mathilde fu estradata in Francia e processata nel 1949. Condannata a morte, la pena fu poi commutata in ergastolo a vita. Fu graziata nel 1954 dal Presidente della Repubblica francese.

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