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Il pallone-spia può essere il risveglio dell’America. La versione di Fontaine (Cnas)

Seguito dalle televisioni e dai giornali 24 ore su 24 mentre attraversava il territorio americano, l’aeromobile potrebbe alimentare un maggiore sostegno popolare all’approccio di Washington verso Pechino. “L’errore di Pechino potrebbe rappresentare un pallone di prova per una grande potenza”, ha sostenuto l’esperto a capo del think tank statunitense Center for a New American Security

Il governo cinese ha dichiarato che l’abbattimento dell’aeromobile “civile” – quello che gli Stati Uniti hanno ritenuto essere un pallone-spia – è una “reazione eccessiva”. Per questo, Pechino “si riserva il diritto di reagire in seguito”. Ma la gestione della vicenda da parte della Cina sembra suggerire che, qualsiasi siano l’origine e la natura del pallone-spia, per la leadership di Xi Jinping può rappresentare un passo falso in una situazione economicamente difficile.

IL SOSPETTO DI WASHINGTON

Gli Stati Uniti ritengono che il pallone-spia stesse monitorando siti militari. Lo ha affermato un funzionario della Difesa americana, sottolineando che ad abbattere il pallone-spia è stato un missile aria-aria lanciato da un caccia F-22. Diverse navi della Marina e della Guardia Costiera degli Stati Uniti si trovano nell’area in cui è caduto e stanno proteggendo il perimetro individuato. I resti saranno portati in un laboratorio dell’Fbi a Quantico, in Virginia, per essere analizzati dagli esperti delle agenzie di intelligence americane. Lloyd Austin, segretario alla Difesa degli Stati Uniti, ha spiegato che il pallone-spia è stato abbattuto in risposta a una “violazione inaccettabile” della sovranità americana. Il presidente Joe Biden mercoledì scorso “ha dato la sua autorizzazione” ad abbatterlo quando la missione poteva essere condotta senza rischi non necessari per la popolazione, ha aggiunto. “Dopo un’attenta analisi è stato determinato che abbatterlo mentre sorvolava il territorio avrebbe posto un rischio non necessario. In linea con le indicazioni del presidente, il dipartimento della Difesa ha sviluppato opzioni per abbatterlo in sicurezza nelle nostre acque territoriali”.

I PRECEDENTI

Un alto funzionario della Difesa degli Stati Uniti ha detto alla Cnn che ci sono stati tre casi durante l’amministrazione Trump in cui la Cina ha sorvolato brevemente gli Stati Uniti continentali con un pallone di sorveglianza. I “palloni di sorveglianza del governo della Repubblica popolare cinese sono transitati brevemente negli Stati Uniti continentali almeno tre volte durante la precedente amministrazione e una volta che sappiamo all’inizio di questa amministrazione, ma mai per un periodo di tempo come questo”, ha spiegato Mark Esper, ex segretario alla Difesa durante la presidenza di Donald Trump.

I TIMORI DI PECHINO

Pur chiarendo che “non accetterà congetture infondate” e invitando gli americani a “non diffamarla”, la Cina aveva tentato di riportare la calma nonostante un nuovo pallone spia sia spuntato oggi anche nei cieli sudamericani. La vicenda ha fatto saltare, perché “non ci sono più le condizioni”, la missione a Pechino del segretario di Stato americano Antony Blinken. Wang Yi, ex ministro degli Esteri oggi capo degli affari internazionali del Partito comunista cinese, ha invitato le parti a “rimanere concentrate, comunicare in modo tempestivo, evitare giudizi errati e gestire le divergenze di fronte a situazioni inaspettate in modo freddo e professionale”. Blinken avrebbe dovuto recarsi in Cina in questo fine settimana per colloqui su diversi dossier tra cui sicurezza, Taiwan, Covid e per preparare un nuovo faccia a faccia tra i leader Biden e Xi dopo quello di novembre 2022 a margine del G20 di Bali, in Indonesia.

