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La militanza come antibiotico per l’antipolitica. Tatarella visto da Giubilei

In vista dell’evento in Senato dell’8 febbraio, ecco l’intervento del presidente della Fondazione Tatarella: “Uno stimolo per i più giovani: la sua storia dimostra come da una piccola città sia possibile arrivare al vertice delle istituzioni senza però mai snaturarsi né perdere la genuinità che è rimasta per tutta la vita un suo tratto distintivo”

Ci sono molteplici aspetti che andrebbero ricordati della figura di Pinuccio Tatarella; l’attualità del suo pensiero politico, la battaglia per il presidenzialismo, la capacità di aver compreso anzi tempo di “andare oltre” allargando il raggio d’azione della destra ma c’è un tema in particolare su cui vorrei soffermarmi ed è l’eredità di Tatarella ai giovani.

In un contesto come quello attuale in cui si è diffuso un crescente sentimento di antipolitica e, in particolare tra le nuove generazioni, la disaffezione nei confronti della politica è sempre più profonda, ripercorrere il valore della militanza nella vita di Tatarella aiuta a offrire un riferimento per chiunque in giovane età voglia avvicinarsi al mondo della politica. La sua storia dimostra come da Cerignola, una piccola città in provincia di Foggia, sia possibile arrivare al vertice delle istituzioni senza però mai snaturarsi né perdere la genuinità che è rimasta per tutta la vita un tratto distintivo di Tatarella.

Dalle partite a carte in strada quando già era ministro, alla camicia macchiata, fino alla cravatta con il nodo allentato, storie che si tramandano di un uomo che non perse il valore dell’umiltà. Un insegnamento prezioso in un mondo in cui chiunque tende a sovrastimarsi e autoincensarsi così come prezioso è il senso di rispetto delle istituzioni che ha sempre accompagnato Tatarella.

Il “ministro dell’armonia” fu in grado di immaginare e realizzare una destra capace di superare differenze e divisioni per unirsi sui punti in comune, un approccio fusionista che dovrebbe essere caro anche ai giovani.

Ma c’è un ulteriore aspetto che ci ha lasciato Pinuccio Tatarella ed è il contributo culturale attraverso le sue riviste e pubblicazioni, l’Istituto Giuseppe Prezzolini e l’archivio che, giorno dopo giorno, ha realizzato raccogliendo decenni di storia della destra italiana. Un valore della memoria che, insieme alla sua biblioteca e quella di suo fratello Salvatore, oggi custodisce la Fondazione Tatarella a Bari e che rappresenta un lascito soprattutto per i giovani.

Grazie alle sue carte, studenti, militanti, appassionati, possono oggi ripercorrere e rivivere una parte importante della storia politica italiana.

La biblioteca e l’archivio della Fondazione Tatarella sono uno spazio che guarda proprio ai giovani come principali fruitori, nella consapevolezza che non può esserci una politica duratura senza un saldo retroterra culturale.

 

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