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L’Italia di Meloni può fare la differenza con l’India. Il commento di Vas Shenoy

Di Vas Shenoy

Presidente del Consiglio in partenza per Nuova Delhi. Il rapporto con Modi potrebbe essere la chiave per il futuro del partenariato Unione europea-India riguardante la sicurezza, l’Indo-Pacifico, la resilienza della catena di approvvigionamento e la pace (con un occhio alla Cina). Il commento di Vas Shenoy, presidente dell’Associazione Sākshi e della Glocal Cities Onlus

Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, dovrebbe atterrare a Nuova Delhi il 2 marzo come ospite d’onore per inaugurare i Raisina Dialogues, organizzati dalla ORF Foundation, un importante think tank indiano, in collaborazione con il ministero degli Affari esteri indiano. Durante la sua visita, avrà anche incontri bilaterali con il primo ministro indiano Narendra Modi. L’ultima visita di un presidente del Consiglio in India risale al 2017, a Palazzo Chigi c’era Paolo Gentiloni. Nel frattempo, il presidente Modi è stato in Italia per il G20 nell’ottobre 2021. Meloni è la prima donna a ricoprire la carica di presidente del Consiglio in Italia e, a 45 anni, è la seconda persona più giovane a farlo nella storia del Paese.

La sua visita in India è significativa in quanto prosegue gli sforzi del suo predecessore, Mario Draghi, per avvicinare le due democrazie e creare in India un’alternativa significativa alla Cina, sia come mercato sia come destinazione di friendshoring. Durante il mandato di Draghi, l’Italia ha iniziato a prendere seriamente in considerazione i pericoli che la Cina rappresenta per la democrazia, l’economia e la tecnologia del Paese, e ha anche intrapreso provvedimenti concreti per contrastare l’aggressione cinese. Inoltre, Draghi ha avviato a Roma una politica estera concreta che i suoi predecessori avevano largamente ignorato.

Meloni ha iniziato il suo mandato con l’obiettivo chiaro di sfruttare gli sforzi compiuti da Draghi e riportare l’Italia allo status di uno dei leader europei. La sua visita in India fa parte della sua strategia globale per far sì che l’Italia sia considerata un elemento di spicco nel contesto mondiale.

Nei suoi primi 100 giorni, ha lavorato per garantire l’indipendenza energetica dell’Italia dalla Russia, formalizzare e consolidare il ruolo del Paese nella Nato e nella sua alleanza transatlantica, e ha inoltre messo in atto il suo “piano Mattei” per l’Africa per rendere l’Italia l’hub energetico europeo, fornendo gas dal Nord Africa come alternativa strategica alla Russia, acquistandolo dall’Azerbaigian, dall’Algeria e infine dalla Libia e da Israele. Se il piano di Meloni avrà successo, l’Italia sarà in grado di ricevere tra i 50 e i 70 miliardi di metri cubi di gas entro il 2025, non solo raggiungendo l’indipendenza energetica dalla Russia, ma anche fornendo un surplus significativo per rifornire Paesi vicini come l’Austria. Inoltre, il piano strapperà la leadership energetica dell’Unione europea dalla Germania, che finora è stata un elemento chiave nella fornitura di gas russo a tutti i Paesi dell’Unione europea grazie al controllo dei gasdotti provenienti dalla Russia.

La cosa più importante, tuttavia, è la competizione tra le tre potenze europee: Francia, Germania e Italia, per la leadership nell’Unione europea. Finora, l’Unione europea è stata dominata dall’asse franco-tedesco. Il presidente francese Emmanuel Macron, che rappresenta un partito politico molto diverso rispetto a quello di Meloni, sembra desiderare il fallimento dell’Unione europea. Meloni, da presidente del Consiglio, ha avuto dei dissidi con Macron sulla questione dei migranti che l’ha esclusa da una cena frettolosamente organizzata per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky all’Eliseo, alla quale era stato invitato il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

Tuttavia, Meloni ha risposto all’affronto ricordando a Macron che tali politiche dividono l’Europa anziché unirla. In uno scenario geopolitico in cui il mondo è polarizzato tra democrazie e autocrazie e la Cina sembra schierarsi dalla parte della Russia, la tempistica della visita di Meloni in India non potrebbe essere più opportuna.

La visita getterà le basi per lo sviluppo di un partenariato bilaterale reciprocamente vantaggioso tra due Paesi che condividono legami storici e non nutrono alcun tipo di ostilità legate al periodo coloniale. Entrambi i Paesi vantano vaste coste e l’Italia possiede una forte tecnologia marina e di difesa. Meloni e il suo partito, Fratelli d’Italia, sostengono fortemente Taiwan. L’India e l’Italia intrattengono forti legami commerciali con la Cina e devono bilanciare il controllo della Cina con i propri interessi economici. Nonostante l’India abbia un controverso confine di 3400 chilometri con la Cina, entrambi i Paesi, nonostante le loro schermaglie e conflitti, riescono a bilanciare le relazioni commerciali. Meloni cercherà di sviluppare un rapporto altrettanto equilibrato con l’India, in modo da poter contare su un grande Paese in cui le aziende italiane possono esternalizzare la produzione (“friendshoring”) e lavorare insieme per migliorare la resilienza della supply chain.

Entrambi i Paesi hanno una forte dipendenza dalle imprese a conduzione familiare, dalle piccole medie imprese e dall’agricoltura. Nonostante l’accordo di libero scambio Unione europea-India sia attualmente in fase di stallo, l’India rappresenta un mercato aperto per le aziende italiane del settore agroalimentare che possono avviare la produzione e vendere tecnologie per il mercato interno. Entro il 2030, 500 milioni di indiani avranno un’età compresa tra i 15 e i 35 anni, rendendo l’India un grande mercato per la moda, i tessuti, gli accessori e il trucco, settori in cui l’Italia eccelle. Inoltre, entrambi i Paesi stanno modernizzando le loro infrastrutture e il loro sistema di trasporti, campi in cui le aziende italiane sono leader e pionieri tecnologici.

Mentre l’India ha un forte rapporto con la Francia e Modi ha legami con Macron, sarebbe opportuno considerare l’Italia come un valido alleato europeo in un mondo “post-Macron”. Meloni e l’Italia potrebbero facilmente diventare quell’alternativa alleata per l’India, data la crescente leadership dell’Italia in Europa.

Infine, l’India non è estranea alle donne leader e le accoglie con favore. Meloni porta una prospettiva femminile in un’Italia dominato da leader maschili che non sono stati in grado di risolvere i problemi di fondo o ripristinare il giusto posto dell’Italia nello scenario geopolitico globale. Il partenariato tra Meloni e Modi potrebbe essere la chiave per il futuro del partenariato Unione europea-India riguardante la sicurezza, l’Indo-Pacifico, la resilienza della catena di approvvigionamento e la pace. Mentre l’India prende il suo posto tra le potenze mondiali, l’Italia guidata da Meloni sarà il partner che farà la differenza.

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