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Un nuovo modello di relazioni industriali, a partire dal welfare. Scrive Garofalo (Femca-Cisl)

Il protocollo NOI conferma che attraverso la bilateralità e la condivisione delle disposizioni, si assicura forza ai provvedimenti assunti e aderenza alle aspettative dei dipendenti. Le decisioni incidono davvero sulla vita quotidiana delle persone, la loro salute e la loro dinamica familiare. L’intervento di Nora Garofalo, segretaria generale Femca-Cisl Nazionale

Rilanciare la contrattazione aziendale e aprire alla partecipazione dei lavoratori, promuovendo un welfare integrativo sempre più solido e aumenti legati alla produttività. Queste le linee guida del modello di relazioni industriali messo in campo con il gruppo Eni, negli ultimi anni.

Con il protocollo “NOI”, sottoscritto in dicembre da Femca-Cisl, insieme a Filctem-Cgil e Uiltec-Uil, siamo riusciti a intervenire su tutti gli ambiti del benessere dei dipendenti Eni che operano in Italia. Parliamo di misure concrete, come l’assistenza sanitaria domiciliare e digitale, la possibilità di versare a Fondenergia il Tfr trattenuto in azienda, un forte sostegno economico alla genitorialità, importanti interventi di integrazione al reddito, come il pagamento delle utenze e i bonus spesa/carburante. Notevoli inoltre le novità introdotte per i neoassunti, dall’attivazione della previdenza complementare al supporto per la ricerca di soluzioni abitative, con prestiti a tasso agevolato per l’acquisto della prima casa.

Il welfare integrativo si inserisce in un percorso di crescita virtuoso, un processo che lo sta portando a divenire indicatore di modernità, nel rapporto tra le parti datoriali e le organizzazioni sindacali.

Siamo partiti con la crisi del 2008: nella prima fase la legislazione concedeva gli sgravi fiscali solo per le iniziative unilaterali delle aziende. La Legge di Stabilità del 2016 ha previsto, da allora, che a monte delle agevolazioni per le prestazioni di welfare vi fosse un accordo sindacale, quindi l’ascolto dei bisogni delle persone. La materia è diventata subito oggetto di trattativa e ha iniziato la sua lunga fase di crescita. Noi, come Femca-Cisl, siamo stati pionieri nel riconoscere l’importanza di questo strumento e le sue grandissime potenzialità: da subito abbiamo introdotto previdenza e sanità integrativa negli accordi con le aziende dei nostri settori (chimica, energia e moda), andando così incontro alle esigenze di centinaia di migliaia di addetti.

Oggi il welfare integrativo – insieme a tutta la contrattazione di secondo livello – è considerato un elemento chiave nella composizione delle retribuzioni. Il contratto nazionale esprime infatti lo standard di settore, ma è l’integrazione del salario previsto grazie alle misure economiche introdotte dai contratti aziendali che fa la differenza, in termini di qualità della vita della persona. Come avviene per ogni accordo, i risultati migliori arrivano quando alla base dell’intesa c’è la sinergia tra le parti in causa, e quindi tra azienda e sindacato. E non è un caso se tra i motivi che spingono sempre più persone a lasciare il lavoro (oltre 1,6 milioni nei primi 9 mesi del 2022, il 22% in più rispetto allo stesso periodo del 2021) ci sia anche la scarsa propensione delle controparti nello sviluppare accordi aziendali e forme di welfare.

Il protocollo NOI conferma che attraverso la bilateralità e la condivisione delle disposizioni, si assicura forza ai provvedimenti assunti e aderenza alle aspettative dei dipendenti. Le decisioni incidono davvero sulla vita quotidiana delle persone, la loro salute e la loro dinamica familiare.

Abbiamo ora due obiettivi. Puntare sempre più ai premi di risultato, perché la ricchezza sia redistribuita laddove è prodotta, sfruttando gli incentivi fiscali concessi alle aziende che legano gli aumenti all’andamento del profitto. Rilanciare la partecipazione dei lavoratori nella gestione delle imprese, come previsto dall’art. 46 della Costituzione e annunciato dal segretario generale Luigi Sbarra al XIX Congresso della Cisl nazionale. Promuoviamo dunque la raccolta firme per una legge di iniziativa popolare sulla presenza di addetti nei board delle società. Una nuova forma di cogestione e governance, che siamo certi porterà benefici alle persone e maggiori utili al bilancio delle aziende.

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