IL PASSO FALSO

Indiscrezioni raccontavano che Blinken potesse essere essere ricevuto anche da Xi. Ciò dimostrerebbe l’attesa di Pechino per la visita. In questa fase, Xi ha bisogno degli Stati Uniti e dell’Occidente per rilanciare l’economia: ha riaperto la Cina dopo tre anni di ossessiva politica della “tolleranza zero” al Covid, interrotta all’improvviso lo scorso dicembre. Il Fondo monetario internazionale, nel rapporto annuale sulla Cina diffuso venerdì, ha messo in guardia che il rimbalzo c’è, ma sulla crescita economica “pesa un alto grado di incertezza” tra riforme da promuovere e crisi immobiliare. Per questo, è necessario un ingaggio diretto con Washington: l’autoisolamento contro la pandemia ha pesato sulle relazioni internazionali, come ha potuto verificare Xi a Bali. Nel frattempo, l’attivismo americano ha portato a rafforzare il contenimento delle ambizioni cinesi tra le cinque nuovi basi nelle Filippine che potranno essere usate dai militari americani (utili in caso di aggressione cinese contro Taiwan), la ripresa dell’influenza tra i Paesi insulari del Pacifico meridionale e la stretta, con Paesi e Giappone, all’export verso la Cina di macchinari per produrre i microchip. Anche una photo-opportunity con Blinken sarebbe servita a Xi per trasmettere il messaggio del ritorno alla normalità, da opporre ai capitali in uscita e alle spinte al disaccoppiamento economico.

IL FRONTE INTERNO USA

Come raccontato su Formiche.net, mentre continua la dialettica ruvida con la Cina, e mentre un secondo pallone è stato individuato volteggiare sul Sudamerica, per l’amministrazione Biden si è aperto anche un fronte interno. Come prevedibile, la vicenda è stata infatti usata dall’opposizione repubblicana per criticare la presidenza.

L’ANALISI DI FONTAINE

“Per quanto strano possa sembrare, il pallone cinese potrebbe essere il risveglio dell’America”, ha sostenuto Richard Fontaine, a capo del think tank statunitense Center for a New American Security. “La Cina è la priorità assoluta della politica estera statunitense. È la principale minaccia militare. Sempre più al centro dell’attenzione del Congresso. Ma il popolo americano ha altre priorità”, ha spiegato. Infatti, la maggioranza degli americani si preoccupa delle ambizioni territoriali cinesi, ma solo un terzo ritiene che gli Stati Uniti debbano guidare una risposta internazionale all’ascesa della Cina. Ma “sebbene la percezione della minaccia cinese sia cresciuta in modo significativo negli ultimi anni, il divario tra l’opinione pubblica e Washington è rimasto”, ha continuato Fontaine. “Certo, Pechino fa volare palloni spia sugli Stati Uniti, conduce attacchi informatici, nasconde le origini di una pandemia globale e si infiltra nelle infrastrutture americane. Gli effetti di tutto ciò sono percepiti ma in gran parte invisibili”. Ma il pallone, seguito dalle televisioni e dai giornali 24 ore su 24 mentre attraversava il territorio americano, potrebbe aver cambiato le cose. Ecco come conclude Fontaine la sua analisi: “La mentalità degli americani cambierà dopo questo episodio? Esisterà un maggiore sostegno politico per un approccio altamente competitivo nei confronti della Cina? Difficile dirlo. L’attenzione potrebbe non durare. Ma questo evento è proprio il tipo di cosa che potrebbe indurre un cambiamento. In fin dei conti, si trattava solo di un pallone aerostatico, senza equipaggio e probabilmente senza successo nella sua missione. Ma significa qualcosa di più grande. L’errore di Pechino potrebbe rappresentare – perdonate l’espressione – un pallone di prova per una grande potenza. E stimolare un ampio risveglio americano sulla Cina”.



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